Niccolò Carratelli per “La Stampa” – Estratti
Quel che rimane della legge di bilancio, consumata dalle varie bozze, «è una pioggia di nuove tasse, con un attacco a pensioni e casa». Secondo Giuseppe Conte, averla blindata con lo stop agli emendamenti di maggioranza è «un segno di debolezza, di timore di una conflittualità interna». Il presidente del Movimento 5 stelle contesta praticamente ogni tassello della manovra, a cominciare dall’intervento sulle pensioni: «L’ennesimo tradimento: persino Fornero si è stupita, perché il trio Meloni-Salvini-Tajani è stato più duro di lei». Poi la sanità, a cui sarà dedicato il primo emendamento M5s, perché «il governo la sta trasformando in un bene di lusso, lisciando il pelo agli imprenditori delle cliniche private». Temi su cui c’è possibilità di convergere con le altre opposizioni: «L’11 novembre andrò nella piazza del Pd e proveremo a fare sinergie nelle Regioni e nei Comuni».
Per l’11 novembre, se non altro, avremo il testo definitivo della manovra, no?
«E pensare che il 16 ottobre, approvando la legge di bilancio in Cdm in un’ora, Giorgia Meloni aveva provato a offrire un’immagine edulcorata di coesione tra le forze di maggioranza. Poi sono passate due settimane, durante le quali sono volati stracci di ogni tipo e su ogni tema. Una conflittualità scatenata dal fatto che ciascun partito è stato costretto a rinunciare alle proprie mirabolanti promesse elettorali».
Ora, per evitare altri problemi, non presenteranno emendamenti di maggioranza.
«La blindatura è un chiaro segno di debolezza, temono di non saper gestire la dialettica parlamentare tra loro, prima ancora che con le opposizioni. Mi stupisco che Salvini e Tajani si facciano mettere i piedi in testa e subiscano il diktat sugli emendamenti per “rassicurare i mercati”, come dice il capogruppo di FdI Foti».
Voi, invece, state preparando i vostri emendamenti: quale sarà il primo del Movimento a firma Conte?
«Sulla sanità, che con questo governo diventerà un bene di lusso e non più un diritto garantito dalla Costituzione.
(…) Medici penalizzati anche sul fronte delle pensioni, con tagli pesanti ai loro futuri assegni previdenziali…
«Si fa cassa su 700mila dipendenti pubblici, tra cui medici, infermieri e insegnanti, esaltati a parole e puniti nei fatti. Quello che stanno facendo nel comparto pensioni è una vergogna: meno flessibilità in uscita, Opzione donna diventa sempre più “discriminazione donna” e Quota 103 è un fallimento, lo dicono i numeri dell’Inps (poco più di 5mila lavoratori usciti nel 2023). Con il taglio delle rivalutazioni si colpiscono ancora pensioni tutt’altro che d’oro, 4 o 5 volte la minima. Persino Fornero dice che il trio Meloni-Salvini-Tajani è stato più duro di lei».
In compenso, Forza Italia ha salvaguardato i proprietari di casa, limitando l’intervento sulla cedolare secca per gli affitti brevi, no?
«Non direi, quella che va delineandosi sulla casa è una sorta di patrimoniale: c’è un aumento delle tasse sulla vendita di case ristrutturate, quello della cedolare secca sugli affitti brevi, dal secondo in poi, e non c’è nessun intervento sul caro mutui. Senza dimenticare la tassa sulle auto, con il caro benzina e il mancato taglio delle accise, e l’aumento dell’Iva su prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile».
Aggiungo la riduzione delle agevolazioni fiscali per il rientro in Italia dei cosiddetti “cervelli in fuga”. Che ne pensi?
«Una tassa antipatriottica, un paradosso per un governo nazionalista: hanno fatto raddoppiare gli sbarchi dei migranti, che arrivano più facilmente, e rendono più complicato e penalizzante il ritorno in Italia dei nostri giovani talenti».
Dalle tasse alla sanità, i motivi di protesta non mancano: parteciperete alla piazza del Pd dell’11 novembre?
«Lo scorso giugno Elly Schlein ha portato il saluto suo e del Pd al nostro corteo contro la precarietà, nonostante tra i dem ci siano ancora alcuni nostalgici del Jobs Act di Renzi. Mi farà piacere ricambiare questo sostegno, andando nella loro piazza l’11 novembre, per contestare insieme le politiche di questo governo».
(…) Con Schlein avete discusso a distanza sulla differenza tra chiedere una “pausa umanitaria” o un “cessate il fuoco” a Gaza. La segretaria Pd dice che sono Sottottigliezze. Lei?
«Io porrei la domanda alle famiglie palestinesi, che non hanno nulla a che vedere con Hamas e sono sotto le bombe, private di acqua e corrente elettrica, costrette a scappare. Ricordo che il M5s è stata l’unica forza politica che al Parlamento europeo ha votato compattamente per un cessate il fuoco immediato a Gaza».
Il governo italiano è stato troppo timido? Voi avete molto criticato la scelta di astenersi sulla risoluzione Onu per una tregua umanitaria…
«Guardi, dal primo giorno che si è insediata a Palazzo Chigi, Meloni ha abbandonato il patriottismo nazionalista, per abbracciare un turbo atlantismo del tutto acritico, prima sull’Ucraina e ora su Gaza. La stessa Unione europea ha mostrato una carenza di leadership politica, mentre avrebbe bisogno di leader coraggiosi, che spingano per il cessate il fuoco e convincano Israele a interrompere questa catastrofe umanitaria e a ripiegare su azioni mirate contro Hamas».
C’è la guerra di Gaza, c’è la legge di bilancio, ma il governo fa riunioni sulla riforma costituzionale della ministra Casellati.
«È incredibile che il governo usi quest’arma di distrazione di massa, rispetto a una manovra di tagli e tasse. Ma, più del metodo, preoccupa il merito: si preannuncia un accrocco costituzionale, con interventi a cuor leggero su equilibri delicati, spacciando l’avventurismo per riformismo».