Estratto dell’articolo di David Carretta per www.ilfoglio.it
Un altro pezzo del Green deal e della strategia Farm to fork è stato sacrificato da Ursula von der Leyen sull’altare della collera rurale. La presidente della Commissione ha annunciato davanti al Parlamento europeo il ritiro della proposta “Sur”, che mira a ridurre del 50 per cento l’uso di pesticidi nel settore agricolo entro il 2030. L’annuncio è cosmetico. La proposta, contestata dall’industria dei pesticidi e dalle grandi lobby agricole, era già stata rigettata dal Parlamento europeo ed era in stallo nei negoziati tra i governi al Parlamento europeo. Ma l’annuncio è altamente simbolico. Di fronte alle proteste degli agricoltori, a quattro mesi dalle elezioni europee, von der Leyen ha scelto di rinunciare agli obiettivi più ambiziosi del Green deal, anche a costo di compromettere la promessa di azzerare le emissioni nette dell’Ue entro il 2050. Il ritiro […] arriva dopo il lancio del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura, il nuovo rinvio dell’introduzione obbligo di mettere a riposo il 4 per cento dei terreni coltivabili, l’introduzione di salvaguardie per limitare le importazioni di prodotti agricoli dall’Ucraina, la sospensione di fatto dei negoziati sull’accordo di libero scambio con il Mercosur e la promessa di una proposta entro fine mese per ridurre il carico amministrativo degli agricoltori. […] Questo pomeriggio la Commissione presenterà gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2040: un taglio del 90 per cento rispetto ai valori del 1990. Le emissioni del settore agricolo ammontano al 14,3 per cento del totale nell’Ue. L’agricoltura è stata sostanzialmente risparmiata dai sacrifici e dagli investimenti necessari a realizzare l’obiettivo di tagliare del 55 per cento le emissioni entro il 2030. Ma gli agricoltori saranno nuovamente risparmiati dalla proposta di oggi della Commissione. Dai documenti che saranno adottati dal collegio presieduto da von der Leyen sono scomparsi i riferimenti a una riduzione del 30 per cento delle emissioni di metano, azoto e altri gas legati all’agricoltura. Nelle bozze originarie, il settore agricolo era considerato come “una delle aree fondamentali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra entro il 2040”.