RASSEGNA STAMPA

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LA RISOLUZIONE DELL’ONU CHE CON 141 VOTI SU 193 INVITA LA RUSSIA A RITIRARSI DALL’UCRAINA SENZA CONDIZIONI È IL PRONUNCIAMENTO PIÙ ALTO A LIVELLO GEOPOLITICO ANCHE SE PAESI COME CINA E INDIA SI SONO ASTENUTI. PUTINIANI ALLA TRAVAGLIO FANNO OSSERVARE CHE, A FRONTE DEI 141 VOTI, I PAESI CHE SI SONO ASTENUTI INSIEME A QUELLI CHE HANNO VOTATO CONTRO RAPPRESENTANO IL 60 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE GLOBALE. COME DIRE CHE LA MAGGIORANZA SCHIACCIANTE DEI GOVERNI CONDANNA L’INVASIONE DELL’UCRAINA MA IL 60 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE MONDIALE NO. MA CON I NUMERI I PUTINIANI ALLA TRAVAGLIO HANNO QUALCHE PROBLEMA. SCELGONO I NUMERI CHE FAVORISCONO PUTIN E TRALASCIANO QUELLI COME I 70 MILA CRIMINI DI GUERRA CONTRO L’UMANITÀ COMMESSI DALLE TRUPPE RUSSE IN UCRAINA. COSI’ COME CHIAMANO GUERRA, CHE PRESUPPONE PER DEFINIZIONE RECIPROCI ATTACCHI E BOMBARDAMENTI, QUELLA CHE, A TUTTI GLI EFFETTI, È UNA INVASIONE “UNILATERALE” DELL’UCRAINA DA PARTE DELLA RUSSIA. NON CI SONO “STIVALI UCRAINI” SUL TERRITORIO RUSSO COME NON CI SONO BOMBARDAMENTI E STRAGI DI CIVILI SULLE CITTÀ RUSSE. E’ UNA GUERRA DI ANNESSIONE SCATENATA DA UNA SOLA PARTE CON L’IMPLICITO E CRIMINALE STERMINIO DELLA POPOLAZIONE UCRAINA.

Estratto dell’articolo di V.Ma. per il “Corriere della Sera”

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, con maggioranza di 141 voti su 193, una risoluzione che invita la Russia a ritirarsi «incondizionatamente e immediatamente» dall’Ucraina per il raggiungimento, il prima possibile, di una pace «complessiva, giusta e duratura» nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Oltre 70 Paesi tra cui l’Italia hanno co-sponsorizzato la risoluzione presentata da Kiev. Sette i voti contrari (Russia, Bielorussia, Siria, Nord Corea, Eritrea, Mali, Nicaragua). Ma la Cina, il Sudafrica, l’India e altri Paesi del Sud del mondo (per un totale di 32 voti) hanno continuato ad astenersi, sottolineando la loro distanza da quella che considerano una guerra dell’Occidente. Il numero totale è lo stesso del 2 marzo scorso, quando 141 Stati votarono per condannare l’invasione russa dell’Ucraina e chiedere che Mosca ritirasse le truppe (allora i contrari erano 5, ai quali si sono aggiunti Mali e Nicaragua, che prima erano tra gli astenuti). Sei mesi dopo, un numero più ampio (143 Paesi) difese l’integrità territoriale e sovranità dell’Ucraina, dopo che Putin dichiarò l’annessione di quattro regioni. La risoluzione di ieri è il risultato di settimane di negoziati, in cui gli alleati del G7 hanno convinto Kiev a non premere per richieste molto specifiche o ampie, rischiando che alcuni Paesi che in passato hanno votato a favore della sovranità ucraina si tirassero indietro (il timore era che il sostegno scendesse a 135 voti). All’inizio l’Ucraina sperava di includere un riferimento al piano di pace in dieci punti di Zelensky, ma il ministro Dmytro Kuleba si è limitato a menzionarlo nel suo intervento iniziale, in cui ha affermato che nonostante «le vuote richieste» di negoziati la Russia vuole ancora «distruggere l’Ucraina come nazione». […]   Kiev sperava inoltre in una richiesta più specifica per la costituzione di un tribunale speciale che giudichi Putin per il crimine di aggressione, ma l’Occidente non è unito sul tema. L’idea viene considerata troppo punitiva da alcuni. Molti Paesi del Sud del mondo, inoltre, desiderano la fine della guerra «al più presto possibile» (come indica la risoluzione) e temono che un tribunale che giudica i crimini di guerra possa rendere più restia l’elite politica russa a raggiungere una soluzione. Mentre si teneva questo voto diventato un barometro sull’opinione mondiale sulla guerra, all’Onu c’era grande attesa per il «piano di pace cinese». Pechino afferma che presenterà un documento che contiene riferimenti alla Carta delle Nazioni Unite e terrà conto dunque dell’integrità territoriale, della sovranità e della sicurezza. Oggi Xi Jinping dovrebbe fare un «discorso sulla pace». […]