84 ANNI, QUINTA ELEMENTARE, MILIARDARIO E AMANTE DEL LUSSO NON SI E’ RISPARMIATO DURANTE L’INTERROGATORIO. HA DETTO TUTTO QUELLO CHE SAPEVA E DEI PAGAMENTI FATTI ALLA POLITICA. I DIFENSORI E IL FIGLIO ROBERTO ADOMBRANO UN QUADRO PSICO-EMOTIVO CHE NON ESCLUDE L’OPPORTUNITÀ DI UN TEST PSICOLOGICO. SE E’ UN TENTATIVO PER SMINUIRNE L’ATTENDIBILITA’ NE GUADAGNEREBBE LA POSIZIONE DI TOTI.
Estratto dell’articolo di www.lastampa.it
“Io voglio parlare, non me ne frega niente”. Inizia così l’interrogatorio davanti al Gip di Aldo Spinelli, l’imprenditore ai domiciliari nell’inchiesta per corruzione della procura di Genova che ha portato all’arresto anche del presidente della Liguria Giovanni Toti. Una presa di posizione netta nonostante il suo avvocato poco prima lo invitasse ad avvalersi della facoltà dio non rispondere anche per via della glicemia molto alta. “Ma non vuol dire – dice Spinelli riferendosi proprio alla glicemia – io voglio parlare…non me ne frega niente…la posso misurare anche davanti a voi, però è scesa”. Poco dopo l’imprenditore, come scrivono alcuni giornali, si lancia in un altro discorso che poco c’entra con l’interrogatorio. Il giudice chiede infatti dove e quando è nato e lui risponde: “il 4 gennaio del 1940 però mi sento dell’80, non del ’40”. Un quarantenne e non un’ottantaquattrenne insomma, che è un fiume in piena tanto che la giudice gli ricorda: “guardi, qui siamo in sede di interrogatorio e quindi se lei decide di rispondere deve rispondere alle domande che le vengono fatte e io ora non le ho fatto ancora nessuna domanda” (Spinelli aveva detto “giudice, guardi io vorrei rispondere perché non ho niente… purtroppo le dico quello che penso. Io sono un cittadino italiano e pago 10-11 milioni di tasse l’anno…”). E poco più avanti lo riprende di nuovo, quando Spinelli la chiama “signorina”. “Guardi – risponde la gip Faggioni – io non mi chiamo ‘signorina’, se vuole mi chiami dottoressa perché sono un giudice”. In mattinata il figlio di Spinelli aveva provato a prevenire/arginare il padre. Una persona “ingestibile” per la quale più volte si era pensato a “mettergli un amministratore di sostegno”. Questo il ritratto che Roberto Spinelli fa del padre Aldo davanti al giudice per le indagini preliminari che sta indagando sull’inchiesta Genova. “Dopo la scomparsa di mia madre era impossibile gestirlo. Era una situazione in cui più volte abbiamo pensato di mettergli l’amministratore di sostegno”, le sue parole rilanciate da alcuni quotidiani. Sui rapporti col governatore Toti, “mio padre non riusciva a capire che non si poteva fare”, e comunque era “Toti che lo chiamava” quando c’erano “situazioni elettorali o delle cene”. “Toti ci faceva le sceneggiate per chiedere i finanziamenti”, racconta Spinelli jr al giudice parlando di una situazione da “far west”, con il padre che continuava a disattendere i suoi consigli. Al giudice, Roberto Spinelli racconta anche i rapporti tra il padre e il presidente dell’Autorità portuale Paolo Signorini. “Lui ha trovato in questo Signorini un supporto – racconta -. Non c’era più mia madre, mio padre ha la quinta elementare ed è un uomo di 84 anni, ma Signorini è una persona laureata, scolarizzata, nella sua vita penso volesse fare il funzionario pubblico e poi è andato in Iren, uno di questo livello può fare queste cose?”. […]