DOPO IL VOTO DI GIUGNO, CON LA SINISTRA SE NON SOCCOMBENTE SOPRAVVISSUTA A SE STESSA, SAREMO A CHIEDERCI CHE RUOLO MAI POTESSE SVOLGERE GIUSEPPE CONTE NEL CONTRASTARE IL GOVERNO DI “FRATELLI SORELLE E COGNATI D’ITALIA”. SI E’ DETTO CHE E’ ARRIVATO ALLA POLITICA PER CASO O CHE, ESSENDO SCONOSCIUTO AI PIU’, LO SI POTEVA “COSTRUIRE” A MISURA DI GRILLISMO E POCHETTE. NON E’ DATO SAPERE SE GRILLO NE AVESSE COLTO I LIMITI DA SUBITO MA SUCCESSIVAMENTE NON SI E’ SOTTRATTO A RICONOSCERE CHE L’AVVOCATO DEL POPOLO MANCA DI MANAGERIALITA’ E NON HA UNA “VISIONE” DELLA MISSIONE POLITICA. BERLUSCONI AVREBBE DETTO CHE GLI MANCA QUEL “QUID” CHE FA DI UNA PERSONA ORDINARIA UNA PERSONA DI TALENTO. PER CUI NON C’E’ DA ASPETTARSI MOLTO DAL SUO IMPEGNO IN CAMPAGNA ELETTORALE. E’ CONCENTRATO SULLA DISTANZA CHE NEI SONDAGGI LO SEPARA DAL PD E SI SPENDERA’ PER SOTTRARRE VOTI AL PD PIUTTOSTO CHE FARE PERDERE VOTI ALLA MELONI E A SALVINI. QUANTO A FORZA ITALIA STA FACENDO CON DISCREZIONE “CAMPAGNA ACQUISTI” PROPRIO NELL’ELETTORATO CHE FU “GRILLINO”. IL TEMPO DEI “VAFFA’ E’ LONTANO E BISOGNA PUR VIVERE.
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera” – Estratti
I sondaggi non vanno benissimo. Nonostante il movimentismo e il pacifismo, i 5 Stelle non riescono a sfondare e Giuseppe Conte è preoccupato. Ad amplificare i timori dell’ex premier contribuiscono due fattori. Primo, la sua decisione di non candidarsi alle Europee, al contrario di quasi tutti gli altri leader politici, inevitabilmente toglie un possibile traino al Movimento. Secondo, il previsto confronto in tv tra Schlein e Meloni con l’inevitabile polarizzazione che ne consegue, rischia di lasciar nell’ombra il leader del M5S. Sul secondo fattore Conte non può fare nulla se non ipotizzare, insieme con Avs, un ricorso all’Agcom: «Vogliamo che siano rispettate le regole della par condicio. Siamo in una campagna elettorale per un voto proporzionale, non ci sono partiti o leader che rappresentano la maggioranza e l’opposizione. Tutti i leader rappresentano i propri partiti. Crediamo che questa impostazione del confronto televisivo sia profondamente sbagliata, vogliamo il rispetto degli elettori. Non siano ingannati», dichiara l’ex premier. Ma sulla candidatura di Elly Schlein alle Europee, sì che Conte può agire. Lo fa presentando una proposta di legge sulla incandidabilità dei parlamentari nazionali a Strasburgo. È chiaro che la proposta in sé lascia il tempo che trova, ma l’obiettivo è un altro: fare tutta la campagna elettorale sull’«inganno agli elettori» perpetrato dal duo Meloni-Schlein, che pur presentandosi alle Europee non andrà a Strasburgo. L’annuncio è di ieri mattina e il leader del M5S lo enfatizza il più possibile, nel corso del suo incontro con la stampa estera: «Ho depositato una proposta di legge in materia di incandidabilità dai membri del Parlamento nazionale a quello europeo. Se verrà approvata, non potranno essere candidati coloro che ricoprono la carica di deputato, senatore e componente del governo alla data di convocazione dei comizi elettorali. Questo inganno collettivo che si sta consumando a danno dei cittadini non sarà più possibile». Conte parla alla presidente del Consiglio perché la segretaria del Partito democratico intenda: «È un malcostume italiano (…) Se portiamo marketing e inganno non stupiamoci se aumentano gli astensionisti». Conte ha deciso che questo sarà uno dei suoi cavalli di battaglia ma Schlein non appare preoccupata: «Siamo concentrati sulla nostra campagna per le Europee». Ha già spiegato più volte che la sua è «una candidatura di servizio» per «dare una mano alla squadra».