RASSEGNA STAMPA – La Meloni beffata da due comici “putiniani”…

DI SEGUITO LA TELEFONATA INTERCORSA FRA GIORGIA MELONI E DUE COMICI RUSSI SPACCIATISI PER LEADER AFRICANI. L’ACCADUTO RISALE AL 18 SETTEMBRE MA QUALCUNO HA AVUTO INTERESSE A RENDERLO PUBBLICO. AL DI LÀ DELLE IMPLICAZIONI POLITICHE, SORPRENDE CHE DUE COMICI ABBIANO POTUTO BEFFARSI DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO BYPASSANDO FILTRI, PRELIMINARI VERIFICHE E RISCONTRI.

Comico russo: “Che piacere sentirti, grazie per il tuo tempo”.

Meloni: “Come stai?”

Comico russo: “Sto bene, ho sentito notizie molto brutte”.

Meloni: “Sì, sì, la situazione è un po’ difficile, la situazione è molto difficile per noi da gestire. Dall’inizio dell’anno, dunque in pochi mesi, abbiamo avuto più di 120mila persone arrivate principalmente dalla Tunisia. Quindi la situazione è molto difficile da ogni punto di vista. Dal punto di vista umanitario, logistico, di sicurezza. Ciò che vedo è che questi flussi rischiano di aumentare per la situazione che c’è in Africa, soprattutto nel Sahel ma anche per il problema del grano, per tutti i problemi che tu conosci meglio di me. Stiamo lavorando anche nell’Unione Europea per un memorandum in Tunisia per aiutare, non solo per gestire la migrazione. La mia idea è sempre che si debbano fare molte altre cose”.

Comico russo: “Sono d’accordo. Ho appena incontrato Charles Michel, abbiamo avuto una conversazione riguardo la situazione. Ha detto che il problema è che l’Italia non può fermarli. E pensa che il problema è un problema soprattutto per l’Italia”.

Meloni: “Sì, assolutamente. L’Europa per molto tempo ha pensato di poter risolvere il problema limitandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La portata di questo fenomeno colpisce, secondo me, non solo l’Unione Europea, ma anche le Nazioni Unite. Ma il problema è che agli altri non interessa. Non hanno risposto al telefono quando li ho chiamati. E sono tutti d’accordo sul fatto che l’Italia deve risolvere da sola questo problema. Penso che è una maniera molto stupida di pensare a queste cose”. Comico russo: “Ho provato a parlarne a Macron, ma anche lui rifiuta di comprendere la mia posizione…”. Meloni: “Posso chiederti qualcosa, fra me e te…? Tu pensi che ciò che sta accadendo, per esempio in Niger, sia qualcosa che va contro la Francia?”.

Comico russo: “Dico di sì. Specialmente adesso…”.

Meloni: “Vedo che la Francia sta spingendo per una sorta di intervento ma io sto cercando di capire come possiamo sostenere uno sforzo diplomatico. Dobbiamo stare attenti”.

Comico russo: “Perché i francesi non capiscono quelle che sarebbero le ulteriori conseguenze. Se ci fosse un’aggressione militare questo condurrebbe ad un’altra crisi migratoria”.

Meloni: “Ma loro hanno altre priorità, che non sono l’immigrazione in nazioni come il Niger come sai. Il loro punto di vista non è necessariamente il mio. Loro hanno l’uranio, il franco africano…Loro hanno delle priorità che sono priorità nazionali. Noi stiamo provando a dire loro…non dobbiamo – come si dice – fare cose che ci creano più problemi di quanti già ne abbiamo”.

Comico russo: “Ma un altro problema è come lavorare sulla nuova iniziativa del Mar Nero. Cosa ne pensi di sbloccare alcune banche russe?”.

Meloni: “Penso che dobbiamo discuterne. Dobbiamo trovare una soluzione per una situazione che è impossibile da fronteggiare per noi. Ci deve essere una soluzione. Ne ho discusso anche al G20 nel meeting sull’Africa. Se noi permettiamo alla Russia di ricattarci potrebbe essere ancora peggio. Ma se non troviamo altre soluzioni diventa un problema impossibile. In qualche modo dobbiamo uscirne. La Polonia potrebbe essere la strada giusta ma stanno avendo problemi…”.

Comico russo: “Il problema è che ci aspettavamo che la guerra potesse finire grazie ad una buona controffensiva ucraina, ma ora vedo che non è così di successo come mi aspettavo. Quindi (…) molti nostri e miei amici nel continente stanno aspettando un qualsiasi negoziato affinché Ucraina e Russia fermino questo conflitto”.

Meloni: “Lo capisco. E anche l’immigrazione e i problemi che abbiamo con l’inflazione, la crisi energetica, è difficile per tutti noi. (…) Uno dei miei piani strategici su cui sto tentando di discutere anche con gli altri Paesi europei è un piano di investimento per l’energia in Africa. Penso che potrebbe essere, assolutamente non immediato quando inizi a fare un investimento…Nei primi giorni di novembre presenteremo qui a Roma in una conferenza il nostro Piano Mattei, che consiste nell’investire soprattutto nell’energia per l’Africa, per produrla e per esportarla se riescono. Il prossimo anno avremo anche la presidenza del G7. E mi piacerebbe concentrare la nostra presidenza del G7 soprattutto sul tema dell’Africa. Andiamo verso un’epoca in cui (..) è già troppo tardi. Dobbiamo muoverci”.

Comico russo: “Posso chiederti cosa pensi dei piani di alcuni funzionari britannici di inviare alcuni migranti in Ruanda?”.

Meloni: “Sì. Non ne ho discusso. Non so quali sono gli elementi di questo accordo. Il problema che abbiamo è anche che queste persone che arrivano illegalmente sono impossibili da integrare. Loro perdono molto tempo nell’intervallo che impieghiamo a processare le loro richieste, e poi perdiamo le tracce di molti di loro, alcuni finiscono tra le mani della criminalità organizzata, alcuni vanno in altri Paesi e tentano di rimandarli indietro…”

Comico russo: “Ma pensi che la Commissione Europea lo capisca?”.

Meloni: “Cosa?”

Comico russo: “Pensi che la Commissione Europea comprenda questa…”.

Meloni: “La Commissione Europea DICE di capirlo (ride, ndB). Il problema è di quanto tempo ha bisogno per darci risposte concrete. In conclusione del Consiglio Europeo, nelle parole di Ursula von der Leyen, loro capiscono assolutamente ma quando chiedi di prendere i soldi e di investire per aiutarci, per discutere con questi Paesi, beh, lì diventa più difficile. Devo dire la verità. Questo riguarda anche la Tunisia. Ho organizzato questo memorandum tra Europa e Tunisia che il presidente Saied ha firmato con noi alla metà di luglio, ma lui non ha visto ancora un euro”.

Comico russo: “Quanto pensi che durerà il conflitto tra Ucraina e Russia? Hai avuto conversazioni con il presidente Biden e altri?”.

Meloni: “Vedo che c’è molta stanchezza, devo dire la verità. Da tutti i lati. Siamo vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita. Il problema è trovarne una che possa essere accettabile per entrambi senza distruggere il diritto internazionale. Ho alcune idee su questo, su come gestire la situazione ma sto aspettando il momento giusto per mettere sul tavolo questo idee”.

Comico russo: “L’Ucraina non sta avendo il successo che tutti ci aspettavamo…”.

Meloni: “La controffensiva dell’Ucraina forse non sta funzionando come ci aspettavamo. Sta andando avanti ma non ha cambiato le sorti del conflitto. Dunque tutti capiamo che potrebbe durare molti anni se non proviamo a trovare qualche soluzione. Il problema è quale situazione è accettabile per entrambi senza aprire altri conflitti. (…) Tu sai cosa penso riguardo la Libia. Forse non lo sai (ride, ndB). Potremmo discuterne per ore, amico mio, su ciò che è accaduto in Libia! Forse oggi qualcuno capisce che la situazione del dopo non è stata così buona, non è stata migliore. (Incomprensibile) Dobbiamo fare funzionare il nostro cervello.

Comico russo: “Abbiamo bisogno di soldi ma non ne chiediamo ad altre istituzioni come la Commissione Europea. Vedo che tutti i soldi dell’UE stanno andando in Ucraina adesso”.

Meloni: “Ciò su cui sto lavorando è farne arrivare anche in Africa. Questo è il mio primo impegno. Come saprai se segui un po’ ciò che dico a tutti, dagli americani alla NATO, dico ovunque che dobbiamo prenderci cura dell’Africa”.

Comico russo: “Inoltre non sono d’accordo con l’ideologia nazionale dell’Ucraina, intendo Bandera, ci sono nazionalisti in Ucraina, che è la cosa che la Russia odia maggiormente”.

Meloni: “No, non sono d’accordo. Loro hanno il diritto di farlo. Io penso che il problema del nazionalismo è un problema che ha Putin”.

Comico russo: “Sto parlando di Stepan Bandera, è una persona che la Russia presenta come Hitler”.

Meloni: “Non lo so. Io penso che stanno facendo quello che devono e ciò che è loro diritto di fare. E noi stiamo cercando di aiutarli”.

Comico russo: “Ad ogni modo, signora primo ministro, grazie per questa conversazione”.

Meloni: “No grazie a te! Spero che possiamo avere altre occasioni. Grazie, grazie mille. Ciao”.

Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

C’è già chi dice che, dopo l’imboscata dei “comici” russi a Giorgia Meloni, ci sarà una testa a cadere, quella del consigliere diplomatico di palazzo Chigi Francesco Talò. La realtà è che Talò è comunque vicino alla pensione, e si parla da tempo di un possibile avvicendamento con l’ambasciatore Luca Ferrari, che attualmente è a capo dell’Unità per il supporto alle attività dello Sherpa del G7/G20. Tra l’altro non è ancora nemmeno certo che abbia gestito materialmente lui la telefonata dei due russi, fatto sta che è lui il responsabile dell’ufficio, e in questi casi il responsabile è quello che potrebbe pagare. Anche se è possibile che Meloni attenda un po’, per non cedere alle richieste di dimissioni immediate che arrivano dall’opposizione. Il che delinea un paradosso: Talò è certamente uno dei tasselli più atlantisti della nostra diplomazia, che ha al suo interno, come noto, diverse differenti cordate, non tutte esattamente euro-atlantiste. Gli altri componenti dell’ufficio che è stato gabbato dai russi – con il forte sospetto che dietro la mano dei comici ci sia una operazione di interferenza coordinata dai servizi esteri russi – sono il consigliere diplomatico aggiunto Alessandro Cattaneo, i consiglieri di ambasciata Luca Laudiero, Andrea Arnaldo, Lorenzo Ortona, Lucia Pasqualini, e i consiglieri di legazione Stefano La Tella e Raffaella Di Carlo. E non si può neanche dire che Talò fosse tecnicamente uno sprovveduto, con quarant’anni in diplomazia culminati con l’incarico di rappresentante permanente dell’Italia presso la Nato a Bruxelles dal 2019, e prima, Talò era stato il coordinatore per la sicurezza cibernetica alla Farnesina (2017-2019), una figura che dovrebbe occuparsi istituzionalmente proprio del coordinamento delle attività italiane contro le interferenze, la disinformation, le ingerenze estere (cibernetiche, ma poi non solo). Talò aveva poi ricoperto incarichi come inviato speciale del ministro degli Esteri per l’Afghanistan e il Pakistan (2011-2012), e in precedenza era stato console generale a New York (dal 2007 al 2011), e capo missione a Tel Aviv, da cui si è portato dietro nella carriera un costante impegno contro la diffusione dell’antisemitismo in occidente. Insomma, sul caso sembra esserci poco da ridere. Il primissimo a dare la notizia dello «scherzo» a Meloni è stato, anche questo non sembra essere casuale, il propagandista di stato più amato da Vladimir Putin, Vladimir Solovyov, che è anche quello più introdotto nei servizi russi. Il fatto che proprio l’ufficio di Talò sia incappato in questa vicenda è una doppia soddisfazione per Mosca, perché Talò è considerato uno dei capofila del “partito atlantico” di Palazzo Chigi, è stato a New York, come si diceva, e prima era il vice di Gianni Castellaneta, e era a New York anche l’11 settembre 2001, un evento che ha contribuito a rafforzare il suo impegno atlantista. A gennaio proprio Talò era stato a Washington a tenere colloqui al Dipartimento di Stato con la numero due della diplomazia statunitense Wendy Sherman, e a Washington aveva incontrato il Consigliere per la Sicurezza nazionale americano. Se Meloni ha assunto posizioni corrette e euro-atlantiche nel dossier ucraino-russo (posizioni che di fatto non smentisce neanche nella telefonata con i due russi), molto si deve anche al lavoro di Talò. Gioia al Cremlino per la beffa dei due comici che, guarda caso, scherzano su tutti i leader sgraditi al Cremlino (l’ultimo “scherzo” era stato fatto al ministro inglese Ben Wallace), ma sul Cremlino poi non scherzano mai. Che la cosa puzzi di “operazione” lontano un miglio è confermato anche da date e orari. Il primo a rilanciare la telefonata dei due russi è stato, si diceva, il propagandista di stato Solovyov, alle 8.11 di stamattina su telegram. Tuttavia Palazzo Chigi informa che l’episodio è avvenuto «il giorno 18 settembre  […]». In Russia però hanno aspettato 45 giorni per diffondere questo audio: lo fanno esattamente nel momento in cui il Cremlino sta spargendo attraverso mille canali occidentali la narrazione più gradita, quella […] della stanchezza dell’Occidente per lo stallo della guerra in Ucraina. […]