FORZA ITALIA, IL DOPO CAV: TAJANI CON QUATTRO VICE
Estratto dell’articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”
È il secondo congresso dalla nascita, nel lontano 1994. Il terzo, se si considera anche la parentesi del Popolo della libertà. Ma soprattutto il primo che verrà celebrato senza il «sole in tasca» di Silvio Berlusconi. […] il tema dell’«eredità» non si pone, perché «il leader poteva essere solo Berlusconi, gli eredi siamo tutti noi: il segretario chiarisce Tajani sarà un primo tra pari, che avrà bisogno di una grande squadra». E la squadra, come prevede lo statuto, sarà composta da quattro vice-segretari. Nessun «vicario», sottolinea il vicepremier: «Chi prenderà più voti, o una parità di voti risulterà il più anziano, potrà sostituire il segretario in caso di impedimento. Ma avranno tutti lo stesso ruolo e potere». Una risposta neanche tanto velata alle indiscrezioni su un presunto attivismo di Marta Fascina per far arrivare primo nella conta Stefano Benigni, attuale responsabile dei giovani (e soprattutto vicinissimo alla compagna del Cav). Proprio Benigni, salvo stravolgimenti improbabili, sarà uno dei quattro vice. Gli altri tre posti verranno assegnati a Deborah Bergamini e ai governatori di Piemonte e Calabria Alberto Cirio e Roberto Occhiuto. Mentre non sarebbe più in pista la candidatura di Renato Schifani, che nelle scorse settimane aveva chiesto più peso ai vertici nazionali per la sua Sicilia. […]
TAJANI LANCIA LA NUOVA FORZA ITALIA, LA VERA SFIDA È PER IL NUMERO DUE
Estratto dell’articolo di Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
La sfida più dura è quella per arrivare secondi. È il primo congresso di Forza Italia del dopo Silvio Berlusconi — 1.200 delegati, venerdì e sabato al palazzo dei Congressi dell’Eur — ma lo schema non cambia: per il ruolo di leader non c’è partita. Sarà incoronato Antonio Tajani. Lui assicura che non sarà «un uomo solo al comando. Ci sarà una squadra, c’è una classe dirigente di alto livello». La sfida è tutta sui vicesegretari. Saranno quattro, eletti dall’Assemblea azzurra. E anche se Tajani sottolinea che i 4 «avranno tutti lo stesso ruolo e potere», uno solo sarà il D’Artagnan. Il più vice degli altri, il vicario. Insomma, il numero due del partito. I termini per la presentazione delle candidature dei vice scadono oggi alle 15. Ma i nomi dei vincitori sono già annunciati e ci sono i favoriti anche per il ruolo di vicario. Il quartetto è composto da Deborah Bergamini, Alberto Cirio, Stefano Benigni e Roberto Occhiuto. Hanno prevalso loro nel gioco dei veti incrociati, degli equilibri tra le correnti. Una partita dove pesano anche i rapporti personali, vecchie amicizie e legami che prescindono dal posizionamento politico. Ognuno rappresenta qualcosa. Bergamini, a lungo portavoce di Forza Italia, quattro volte parlamentare, incarna la storia degli azzurri, è nel partito dagli inizi e qui ha ricoperto più ruoli. «È il revival, che va bene sempre», commenta in Transatlantico un esponente di FI. Storicamente legata a Tajani, Bergamini vanta un dialogo con Marina Berlusconi che le potrebbe essere funzionale per il match del congresso. Anche Cirio, presidente della Regione Piemonte, è legato a Tajani, anche se in molti fanno notare che in un recente passato «era vicinissimo a Licia». Licia, va da sé, è Ronzulli, colei che prima dell’avvento di Marta Fascina deteneva le chiavi del partito ed era sempre presente a Villa San Martino. Le chance di Cirio? È il candidato del Nord, questa la sua forza in sede di congresso.
Poi si arriva ai due favoriti.
Benigni è il più giovane dei quattro. Classe ’87, coordinatore dei Giovani azzurri, è alla seconda legislatura a Montecitorio. Fin qui il curriculum base. Poi c’è il dettaglio che fa la differenza: Benigni è un fedelissimo moschettiere della compagna del Cavaliere, Marta Fascina. E proprio quest’ultima si starebbe muovendo a tutti i livelli per fare in modo che «l’amico Stefano» diventi il secondo del partito. l Fatto ha raccontato che Fascina avrebbe chiesto aiuto a un vecchio amico di Berlusconi, Marcello Dell’Utri. E che quest’ultimo, a sua volta, avrebbe chiamato i suoi riferimenti all’Assemblea regionale siciliana. Indiscrezioni che fanno sorridere Dell’Utri: «Non mi occupo di queste cose. Non c’entro niente. Mi mettono sempre in mezzo, a stento ho saputo che c’è il congresso l’altro giorno». I fasciniani, in ogni caso, si giocheranno la partita fino alla fine. E se la dovranno vedere con il favoritissimo: Roberto Occhiuto. Nella mappa delle correnti di Forza Italia Occhiuto sembra essere il più indipendente. È rimasto legato a Licia Ronzulli e gode della stima di Tajani. Il suo grande sponsor è l’eurodeputato Fulvio Martusciello: «Abbiamo sottoscritto la candidatura di Occhiuto: è l’immagine del Sud che lavora e non perde il proprio tempo a polemizzare».