PER IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO E’ IRRILEVANTE CHE IL 77 PER CENTO DEI FRANCESI ABBIA RISPOSTO AL “BARRAGE” PER FERMARE L’AVANZATA DELLA DESTRA. UNA CONFERMA INDIRETTA -LE PAROLE DI LAVROV- DELLA POSIZIONE FILOPUTINIANA DI MARINE LE PEN. IL POPOLO FRANCESE, CHIAMATO AD ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ DELLA DESTRA AL GOVERNO HA DATO LA SUA RISPOSTA. ORA AI PARTITI DEL FRONTE DEMOCRATICO LA RESPONSABILITA’ DI FORMARE UN GOVERNO.
Estratto dell’articolo di Riccardo Ricci per “la Repubblica”
Le elezioni parlamentari in Francia «non assomigliano molto alla democrazia»: è il caustico commento rilasciato dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, mentre gli elettori francesi affollavano ancora le urne. A scontentare Mosca è la divisione in due turni e, in particolare, la possibilità per i candidati di farsi da parte per favorire i colleghi nella corsa contro «i cosiddetti conservatori e populisti».
Vale a dire la coalizione di destra, che rispetto al primo turno ha visto il proprio peso relativo enormemente ridotto. Il riferimento è ai 244 candidati che si sono ritirati dalla corsa tra il primo e il secondo turno, in gran parte provenienti dalla sinistra e dal centro.
«A quanto pare, il secondo turno è stato concepito proprio per manipolare la volontà degli elettori espressa durante il primo turno», ha aggiunto Lavrov. «E se fosse utilizzato il risultato del primo turno come base per la formazione del parlamento, ci sarebbero cambiamenti molto seri in Francia», ha aggiunto.
Alla vigilia del secondo turno in una intervista alla rivista Russia in Global Affairs, il direttore dell’Osservatorio franco-russo Arnaud Dubien ha espresso il proprio parere sull’imminente tornata elettorale e sui rischi di una strategia volta unicamente a contenere il Rassemblement National: «Il piano principale è impedire ad ogni costo al partito di Le Pen di arrivare al potere – ha detto Dubien – e il prezzo sarà alto». […]
Per il senatore Aleksej Pushkov la principale minaccia per la Francia proviene proprio dal governo dei liberali, incarnati nei macronisti e, ovviamente, nei «trotskisti di estrema sinistra». Tutti colpevoli, tra l’altro, di aver tentato di trascinare la Francia in una guerra con la Russia. «Sono i macronisti che vogliono mandare i soldati francesi a combattere in Ucraina – ha ricordato Pushkov – Sono i liberali che perseguono una politica di sanzioni e subordinazione a Bruxelles, di cui soffre l’economia francese».
All’indomani del primo turno, il governo russo aveva definitivamente palesato il proprio interesse per la vittoria della coalizione delle forze di destra. Lo aveva fatto con un post di Andrej Nastasin, vice portavoce del ministero degli Esteri russo: «Il popolo francese è alla ricerca di una politica estera sovrana che serva i propri interessi nazionali e di una rottura con i dettami di Washington e Bruxelles» […]
Dal Rassemblement National Mosca si aspettava riconoscenza per i finanziamenti ottenuti dal partito un decennio fa e continuità nella politica di opposizione alle sanzioni antirusse, introdotte con l’inizio dell’operazione militare in Ucraina. Tuttavia, con l’avanzare della campagna per le parlamentari europee e in vista delle politiche nazionali, il partito di estrema destra sembra essersi allineato con le altre forze in campo sul dossier russo nel tentativo di allargare la base di consenso. La sconfitta di Rn raddoppia il malcontento di Mosca.