(nella foto tunnel di Hamas sotto Gaza)
Estratto dell’articolo di Raffaele Genah per “Il Messaggero”
[…] Ma le sorti di questa guerra, dei terroristi e degli ostaggi si decideranno probabilmente altrove, al di sotto di questo campo di battaglia. Nella ragnatela di tunnel costruiti dal 2006 ad oggi dai terroristi islamici di Hamas, i macellai responsabili dei massacri del 7 ottobre scorso. Forse la guerra urbana più difficile da combattere, sicuramente quella che nessun soldato vorrebbe affrontare per l’enorme quantità di insidie che concentra. Laggiù nel buio e ad una profondità pari a quella di venti o trenta piani di un palazzo, Hamas «nasconde i suoi centri di comando, i bunker dove vengono stivate armi, esplosivi, giubbotti, granate, fucili di assalto AK-47, lanciamissili, razzi». Tutto questo campionario è stato mostrato in un video diffuso dal portavoce dell’esercito, il contrammiraglio Daniel Hagari che lo ha illustrato guidando personalmente la telecamera al di sotto dell’ospedale pediatrico Rantisi di Gaza. È qui che, da quasi quaranta giorni, sono stati portati i 240 ostaggi, 34 dei quali bambini o ragazzi. Una delle 4 persone che sono riemerse dall’inferno, ha raccontato di aver camminato a lungo, attraversando tunnel bagnati e umidi prima di raggiungere una grande sala dove erano tenuti altri 24 rapiti. La presenza degli ostaggi rende – se possibile – ancora più difficile l’impresa dei corpi speciali dell’esercito che dovranno portare a termine la missione. Si tratta di un’unità di élite del Genio, chiamata Yahalom, addestrata proprio a compiti di ingegneria speciali tra cui il sabotaggio, la localizzazione e la distruzione di tunnel, la neutralizzazione di ordigni esplosivi e la bonifica di campi minati. […] Per questo la Yahalom fa largo uso di robot e dispositivi telecomandati che possono percorrere un chilometro in un’ora. Ma laggiù, tutto è più complicato […] Con un’ulteriore difficoltà – oltre alla presenza di tanti ostaggi detenuti in luoghi diversi – come fanno notare altri studiosi di strategie di guerra: in questo caso, ci si muove senza Gps e con le comunicazioni ad alto rischio. […]