È RISAPUTO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” DIRETTO DA MARCO TRAVAGLIO È O COMUNQUE PASSA COME L’HOUSE ORGAN DEL M5S E DI GIUSEPPE CONTE. LA VITTORIA DELLA SCHLEIN ALLE PRIMARIE PD SU BONACCINI LO HA PRIVATO DI QUEL SORRISINO MALEVOLO E TIGNOSO CHE ACCOMPAGNA LE SUE PERFORMANCE NEL SALOTTO DI PRIMA SERATA DELLA GRUBER. MOLTI…TROPPI I NON PIÙ GRILLINI CHE SONO ANDATI AI GAZEBO A VOTARE PER LA SCHLEIN. E POI QUEI 3 PUNTI VENUTI DAI SONDAGGI A SEGNARE IL SORPASSO DEL PD SUL M5S. ORA FRIGNA E PREVEDE SCENARI APOCALITTICI PER LA SCHLEIN CHIAMATA A FARE I CONTI COL “NUOVO” CHE RAPPRESENTA E IL “VECCHIO” CHE NON VUOLE LASCIARE IL CAMPO. TUTTO PUÒ ESSERE MA, PER IL MOMENTO, GLI TOCCA ABBOZZARE E DEDICARSI PUTINIANAMENTE AL “NON INVIO” DI ARMI ALL’UCRAINA.
Estratto dell’articolo di Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano”
La nuova moda di Elly Schlein rischia di nuocere gravemente a Elly Schlein. […] All’inizio tutti si eccitano per la novità, sperano che cambi qualcosa, poi se non cambia nulla si stufano per l’effetto overdose e passano a un altro leader col bollino di scadenza. […] I leader con più apparenza che sostanza durano un paio d’anni: Renzi, Salvini, Letta. Quelli con più sostanza (negativa o positiva poco importa) che apparenza sfuggono alla rapida usura del tempo: B., Prodi, Bersani e Conte. Vedremo le due ultime mode, Meloni e Schlein, quanto durano. Entrambe di sostanza sembrano averne, ma solo in proprio. Alla premier manca una classe dirigente ed è un bel problema[…] La neosegretaria del Pd una classe dirigente ce l’ha: quella del Pd, ma è un bel problema, perché è la sua antitesi politico-antropologica. […] Ma come farà la segretaria del Pd a trasformarlo nel suo opposto col consenso della sua classe dirigente? […] Se rivolta il Pd come un calzino fa felici i non iscritti, ma scontenta i capibastone, le correnti, i gruppi parlamentari (scelti da Letta e dagli altri ras con le liste bloccate del Rosatellum) e rischia di far la fine degli altri segretari, tutti durati meno di due anni (tranne Bersani e Renzi). Se non scontenta nessuno, imbarcando Bonaccini alla presidenza, supercazzolando sulle questioni di sostanza – guerra, armi, atlantismo, politiche sociali, rapporto politica-affari e alleanze – e riempiendo i vuoti con sparate a saldo e a costo zero sui diritti civili delle minoranze (facilissimi da invocare, dall’opposizione), durerà. Ma presto o tardi chi l’ha votata concluderà che tanto valeva tenersi Letta o Bonaccini. E la speranza di cambiamento ancora frustrata diventerà un boomerang: la prova dell’irredimibilità del Pd. […]