LA RISPOSTA DELLE URNE AL BALLOTTAGGIO È CHIARA: IL CENTRODESTRA DELLA MELONI HA IL VENTO A FAVORE A VELE SPIEGATE E IL CENTROSINISTRA DELLA SCHLEIN HA LE VELE AFFLOSCIATE. FUOR DI METAFORA E SEMPLIFICANDO: IL CENTRODESTRA “TIRA” E IL CENTROSINISTRA SI IMPANTANA. PIENAMENTE LEGITTIMO DUNQUE CHE I GIORNALI DI RIFERIMENTO DEL CENTRODESTRA , COME IL GIORNALE DI SALLUSTI, GONGOLINO E ADDITINO AL PD GLI ERRORI DI VALUTAZIONE DEL QUADRO POLITICO IN CUI SONO INCORSI. DEL RESTO NON BISOGNA ESSERE DEI POLITOLOGI PER COGLIERE L’ANNASPAMENTO DEL PD ALLA RICERCA DI UNA RIDEFINIZIONE DEL RUOLO E DELL’ELETTORATO DI RIFERIMENTO. A FRONTE DI UNA DESTRA CHE, IN SINTONIA COL SUO TRADIZIONALE CORPORATIVISMO, COLTIVA E BLANDISCE LE CATEGORIE PRODUTTIVE PIÙ “CHIUSE” NELLE LORO CONVENIENZE FINO AD AFFERMARE SPREGIUDICATAMENTE CHE LE TASSE APPLICATE AI COMMERCIANTI SONO UN “PIZZO DI STATO”, IL PD TRAMITE I TALK SHOW TELEVISIVI ENTRA NEI TINELLI DELLE CASE CONNOTANDOSI SUI DIRITTI CIVILI E LE BATTAGLIE LGBTQ E TRASCURANDO, PER IL SUO STORICO ELETTORATO DI RIFERIMENTO, IL CAROVITA, LA SANITÀ, LA SCUOLA, IL LAVORO PRECARIO, L’EVASIONE FISCALE E LA LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE . TEMI ACCENNATI NEL PROGRAMMA DELLA SCHLEIN MA RIMASTI SULL’AGENDA E CHE NON SONO ARRIVATI ALLA GENTE DEI CASEGGIATI POPOLARI E DELLE PERIFERIE TRASCURATE. PER CONTRO LA MELONI RIVENDICA BONUS E CUNEO FISCALE PROPRIO NELLA RICORRENZA DEL PRIMO MAGGIO E RIENTRA CON ANTICIPO DAL G7 PER FARSI FILMARE, CON STIVALI ED ESPRESSIONE CONTRITA, MENTRE PORTA SOLIDARIETÀ AL “POPOLO” DEGLI ALLUVIONATI CHE SPALANO IL FANGO. TRUCCHI DEL MESTIERE VECCHI QUANTO IL MONDO AL QUALE SI CONTRAPPONE IL VANILOQUIO DI PAROLE E DI PROGRAMMI, CHE ORMAI DURA DA MESI, DELLA SCHLEIN E DEL SUO “CERCHIO M.” TACCIONO I FRANCESCHINI, GLI ENRICO LETTA E CONSIMILI, INTENTI A TESSERE INTRIGHI PER IL CONTROLLO DEL PARTITO E DELLE CARRIERE MENTRE BONACCINI SI SCAMBIA EFFUSIONI DI SOLIDARIETÀ ISTITUZIONALE CON LA MELONI CHE DEVE NOMINARLO COMMISSARIO PER RISANARE CON 10 MILIARDI QUANTO È STATO DISTRUTTO. IN UNO SCENARIO DEL GENERE, CON PD E M5STELLE A CONTENDERSI PEZZI DI ELETTORATO, NON POTEVA ANDARE COME È ANDATA. E ANDRÀ ANCORA PEGGIO, AL NETTO DELL’ASTENSIONISMO SEMPRE PIÙ CRESCENTE, SE IL PD INNANZITUTTO E LA SINISTRA NEL SUO COMPLESSO NON RICOSTRUISCONO UN RAPPORTO DI FIDUCIA CON LA PARTE MAGGIORITARIA DEL PAESE CHE NON È DI DESTRA MA CHE, NON RICONOSCENDOSI NELLA SINISTRA COSÌ COME SI PROPONE, PER ALTRO DIVISA IN FAZIONI CONCORRENTI, LASCIA CAMPO LIBERO AL CORPORATIVISMO DI CONVENIENZA E ALLA PROPAGANDA SCALTRA DEL CENTRODESTRA CHE, COME SI VEDE, DA I SUOI FRUTTI.
1. CIAONE A ELLY
Estratto dell’articolo di Alessandro Sallusti per “Libero quotidiano”
Il 16 maggio, all’indomani del primo turno di questa tornata di elezioni amministrative, La Repubblica titolò a tutta pagina: “L’onda di destra si è fermata”, perché loro sono un giornale che ha il polso del Paese. Bene, ieri, turno di ballottaggio, il Centrodestra ha vinto a valanga ovunque meno che a Vicenza, non a caso l’unica città in cui il candidato della sinistra ha tenuto ben alla larga la neo segretaria Elly Schlein. […] Insomma, non solo non c’è alcun effetto Schlein, ma neppure un effetto Fabio Fazio o Lucia Annunziata: gli italiani non vedono alcun pericolo di derive autoritarie, semmai ribadiscono di non avere alcuna intenzione di seguire il nuovo Pd in avventure ideologiche, in uteri in affitto, in finte paci in Ucraina insomma in derive comunistoidi. […] Continuino pure Saviano e la Murgia ad abbaiare alla Luna che ormai è chiaro che rappresentano solo loro stessi; continuino pure La Repubblica e La Stampa a raccontare ogni giorno un’Italia impaurita e arrabbiata che non esiste; prendano atto, gli uni e gli altri, che la crisi delle sinistre non ha confini e che ieri […]in Spagna il premier socialista Sanchez si è dimesso e ha indetto nuove elezioni politiche. Adesso Giorgia Meloni […] può alzare l’asticella della sua scommessa e provare a dare l’assalto al fortino europeo […]. Tra un anno infatti si vota per le Europee, le sinistre sono nel pallone, Macron non sa che pesci pigliare, destre conservatrici e popolari stanno invece preparando una inedita alleanza e se questo vento non cambierà direzione be’ allora molte cose dovranno cambiare anche nelle politiche dell’Unione. […]
2. L’ANNO ZERO DEL PD DI SCHLEIN
Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”
Il centrosinistra scompare al secondo turno del voto nei Comuni. […] il Pd, con la sua debole o inesistente rete di alleanze, si è come dissolto […]. Unica vera eccezione, Vicenza. […] Ma forse si dovrà ricordare che il candidato vicentino, Possamai, ha fatto la campagna chiedendo che il vertice romano del partito non si disturbasse a dargli una mano e restasse nella capitale. […] A voler essere impietosi si dovrebbe dire che il Pd è al suo “anno zero”. […] Elly Schlein si è insediata da poco e quindi le vanno riconosciute, entro certi limiti, le attenuanti. Le ironie di Salvini vanno messe nel conto e peraltro qualcuno potrebbe ricordargli che i dati elettorali […] consolidano la leadership di Giorgia Meloni e consegnano lui, […] che pochi anni fa vantava un consenso del 34 per cento, alla condizione definitiva di junior partner del centrodestra. Detto questo, è evidente che soltanto un irresponsabile potrebbe sottovalutare il disastro del centrosinistra […]. […] Le proporzioni della sconfitta chiamano in causa la strategia, l’idea di partito che la leader ha coltivato. Di qui il massimalismo delle scelte, il rinchiudersi nel circolo ristretto dei collaboratori fidati, la mancanza di un nesso politico o anche solo pratico tra il vecchio e il nuovo gruppo dirigente. […] l’immagine solitaria di Schlein nella sua breve ricognizione delle aree alluvionate era la più malinconica ma veritiera fotografia di una leadership che non incide. Che non comunica alla maggioranza degli italiani, ma solo all’arcipelago delle minoranze. […] Qualcuno nel Pd dovrà farsi coraggio e dire che non tutto è perduto […]. A patto di parlare un linguaggio di verità, visto che Spagna e Grecia stanno scivolando a destra, indice di una spinta che potrebbe cambiare l’assetto politico dell’Unione. Nel Pd la fascia degli scontenti si sta allargando. Finora certi argomenti sono stati respinti con un’alzata di spalle da Schlein. Eppure il richiamo al riformismo economico e istituzionale è tutt’altro che banale: equivale al tentativo di raccordarsi con una tradizione laica e cattolica che è stata in apparenza abbandonata […]. Si è tentato di inseguire i Cinque Stelle con l’obiettivo di recuperare un po’ di voti, neutralizzando Conte e il suo gruppo. Il risultato è che i 5S proseguono nel loro declino e il Pd li segue a ruota. Il […] rischio è che dal Pd nascano due partiti: uno riformista e uno massimalista. Un regalo troppo grosso a Giorgia Meloni.