Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”
Cosa resterà dei due giorni di dibattito parlamentare che hanno preceduto il vertice dei leader europei a Bruxelles dove Meloni è arrivata ieri sera? Soprattutto il grande nervosismo della premier, i suoi interventi evidentemente fuori tono, con le vene che vibravano sul collo. Oltre alla gaffe su Draghi, corretta martedì sera con un comunicato alquanto goffo e ieri in Senato con quella che si potrebbe definire una toppa peggiore del buco. Finora infatti la possibile candidatura dell’ex premier e ex-presidente della Bce da parte del presidente francese Macron a uno dei vertici apicali dell’Unione era rimasta materia di uno scoop giornalistico di Repubblica non smentito e non confermato. […] C’è voluta la doppia gaffe di Meloni […] per far capire che l’eventualità di un ritorno in campo di SuperMario esiste. E che l’ipotesi che a candidarlo alla presidenza del Consiglio europeo, più che della Commissione, dove Von der Leyen vorrebbe tentare un nuovo mandato, sia Macron, metterebbe l’Italia, e in particolare il governo italiano in difficoltà. Perché toccherebbe a Meloni il “sì” o il “no” più pesante, di fronte a un’iniziativa francese che partirebbe solo con l’avallo anche tedesco. Di qui l’incubo della foto sul treno per Kiev, con Draghi insieme a Macron e a Scholz che ha fatto saltare i nervi alla premier. Va da sè che il ritorno sulla scena di un super tecnico, per il governo che ha affermato fin qui il primato del ritorno della politica a dispetto degli esecutivi d’emergenza costruiti al Quirinale, sarebbe un boccone assai difficile da digerire. E renderebbe ancora più visibile la contraddizione tra l’idea di “Europa delle Nazioni” professata fin qui da Meloni […] e il progressivo avvicinamento […] che la premier ha fatto all’Europa sovranazionale com’è adesso. O forse sarebbe meglio dire come fatica ad essere. È con questo rovello, e con le minacce di esercitare il veto sull’ipotesi di riforma del Patto di Stabilità, che Meloni è atterrata ieri sera a Bruxelles. […]