DI SOLITO LAVORA SOTT’ACQUA, TESSE INTRIGHI E MAGGIORANZE E NON INTENDE APPARIRE. QUANDO LO FA INTERVIENE DI MALAVOGLIA. NELL’INTERVISTA A REPUBBLICA DIFENDE LA SCHLEIN DAGLI ADDEBITI CHE LE VENGONO MOSSI PER IL DELUDENTE RISULTATO ELETTORALE. FRANCESCHINI LA INVITA AD AVERE PAZIENZA E A CONTINUARE NELL’OPERA DI RILANCIO DEL PD. LE CORRENTI INTERNE DEL PD SOLLEVANO IL PROBLEMA DI UNA PIÙ LARGA COLLEGIALITÀ NELLE DECISIONI E INIZIATIVE DA PRENDERE.
1. DAGONEWS
L’intervista rilasciata da Dario Franceschini a “Repubblica” più che una difesa d’ufficio di Elly Schlein è l’estremo tentativo di “Su-Dario” di portare la segretaria multigender del Pd sotto la sua ala protettiva. L’ex ministro della Cultura, che in tandem con Francesco Boccia decise di puntare su Elly e non su Bonaccini per la segreteria dem, vede il suo piano sgretolarsi a causa dell’ingovernabilità della Schlein. Doveva essere una “figurina”, giovane, scapigliata, sufficientemente “rainbow”, da catturare un elettorato anagraficamente lontano dal Pd. La sua enorme e magnifica inesperienza avrebbe dovuto, nei piani di Franceschini, investire lui e Boccia del ruolo di tutori. Quel che è andato storto è che una volta vinte le primarie, Elly si è insediata al Nazareno e da quel momento si è messa in proprio. Ha smesso di ascoltare i suoi suggeritori ai quali non disse nulla neanche della controversa intervista a “Vogue” in cui parlava della sua armocromista. La segretaria “arcobaleno” fa tutto di testa sua, se ne frega delle priorità politiche della vecchia guardia (ha praticamente ignorato il dossier Rai) e non cavalca le battaglie considerate dirimenti per la sinistra (ad esempio non sono arrivate dichiarazioni della Schlein di risposta a Giorgia Meloni che aveva definito “pizzo di stato” le tasse ai piccoli commercianti). Elly, che sembra accendersi solo per alcune questioni legate ai diritti civili “Ellygbt”, frequenta poco il Nazareno perché pare che abbia dato mandato ad alcuni architetti di dare una rinfrescata alla stanza del segretario. Dopo l’armocromista, il designer d’interni…
Ps: Ad avercela con la Schlein sembra che ci sia anche il commissario europeo Paolo Gentiloni che non ha apprezzato l’idea della segretaria multigender di piazzare sei donne come capolista alle prossime elezioni europee. Tra loro anche la cocca misconociuta di Elly, Marta Bonafoni…
2. FRANCESCHINI: “ONDA DI DESTRA MA ORA NON COMMETTIAMO L’ERRORE DI INGABBIARE ELLY”
Estratto dell’articolo di Stefano Cappellini per “la Repubblica”
Dario Franceschini, si aspettava una sconfitta così pesante per il Pd alle comunali?
«La sconfitta è evidente ma non capisco la sorpresa per la vittoria della destra».
È normale che nei capoluoghi il centrosinistra vinca solo a Vicenza?
«Tanti fattori concomitanti spiegano il risultato. Il primo è un’onda di destra che riguarda tutta l’Europa. Il secondo elemento è fisiologico, ci sono pacchi di studi a dimostrare che in tutti Paesi del mondo, quando si vota nel primo anno di governo, c’è un effetto trascinamento. Infine c’è il terzo elemento, tutto italiano, e cioè una maggioranza unita e una minoranza divisa».
Ma molti attendevano un effetto Schlein già in questa tornata. Teme conseguenze sulla nuova segretaria?
«Nessuno ha la bacchetta magica, nemmeno Schlein. Mi rattrista un po’ che le lezioni del passato non bastino mai. Tutti i leader del Pd, sottoscritto compreso, hanno subito dal primo giorno una azione di logoramento. Allora dico: fermiamoci. Il risultato di queste amministrative non può diventare un alibi per iniziare una normalizzazione di Schlein. Lasciamola lavorare libera, non bisogna ingabbiarla».
Chi vuole ingabbiarla?
«Non penso a qualcuno in particolare, ma vedo un clima insidioso. Si rischia che un risultato negativo di cui Schlein non ha alcuna responsabilità venga usato per iniziare a indebolirla. Anziché processi, facciamo semmai analisi, è sempre più evidente che siamo davanti a un ritorno del bipolarismo. Le leggi elettorali a tutti i livelli spingono verso due coalizioni che si fronteggiano».
[…] «[…] abbiamo quattro anni a disposizione […] per un lavoro lungo su due fronti. Primo fronte, Pd. Secondo fronte, coalizione. Schlein ha già fatto bene al partito, con le primarie ha cominciato a recuperare consensi dall’astensionismo e dai tanti delusi di sinistra. Le va lasciato completare questo lavoro fondamentale. […]».
[…] «Non dobbiamo seguire la formula del tutti contro la destra, indipendentemente da programmi e contenuti. Usiamo questo periodo all’opposizione per preparare terreni comuni a cominciare dalle battaglie parlamentari, per esempio su salario minimo e sanità. […]».
[…] Sicuro che Conte si collochi con certezza nel campo progressista?
«I 5s sono partiti come forza antisistema ma il loro percorso di governo con noi, prima con il Conte bis e poi con Draghi, li ha spostati nel campo progressista[…]».
La destra ha il consenso popolare, per ora.
«La globalizzazione ha costruito nuove paure e la crisi derivante dalla pandemia le ha accentuate. La destra le cavalca offrendo risposte semplici, protettive. Ma la sinistra può offrire migliore protezione su lavoro, salute e ambiente. Senza negare le ragioni delle paure, che sono reali, abbiamo soluzioni in linea con i nostri valori».
[…] Tornando su Schlein, nel Pd c’è chi rimprovera alla segretaria poca nettezza nelle scelte.
«Sono spesso le stesse persone che l’accusavano di essere troppo netta. Bisogna resistere alla tentazione dell’autolesionismo».
Si dice anche: dietro Schlein c’è Franceschini.
«Una tesi che rivela una misoginia di fondo, l’idea che dietro una giovane donna debba esserci per forza un uomo che la manovra».
Non c’è Franceschini dietro Schlein, ma non vorrà negarle un consiglio in questo momento.
«Il mio consiglio è esercitare al massimo la dote della pazienza»