SE IL NUOVO CORSO DELLA SCHLEIN SI RIDUCE A SOTTRARRE CONSENSI AL M5S MELONI E IL SUO GOVERNO POSSONO DORMIRE SONNI TRANQUILLI. SI PENSAVA CHE AVERE SOTTRATTO IL COMUNE DI UDINE ALLA LEGA , GRAZIE ALLA COMPATTEZZA DEL CENTRO-SINISTRA, AVESSE INSEGNATO QUALCOSA. PARE, INVECE, CHE SIA DA PARTE DEL PD CHE DEL M5S SI GIOCHI A MARCARE LE DIFFERENZE, VUOI SULLE ARMI A KIEV VUOI SULL’INCENERITORE A ROMA. LA MELONI E IL SUO GOVERNO POSSONO LAVORARE CON CALMA A CONSOLIDARE IL LORO POTERE, “SOSTITUZIONE ETNICA” E “FORESTIERISMI” A PARTE , DA MULTARE SE USI TERMINI INGLESI.
Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
Si sta intensificando la guerriglia del M5S nei confronti del Pd di Elly Schlein. Occasione: il controverso inceneritore da costruire a Roma e gli aiuti militari all’Ucraina. Obiettivo: fare emergere le contraddizioni di un partito che con la nuova segretaria ha accentuato i toni pacifisti e ambientalisti, senza però modificare le sue scelte: non ancora, almeno. Il tentativo apparente del capo grillino Giuseppe Conte è quello di ottenere una svolta. In realtà, punta a creare una spaccatura nel Pd e a marcare una diversità nel segno dell’estremismo. Il fatto che ieri Conte abbia ufficializzato il «no» del Movimento a un nuovo decreto per l’invio di armi all’Ucraina è una sfida non tanto a Palazzo Chigi ma al potenziale alleato. «Se la strategia è quella dell’escalation dettata da Washington, noi non ci stiamo», ha detto l’ex premier, distanziandosi dall’alleanza con la Nato. (…)In termini politici, è un elemento ineludibile e grave». Il problema è che incrocia il pacifismo di parte della nuova nomenklatura del partito. La mette alla prova, invitandola a trarre le conclusioni di quanto va affermando da tempo. Ma il tema più insidioso per la cerchia di Elly Schlein è soprattutto un altro. Si tratta dell’ordine del giorno spuntato a sorpresa nel Piano per la ripresa sul termovalorizzatore da costruire a Roma: un’iniziativa che il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, teorico dell’asse tra il suo partito e il M5S, bolla come «inaccettabile»; e della quale accusa i vertici grillini. «Noi facciamo opposizione al governo Meloni», ha detto. «Mi auguro che le altre forze facciano lo stesso». E ancora: «Se qualcuno si illude di creare problemi ad altre forze di opposizione, si sbaglia… Conoscendo i vertici del M5S, mi auguro non sia così». Eppure, Conte incalza. Ricorda che in passato il sindaco della capitale, Roberto Gualtieri, si era detto contrario alla costruzione. E lo oppone al suo stesso partito. Gualtieri «non è il Pd. E non sta in Parlamento». Ha l’aria di un appello provocatorio e neanche troppo larvato a Schlein e ai deputati e senatori a votare «no» all’inceneritore insieme con i Cinque Stelle. Per la premier Giorgia Meloni, è la conferma di un’opposizione sfrangiata: prima l’implosione del Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi; ora la tensione in aumento tra il Pd e un M5S che continua a perdere pezzi e voti anche in Sicilia.