RASSEGNA STAMPA – Il dramma di Salvini è non superare il 10 per cento…

(nella foto Matteo Salvini e Giorgia Meloni)

 

Estratto dell’articolo di Salvatore Merlo per “il Foglio”

Siamo da tempo degli estimatori convinti del senatore Matteo Salvini, e non passa giorno in terra in cui egli non ci confermi questo nostro giudizio positivo che fa piazza pulita di tutti quegli spiritosi secondo i quali questo senatore, e vicepremier, sarebbe al contrario attrezzato per la politica all’incirca come il boscimane medio lo è per la psicologia. Sciocchezze. […] Il vicepremier, e segretario della Lega, […], per guadagnare voti ogni volta che ha potuto ha fatto capire di non condividere quello che faceva la sua presidente: dall’immigrazione alle pensioni, passando per il premierato. Ragione per la quale egli chiamava Marine Le Pen a sparare a palle incatenate contro l’Europa nello stesso giorno in cui Meloni portava Ursula von der Leyen a Lampedusa. C’era del metodo. Altroché. Del genio. Per questo Salvini lasciava che il fidato Andrea Crippa, il vicesegretario leghista (anzi il vice genio), si lanciasse nella delicatezza di ricordare ai tedeschi che sono stati nazisti. Questa si chiama strategia. E più si avvicinano le elezioni europee […], più la volpe del Giambellino insiste: per recuperare voti bisogna distinguersi ancora di più dal governo. Una mossa da Cristiano Ronaldo della politica. Sicché adesso, […] Euromedia Research certifica questo straordinario talento. Se si votasse oggi infatti la Lega prenderebbe tra l’8 e il 9,5 per cento dei voti, che sono all’incirca quanto aveva preso già alle politiche disastrose di un anno fa. Ma il vero grande trionfo di Salvini è nel rapporto sulla “soddisfazione” dei leghisti rispetto al governo. Ebbene, il 50 per cento degli elettori della Lega è “soddisfatto”, il 30 per cento è “insoddisfatto” e il 20 non si esprime. In pratica Salvini […] non ha guadagnato manco un voto rispetto a un anno fa, ma è riuscito nell’impresa di convincere quasi la metà degli elettori leghisti a nutrire sentimenti di diffidenza nei confronti del governo di cui lui stesso fa parte. E poi non dite che non ha stoffa.