RASSEGNA STAMPA – Un presidenzialismo di cui nessuno avverte l’urgenza…

PURTROPPO I MEDIA RACCONTANO POCO (L’ABUSATA NARRAZIONE) DELLE DIFFICOLTÀ DI NAVIGAZIONE DEL GOVERNO MELONI, A FARE I CONTI CON I CONTRASTI INTERNI ALLA MAGGIORANZA SULLE NOMINE PIÙ IMPORTANTI DELLE PARTECIPATE PUBBLICHE. SULLA NOMINA DEL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA NON C’È ACCORDO E TUTTO SI È BLOCCATO MENTRE PER IL CONTROLLO DELLA RAI SI PROCEDE CON PROVVEDIMENTI AD PERSONAM. PER NASCONDERE CONTRASTI E INSUCCESSI IL GOVERNO AGITA IL TEMA DEL PRESIDENZIALISMO CHE ALTRO NON È SE NON UN IMPOVERIMENTO DEI POTERI DEL PARLAMENTO A VANTAGGIO DEI POTERI DEL CAPO DEL GOVERNO. E ANCHE IN QUESTO DISEGNO C’È UNO SCAMBIO DI CONVENIENZE. LA LEGA DI SALVINI SOSTIENE IL PRESIDENZIALISMO VOLUTO DALLA MELONI IN CAMBIO DELL’AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA VOLUTA DALLA LEGA E AFFIDATA ALLE “TRAPPOLE’ DI CALDEROLI SUI LEP. L’OPPOSIZIONE E LA SCHLEIN, SE VOGLIONO, HANNO DI CHE LAVORARE PER MERITARE I CONSENSI CHE HANNO PERDUTO E INSEGUONO.

Estratto dell’articolo di Federico Capurso Ilario Lombardo per “la Stampa”

Prima ancora di sedersi al tavolo, Giorgia Meloni lancia un avvertimento […] «Vorrei una riforma il più possibile condivisa […] ma il mandato per farla l’ho ricevuto dal popolo e io tengo fede agli impegni». Il messaggio, diretto al Movimento, al Pd e a quel che fu il Terzo Polo, la premier lo ripete una seconda volta, per essere certa che arrivi ai destinatari: «Non accetto atteggiamenti aventiniani o dilatori». Un disegno di legge è già pronto. Prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio e il mantenimento dei poteri attuali del presidente della Repubblica. Naturalmente è stata prevista anche una clausola di salvaguardia: la riforma entrerebbe in vigore dal 2029, per non intaccare le prerogative del Capo dello Stato. «Gli italiani devono poter eleggere direttamente chi li governa», dice anche Matteo Salvini. Insomma, si parla di quel premierato che le opposizioni hanno già bocciato nel primo round di confronti con il governo, proponendo invece le loro alternative: dal cancellierato dei Dem al sindaco d’Italia d’ispirazione renziana. La ministra per le Riforme Elisabetta Casellati aveva fatto notare al Pd che il loro cancellierato intaccherebbe le prerogative del Quirinale più di un premierato […]  l’idea inizia a solleticare qualcuno al governo: sfruttare le difficoltà delle opposizioni nel fare fronte comune e da lì provare intavolare, magari, un dialogo con Azione e Italia viva. […] è altrettanto significativo che la segretaria del Pd, Elly Schlein, abbia già telefonato a tutti gli altri leader di minoranza per tentare un coordinamento. Meloni ha un’idea precisa sul metodo che intende usare per lavorare alla sua riforma istituzionale. «Un obiettivo di legislatura», l’ha definita […] Per la premier tutto dipenderà dall’atteggiamento che assumeranno le opposizioni. Il traguardo, ribadirà oggi Meloni ai partiti, «deve essere la stabilità dei governi». Niente bicamerale […]Si andrà in Aula e poi, se necessario, si affronterà il referendum.   […] è evidente che arrivare a un referendum con le opposizioni unite e l’opinione pubblica spaccata, per il governo rischia di trasformarsi in una corsa a tutta velocità con i freni rotti. Può andare bene come andare malissimo. Per questo, il premierato sarà il punto di partenza, ma non necessariamente quello d’arrivo. Se la parola d’ordine è «stabilità», allora si devono lasciare aperte almeno le porte che conducono a un rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio, con la revoca dei ministri e l’introduzione della sfiducia costruttiva. […] rimodellare i poteri del premier sul modello del cancellierato tedesco. Intorno alle altre opzioni il terreno è già minato. Potrebbe quindi essere davvero questo il compromesso finale? Lasciare l’attuale forma di governo parlamentare e consegnare, semplicemente, al presidente del Consiglio più poteri. […]