IL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA LOLLOBRIGIDA, DETTO IRONICAMENTE IL “COGNATO D’ITALIA” PER LA SUA PARENTELA CON LA MELONI, INTERVENENDO A VINITALY IN CORSO A VERONA, È TORNATO A PARLARE DEL REDDITO DI CITTADINANZA IN RELAZIONE ALLA MANCANZA DI MANODOPERA IN AGRICOLTURA. PER LOLLOBRIGIDA È UN LAVORO DIGNITOSO A FRONTE DEL REDDITO DI CITTADINANZA IL CUI COSTO GRAVA SULLE SPALLE DEGLI ITALIANI. NESSUN ACCENNO, PERÒ, AL COSTO DEL LAVORO IN AGRICOLTURA NOTORIAMENTE SOTTOPAGATO CHE VIENE IMPOSTO AGLI IMMIGRATI IN CERCA DI LAVORO.
Estratto dell’articolo di Maurizio Tropeano per “La Stampa”
Chissà se il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, quando ringraziando il lavoro oscuro di chi nei campi raccoglie quell’uva necessaria al successo del Vigneto Italia aveva messo in conto di riaprire uno scontro politico sul reddito di cittadinanza. In sala gli imprenditori che hanno partecipato alla cerimonia d’apertura dell’edizione numero 55 del Vinitaly, spingono per la riapertura del decreto flussi che in poche ore ha esaurito il bonus ingressi: 82.500 richieste accolte su 240 mila presentate. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, invece, la esclude, almeno per ora, e comunque «prima di tutto dobbiamo mettere tutti gli italiani che sono nelle condizioni di farlo, di lavorare» e di farlo anche nei campi perché «non è svilente lavorare in agricoltura o nell’allevamento» e lo «dico a tutti quelli che pensano di poter stare sul divano a ricevere il reddito di cittadinanza». […]Verona, fino a mercoledì, ospita la fiera internazionale del vino, più di quattromila espositori, buyer in arrivo da mezzo mondo con il ritorno della Cina. E il governo ha scelto di sostenere questa manifestazione – oggi ci sarà anche la premier Giorgia Meloni con i ministri Urso, Santanché e Casellati, ieri c’erano Tajani, Schillaci, Sangiuliano e Salvini – […] quel che preoccupa i viticoltori è anche di ritrovarsi con poca manodopera per affrontare una vendemmia che dovrà fare i conti con la siccità. Che fare, allora? «C’è bisogno di immigrazione legale e il primo nemico è quella illegale. Dunque c’è bisogno di combattere i clandestini», ammette Lollobrigida. Ad ora, però, il governo non sta pensando alla riapertura del decreto flussi anche se il ministro aggiunge: «Abbiamo la volontà di organizzarli seriamente, quello che non è stato fatto in questi anni, cercando di rapportarci con le nazioni di provenienza per fare formazione lavorativa ma anche linguistica e civica, per permettere una reale integrazione». Poi, tra gli applausi dei presenti, arriva l’affondo: «A coloro che pensano di poter stare sul divano a ricevere il reddito di cittadinanza, perché secondo loro quello nei campi è un lavoro indegno da consegnare solo a nuovi schiavi provenienti da fuori». Per il ministro «non è un modello di civiltà non andare a lavorare, stare sul divano e gravare sulle spalle altrui con il reddito di cittadinanza». […]Non è un caso che una nota di Coldiretti sottolinei come «nelle campagne c’è posto per almeno centomila giovani sia per chi vuole intraprendere che per chi vuole un lavoro a contatto con la natura e colmare la mancanza di manodopera». […] Ma Angelo Bonelli, leader dei Verdi, attacca: «Perché il ministro non si occupa dei 230 mila lavoratori agricoli irregolari, per buona parte controllati dalla mafia del caporalato?».