IL TASSO DI ASTENSIONISMO REGISTRATO NEL VOTO DI DUE REGIONI IMPORTANTI, COME LOMBARDIA E LAZIO, DEVE FARE RIFLETTERE I MANDARINI DELLA POLITICA NAZIONALE. VINCERE COL 37 PER CENTO DI VOTANTI LEGITTIMA A GOVERNARE MA NON RAPPRESENTA LA VOLONTÀ MAGGIORITARIA DEGLI AVENTI DIRITTO AL VOTO. SE IL 60 PER CENTO DEGLI ELETTORI NON VA A VOTARE BISOGNA COGLIERE L’IMPATTO CHE PUÒ AVERE, NEL BREVE PERIODO, SULLA TENUTA DEMOCRATICA DEL NOSTRO PAESE, CHE NON È, DUNQUE, NÉ DI DESTRA NÉ DI SINISTRA. SEMMAI IL PAESE È DI QUELLI CHE NON VANNO A VOTARE, PER PIGRIZIA, PER DISISTIMA DEI POLITICI, PER RASSEGNAZIONE AL PEGGIO CHE NON PASSA O, NEL CASO PIÙ BENEVOLO, PER MANCANZA DI RIFERIMENTI POLITICI CREDIBILI. HANNO DUNQUE DI CHE RIFLETTERE SIA COLORO CHE RITENGONO DI AVERE VINTO SIA COLORO CHE DEBBONO REGISTRARE LA SCONFITTA. SE LA PARTECIPAZIONE AL VOTO ESCE DRAMMATICAMENTE MUTILATA AL 37 PER CENTO , IL PAESE REALE STA ALTROVE CIOÈ NÉ NEL NEL CENTRODESTRA NÉ NEL CENTROSINISTRA E NON BASTA L’IMMAGINE RASSICURANTE DI MATTARELLA A TENERE LONTANO IL RISCHIO DI RIFORME AVVENTATE COME IL PRESIDENZIALISMO E L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA.
1. ORA LA COALIZIONE DIVENTA PIÙ STABILE
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
La sorpresa non è la vittoria […] del centrodestra in Lombardia e Lazio, ma le dimensioni della stessa: oltre il cinquanta per cento dei voti per i governatori eletti. Per il centrosinistra la sconfitta è altrettanto netta […] l’allarme viene dalla bassissima affluenza alle urne: mediamente sotto al 40 per cento, e nel Lazio ben al di sotto. Dati che influiscono sulla qualità e sul funzionamento delle istituzioni, dal momento che una larghissima maggioranza non ci si riconosce […] Nel complesso, gli elettori andati alle urne hanno espresso un incoraggiamento a Meloni e al governo che presiede […] dalle urne fosse uscito un caloroso invito a lasciarla lavorare e a consentirle di realizzare il suo programma […] In questo senso si apre un problema per le opposizioni, insieme e separate: è un’illusione credere di poter rimontare giocando sulle scivolate del governo, e non lavorando alla costruzione di un serio progetto comune, da comunicare e spiegare agli elettori […] Un confronto su proposte convincenti, non pensate solo con l’obiettivo di conquistare consensi anche tra le frange estreme dell’opinione pubblica, ma lavorando anche in modo pedagogico per far capire ai propri elettori che non sì può arretrare rispetto alla comprensione dei problemi […] Vale per le questioni energetiche e per il pacifismo irrealistico che si riaffaccia nel tragico contesto della guerra in Ucraina. E riguarda tutti: Pd, Terzo Polo (tentato dal ruolo ormai inutile di stampella del centrodestra) e 5 stelle. […] Continuare a credere ciecamente nei sondaggi e alla possibilità di rosicchiare un osso, come quello del Pd, rivelatosi più duro di quel che sembrava, a Conte come a Calenda non servirà a molto: solo a consumare la simpatia con cui erano stati accolti dagli elettori, nella speranza che fossero in grado di offrire delle novità, e soprattutto di allargare il bacino elettorale del centrosinistra, invece di concentrarsi entrambi sull’ipotesi, divenuta illusoria, di liquidare il partito (ancora per qualche giorno) di Letta. […]
2. UN ESITO CHE SUGGERISCE PRUDENZA SULLE RIFORME
Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
La vittoria della destra è netta […] e stabilizza la maggioranza di governo. Ma è altrettanto vistosa l’affermazione dell’astensionismo. Sei elettori ed elettrici su dieci non sono andati alle urne […] L’affermazione di FdI conferma le previsioni, ma […] ristagnava l’incognita della reazione di Matteo Salvini e di Silvio Berlusconi, se fossero stati schiacciati dall’abbraccio della premier. Da ieri, però, è un’incognita attenuata dalla tenuta leghista in Lombardia, che tranquillizza Salvini e allontana i timori di una crisi scaricata sul governo nazionale. Per l’opposizione il problema appare diverso. Mostra un declino della sinistra non compensato dall’ascesa del M5S, che in questa tornata ha ottenuto meno voti che alle Politiche […] In Lombardia l’«operazione Moratti» è miseramente fallita. Non ha tolto più di tanto voti al candidato leghista Attilio Fontana. L’aggressione doppia al centrodestra e al Pd non ha premiato la diarchia Calenda-Renzi; così come il tentativo di «scalare» l’elettorato dem da parte dei Cinque Stelle di Giuseppe Conte si è rivelato velleitario. […] l’astensionismo massiccio dovrebbe indurre a un supplemento di prudenza quando si parla di riforme costituzionali. Senza una grande partecipazione popolare, potrebbero risultare falsate, e essere percepite come una forzatura.
3. ORA LA FASE DUE DEL “MELONISMO”
Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
La domanda ora è: che uso farà Giorgia Meloni del successo elettorale in Lombardia e Lazio? […] Lega e Forza Italia sembrano consegnate a un ruolo subalterno, appena addolcito da qualche poltrona. Di fatto in Lombardia il mondo si è capovolto: Fratelli d’Italia è di gran lunga il primo partito, Salvini si consola grazie al presidente rieletto, Fontana, e a una percentuale della lista meno disastrosa del temuto, ma il suo potere si è affievolito fino a rendere sbiadita l’immagine del movimento nordista caro a Bossi. Quanto a Forza Italia, i suoi voti sono quasi residuali in quello che un tempo era il regno del berlusconismo. […] sulla carta l’esecutivo è più forte, tuttavia per ora solo sulla carta: la frustrazione degli sconfitti può generare un processo di logoramento di cui si conosce l’inizio ma non la fine. Non è un caso che Berlusconi abbia usato la politica estera per mettere un cuneo nelle ruote del carro meloniano. Un gioco spregiudicato oltre misura, tanto più che si parla delle nostre alleanze internazionali e di una guerra ai margini dell’Europa. Il colpo alla credibilità dell’Italia, inutile negarlo, è andato a segno. E come sappiamo non si tratta soltanto di questo. La premier Meloni, che non ha mai amato l’architettura dell’Unione fondata, aldilà delle ricorrenti crisi, sull’antico asse franco-tedesco, oggi deve decidere quale strada imboccare. Può usare il suo consolidato peso elettorale per gettare un ponte verso Macron, con l’obiettivo di individuare un modo di convivere sulla base della reciproca convenienza. Oppure può tenere alto il muro della diffidenza, dedicandosi a tessere il rapporto con i partner del gruppo Conservatore, di cui lei è la leader. I polacchi, in primo luogo. […] Provare a sostituire in Europa i Socialisti con i Conservatori in un’alleanza con i Popolari, così da gestire la prossima commissione. È un disegno ambizioso e di non facile realizzazione. Il problema è che si voterà tra un anno e tre mesi. Un tempo molto lungo e il sentiero da percorrere è lastricato di precise intenzioni, ma anche disseminato da crescenti tensioni. […]