RASSEGNA STAMPA – “IO SONO GIORGIA…..”..FRA STRISCIA LA NOTIZIA E LA STRISCIA DI GAZA…..

”  IO SONO GIORGIA….” FRA STRISCIA LA NOTIZIA E LA  STRISCIA DI GAZA…

 

L’Italia guardona che ha dimestichezza col buco della serratura, pruriginosa ed euforica quando apprende quanto avviene sotto le lenzuola dei potenti, si sta deliziando,da più giorni, con le rivelazioni che hanno portato alla rottura della presidente del consiglio col suo compagno di vita. Si disputa di “pubblico” e di ” ‘privato”, di profilo istituzionale, di rapporto già da tempo compromesso. Non mancano ovviamente i “retroscena” mentre sui social imperversa l’Italia passata dalle scritte nei cessi pubblici alle esternazioni via internet. A livello istituzionale,forse, trattandosi  della più alta carica del governo, l’accaduto andava gestito con più accortezza ,  tutelando  adeguatamente l’immagine della “prima ministra”. Del linguaggio libertino e delle toccatine ai genitali del giornalista che , a microfoni ritenuti spenti propone ad una collega “partouze” a tre o a quattro si è appreso tutto tramite i “fuorionda” trasmigrati da “Striscia la notizia” sui social e diventati-come accade -“virali”. Dai video emergono elementi sufficienti per inquadrare il personaggio che non va comunque criminalizzato perchè negli studi televisivi, prima di andare in onda, le “pari opportunità” prendono spesso una piega da caserma. Di suo, il giornalista “first gentleman”, ci ha messo i suoi dati caratteriali, la spavalderia machista da bar sotto casa, una conclamata assenza di professionalità e una vaga ostentazione  di  sottintesa impunità garantita dalla posizione di “first gentleman”. La signora Giorgia, dal canto suo, se l’è cavata egregiamente guadagnandosi la simpatia e la solidarietà del mondo femminile. Una secca dichiarazione, alla luce dei “fuorionda” diventati di pubblico dominio, che non dava spazio a riserve e valutazioni supplementari: “La storia finisce qui”. E così può essere per quanto riguarda la vicenda privata che non necessita di approfondimenti se non per assecondare la pruderie gossippara di chi si alimenta delle vite altrui. Ma, contrariamente a quanto asserito dalla presidente del consiglio, per la quale nella vicenda non c’è alcuna implicazione politica, resta da capire il ruolo che ha avuto Mediaset , con il suo seguitissimo tg satirico e il suo autore Antonio Ricci che, per quanto autonomo ” per contratto”, non poteva  utilizzare i “fuorionda” senza informarne  Marina e Piersilvio Berlusconi. Tenuti nel cassetto per due mesi, soltanto se i “fuorionda” assumono  i connotati di ostilità politica, l’accaduto non può restare senza conseguenze.Del resto se la presidente del consiglio ricorre alla metafora della goccia che resta acqua e la pietra che resta pietra è sufficientemente allusiva, al di là delle smentite  dagli ambienti dei destinatari.Se il pensiero non era chiaro, l’occasione dei festeggiamenti di un anno governo, dove la Meloni è intervenuta con un video, è stata utilizzata per denunciare “le cattiverie” messe in campo nei suoi confronti. Insomma i “fuorionda” hanno un mandante, con buona pace di Antonio Ricci che non poteva godere della prerogativa di sfregiare l’immagine del capo del governo in partenza per un vertice internazionale senza informarne  “la proprietà”.Il resto del danno politico l’ha fatto l’impietosa assonanza temporale fra” striscia la notizia” e “Striscia di Gaza”, al centro di un vertice internazionale in Egitto. Ecco perchè la soluzione privata per i “fuorionda”, rapida, secca e probabilmente remunerativa sotto il profilo elettorale (“La storia finisce qui”) non risolve le implicazioni politiche che portano a Forza Italia e ai figli di Berlusconi.E i conti, in politica, prima o poi si regolano.