LA GUERRA IN UCRAINA HA CERTAMENTE AVUTO I SUOI EFFETTI NEFASTI SUI BILANCI FAMILIARI, A COMINCIARE DAL CAROBOLLETTE, MA È ALTRETTANTO VERO CHE È IN ATTO UNA SPECULAZIONE A LARGO RAGGIO SOPRATTUTTO SULLA SPESA ALIMENTARE. LO SANNO BENE LE FAMIGLIE ITALIANE CHE HANNO VISTO RIDURRE IL LORO POTERE D’ACQUISTO DEL 3,7 CON L’IMPLICITA CONSEGUENZA DI DOVER RIDURRE I CONSUMI. L’ANDAMENTO PUNITIVO DELLA SPESA ALIMENTARE È CONFERMATO DALLA COLDIRETTI E DALLA GRANDE DISTRIBUZIONE. UN PRODOTTO DI PRIMA NECESSITÀ COME IL PANE FA REGISTRARE AUMENTI DI OLTRE IL 70 PER CENTO NELL’INDIFFERENZA DEL GOVERNO E DELLE FORZE POLITICHE. NEL CARRELLO DELLA SPESA -SI PUÒ AFFERMARE- C’È PIÙ SPECULAZIONE CHE GUERRA IN UCRAINA.
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Le pile di colombe pasquali scontate fino al 60% che desolate si guardano con i bancali di uova al cioccolato sotto costo, spiegano meglio di qualunque numero quanto l’inflazione stia erodendo il potere d’acquisto delle famiglie. E come, a cascata, stiano cambiando le abitudini di spesa. Anche a ridosso delle feste. Un fenomeno alimentato dal caro energia e dalla guerra in Ucraina, ma che secondo i banchieri centrali è soprattutto dovuto alla speculazione dei produttori. Non si spiegherebbe altrimenti come le multinazionali, da Unilever a L’Oréal, abbiano chiuso il 2022 con una crescita record di margini e profitti (+24,9% la prima, +24,1% la seconda), mentre la grande distribuzione a fronte di un aumento di ricavi – spinti dall’inflazione – abbia registrato una contrazione degli utili. Secondo l’ultima rilevazione Istat, a febbraio, le vendite al dettaglio sono aumentate, rispetto allo stesso periodo del 2022, del 5,8% in valore e sono calate del 3,5% in volume, con gli alimentari che accentuano il divario: +7,9% in valore e -4,9% in volume. E mentre continuano a soffrire i negozi di piccole dimensioni, prosegue la corsa dei discount che a colpi di offerte e vendite sotto costo hanno visto crescere le vendite del 9,9% consolidando un trend avviato lo scorso anno. […] Con il risultato che la «tenuta della spesa per consumi finali (+3% in termini nominali)» è stata finanziata dai risparmi delle famiglie che sono calati di due punti nel quarto trimestre dell’anno scorso e del 5,1% nell’intero 2022 rispetto al 2021. […] Il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, rilancia: «Gli italiani sono affamati dal carovita, non hanno mai stretto così tanto la cinghia. Rispetto a gennaio scendono dello 0,3% persino le vendite alimentari, che in volume precipitano dell’1,8%». A farne le spese, accusa Coldiretti, sono soprattutto frutta e verdura, i cui acquisti sono calati dell’8% rispetto al 2022. […]