COSENZA – IL “TEATRO POLITICO” PERDE UNO DEI SUOI PROTAGONISTI

(Aldo Perfetti)

COSENZA – IL “TEATRO POLITICO” PERDE UNO DEI SUOI PROTAGONISTI

Nella città svuotata dalla calura agostana erano in molti nella chiesa di S.Teresa a dare l’ultimo saluto ad Aldo Perfetti, venuto a mancare a pochi giorni dal suo 80 compleanno. C’erano i “compagni” del GRUPPOTTANTA, il collettivo politico-culturale che ha vissuto una lunga stagione di protagonismo fra impegno politico, cultura e spettacolo, accorsi dalle residenze estive. Aldo Perfetti, professionalmente avvocato e docente di filosofia e pedagogia, è stato un animatore appassionato della vita artistica e culturale della città. La voce imponente, come il corpo. Aldo Perfetti è stato figura centrale della vita culturale di Cosenza nel cinquantennio che trasforma la città di provincia in epicentro politico a livello regionale e oltre. Con il Gruppottanta – di cui fu uno dei fondatori – Perfetti rivoluzionò il modo stesso di fare teatro: si era sul calare degli anni Sessanta e non si era mai visto un collettivo di “capelloni” calcare le tavole del blasonato Rendano, appannaggio della Cosenza bene: quel gruppo di rivoluzionari che «avrebbero voluto cambiare il mondo», come auto-analizzeranno in “Ci siamo tutti” nel giugno 1995 in quello stesso teatro in cui si riunirono per ripartire celebrando la morte di Franz Marcelletti, si prese letteralmente la scena presentandosi al pubblico senza la prosopopea del teatro paludato. Non solo: leggendari gli interventi del collettivo dalla platea, tra situazionismo e quello che oggi chiameremmo flash mob, alla fine degli spettacoli “alti” che raccontavano la borghesia italiana con le lenti del conformismo e del perbenismo.

E poi c’era il palco. Jeans e capelli lunghi, testi non facili e regie ancora più visionarie come quelle firmate da Ennio Scalercio, scenografie le più scarne e inedite per l’epoca (fecero scalpore quelle ideate da Francesco Gaetani): in questo scenario, Aldo Perfetti si muoveva con il passo sicuro e la voce stentorea di un Bonifacio VIII nel “Celestino V”, e gli amici del tempo – anzi «compagni» come usava ancora dire – ricordano come nella prima replica Aldo fu impeccabile nonostante la febbre che lo aveva colto alla vigilia dello spettacolo. Di lì, dopo la militanza fatta portando nelle piazze più lontane della provincia calabrese quella piccola “rivoluzione” mossa dal teatro civile e politico nel senso alto del termine, il decennio del riflusso che sopì anche l’attività del G80 – in un ideale passaggio di testimone al collettivo “Il quartiere” molto attivo in quegli anni ottanta – fu spazzato via dal tragico addio a Marcelletti. “Ci siamo tutti” rappresenta ancora oggi il momento della svolta per quella comitiva di allora «splendidi quarantenni» nannimorettiani che riflettono su quello che era stato e quello che sarebbe dovuto e potuto essere: lo fanno riprendendo in un certo senso il discorso del teatro militante – una sorta di “Dove eravamo rimasti?” alla Enzo Tortora – e soprattutto riflettendo su cosa ne fosse stato del decennio d’oro della militanza. L’operazione “Ci siamo tutti” di cui Perfetti fu uno dei riconosciuti pilastri serve anche a riportare il teatro civile nel centro storico, in quel piccolo e magico scrigno che fu il “Franz” (tributo al compagno scomparso) poi intitolato anche a Rossella Oliverio, compagna di una vita dello stesso Aldo Perfetti cui di certo il teatrino di Portapiana sarebbe a sua volta intitolato se solo esistesse ancora.

La ripresa delle attività del Gruppottanta ad opera degli ex splendidi quarantenni divenuti intanto adulti porta da un lato alle stagioni tra prosa, musica e cinema a Portapiana e dall’altro alla produzione di spettacoli, con Perfetti autore oltre che attore: dal “Caso Domanico” a “Gli intrighi mal riposti e quelli ben riusciti”, tra gli altri. La sua “Cronaca di un eccidio: la strage dei Valdesi in Calabria” rappresenta un’opera cardine nella produzione storiografica oltre che teatrale su un evento mai abbastanza ricordato, almeno fino ad allora. Sono le opere della maturità, un faro illuminato su vicende storiche sulla carta minori ma paradigmatiche di una certa Calabria. Con una scrittura sferzante e assieme colta, mai professorale né didascalica, Perfetti filtra archivi e documenti storici setacciandoli con gli stilemi della fiction. Con la sua scomparsa se ne va un pezzo di Cosenza, non solo per gli amici di una vita.

  (Collettivo “GRUPPOTTANTA”)