NON C’È L’AVEVANO DETTO MA, A QUANTO PARE, I SERVIZI SEGRETI, CHE VIGILANO SUL TRAFFICO DEI MIGRANTI, AVEVANO RIFERITO IN SEDE COPASIR DEL RUOLO DEI MERCENARI DELLA WAGNER NEL PILOTARE GLI SBARCHI SULLE COSTE ITALIANE. A PRESIEDERE IL COPASIR ERA URSO, OGGI MINISTRO FDI NEL GOVERNO MELONI. SIA COME SIA È COMUNQUE ACCERTATO CHE I MERCENARI DELLA WAGNER CONTROLLANO E ORIENTANO GLI SBARCHI. RESTA DA DIMOSTRARE SE, SU IMPULSO DEL CREMLINO, GLI SBARCHI DI MASSA VERSO L’ITALIA E L’EUROPA RIENTRANO NELLA GUERRA IBRIDA CONTRO I PAESI CHE SOSTENGONO L’UCRAINA.
Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”
Non si aprono da soli i rubinetti del traffico di migranti dall’Africa centrale al Sahel e il Mediterraneo. Non quando di mezzo c’è la Wagner, la brigata di mercenari russi guidata da Evgenij Prigozin. Viene da lontano l’allarme risuonato dal governo Meloni. È documentato, nero su bianco, nei rapporti dei Servizi segreti italiani e del Copasir, il comitato parlamentare di controllo degli 007. Libia, Mali, Repubblica centrafricana, Mozambico. La tratta di esseri umani sotto il vigile controllo delle milizie russe in Africa è il tassello di una «guerra ibrida che minaccia l’Unione europea e la sua coesione». Febbraio 2022, un anno fa. Ai più il nome dell’esercito privato russo di stanza in decine di Paesi, dall’Africa subsahariana alla Siria, non dice nulla. Non ancora: di lì a poco la Wagner sarebbe dilagata in Ucraina, dove oggi precede le truppe russe nelle trincee del Donbass. Intanto però il Copasir accende un faro: preoccupa l’ingerenza della Russia nel Sahel, la sconfinata fascia di territorio che attraversa l’Africa dall’Atlantico al Mar Rosso, cinta dal deserto del Sahara e la savana sudanese. Qui, tramite i contractor della Wagner – quasi 5mila i soldati operativi nel continente – il Cremlino persegue «l’obiettivo di contrastare e porsi come alternativa alle operazioni dei Paesi occidentali in un’area delicatissima, considerata come il confine meridionale d’Europa». […] Nel documento che riletto oggi sembra dare sostanza alle preoccupazioni di Palazzo Chigi le attenzioni del Copasir si concentrano su due Paesi africani: Libia e Mali, entrambi crocevia degli interessi italiani nella regione. Nella Cirenaica e in alcune zone del Fezzan, le aree libiche sotto il controllo di Khalifa Haftar e l’egida russa, il disarmo delle milizie di Mosca viene indicato come «fattore cruciale per la stabilizzazione del Paese». […] Un anno dopo quegli allarmi trovano riscontri. Non è casuale il coro unanime dei vertici del governo italiano contro la Wagner e i suoi contatti con la tela dei trafficanti di esseri umani, a margine di un incontro a Palazzo Chigi con i direttori dei Servizi. Prima il ministro della Difesa Guido Crosetto (insultato da Prigozin sul suo canale Telegram), poi il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Dunque la stessa premier Giorgia Meloni, convinta della necessità di non «lasciare campo» ai mercenari russi in Africa. Oggi, la nuova ondata che mette sotto pressione il governo italiano. Non c’è solo la rotta del Mediterraneo orientale, la stessa che dalla Turchia ha trascinato verso la morte gli 80 migranti naufragati a Cutro. Nell’Est della Libia si registra un picco di partenze di siriani, afghani, pakistani. […]