FINITA LA VACANZA RICOMINCIANO LE ROGNE…

BISOGNA INTERPRETARLO IL SILENZIO CHE HA ACCOMPAGNATO IL SOGGIORNO IN PUGLIA DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, DI SOLITO LOQUACE E INCLINE ALLA RISSA VERBALE. APPARENTEMENTE SI E’ TENUTA LONTANA DALLE POLEMICHE DI POLITICA INTERNA CHE ANIMANO LE CONVERSAZIONI SOTTO GLI OMBRELLONI. IN EFFETTI CONTINUAVA A SEGUIRE I DOSSIER PIU’ “CALDI” SOPRATTUTTO QUELLI CON BRUXELLES. MES, BALNEARI E NOMINA DEL COMMISSARIO IN UE CHE DOVREBBE ESSERE IL MINISTRO FITTO. IN CASA LE SECONDE FILE HANNO ANIMATO AUTONOMIA DIFFERENZIATA E JUS SCHOLE. LA VACANZA SI E’ CONCLUSA COL POLVERONE SULLA SORELLA ARIANNA CHE, UNA VOLTA FALLITO IL COMPLOTTO INVENTATO DA SALLUSTI, HA PENSATO DI MANTENERE LA SCENA CON L’ANNUNCIO DELLA SUA SEPARAZIONE CONIUGALE DAL MINISTRO LOLLOBRIGIDA. MA LE ROGNE SONO ALTRE A PARTE IL RAPPORTO CON LA VON DER LEYEN ANDATO IN CRISI. LE ROGNE SI E’ PRESO LA BRIGA DI FARLE EMERGERE IL DIRETTORE DE “IL DOMANI” E RIGUARDANO I RAPPORTI MAI CHIARITI E RISOLTI CON LA DESTRA FACINOROSA E NOSTALGICAMENTE ANCORATA AL NAZIFASCISMO. I PARTNER EUROPEI NON POSSONO NON TENERNE CONTO. E QUESTO E’ IL PUNTO.

Estratto dell’articolo di Emiliano Fittipaldi per “Domani”

Nessuno, dopo la vittoria schiacciante alle ultime europee, poteva immaginare che per la premier Giorgia Meloni l’estate sarebbe stata così avara di sorrisi. E che i segni di debolezza della sua leadership si sarebbero mostrati in tempi così stretti e in modo così evidente. Il turning point è stato l’improvvida decisione di […] bocciare […] il bis dell’amica Ursula von der Leyen. Uno svarione politico a cui sono seguiti altri gravi errori di valutazione: puntare molto sulla vittoria di Marine Le Pen in Francia […] e sottovalutare la voglia di rivalsa dei due fratelli Berlusconi. A luglio i due dominus di Forza Italia hanno infatti imposto al reggente Antonio Tajani una svolta “di tono” su diritti e nomine rovesciando l’appeasement che ha caratterizzato finora i rapporti tra gli azzurri e Meloni, aprendo d’improvviso una stagione assai più muscolare con l’inquilina di Palazzo Chigi. Il nervosismo dell’ex missina si è plasticamente manifestato nella scelta surreale di cavalcare la fake news costruita dal suo biografo Alessandro Sallusti, in merito a un presunto complotto contro Arianna Meloni ordito dalla magistratura insieme alle opposizioni e la stampa avversa. Una balla sesquipedale usata dolosamente  […] per “avvisare” il potere giudiziario, che però ha creato tensioni anche nel deep state del paese, preoccupato da un vittimismo ossessivo dietro cui nascondere un’azione di governo giudicata  […] sempre più deludente. Se le fake news vengono usate dalla premier per una narrazione tossica […] ci sono notizie verissime che i vertici di FdI preferiscono tenere ben nascoste. Come quella dei soldi girati dalla Fondazione An, cassaforte del partito della premier, ai neofascisti dell’associazione Acca Larenzia, che ogni anno organizzano il vergognoso rito del “Presente”. La questione […] è la pistola fumante che dimostra una volta per tutte i legami strettissimi, addirittura economici, tra gli attuali capi di Fratelli d’Italia è la peggiore feccia fascista del paese. Meloni, quando lo scorso gennaio le immagini dei camerati di Acca Larentia con le braccia tese finirono sui media di tutto il mondo, preferì non condannare l’episodio. Viceversa attaccò la stampa che chiedeva numi sulla sua posizione: «Il mio silenzio su Acca Larentia? In cambio avete parlato voi, regalando un grande assist alla propaganda russa», disse. I 30mila euro donati ai filonazisti chiariscono meglio l’atteggiamento del presidente del Consiglio, che difficilmente avrebbe potuto censurare i camerati generosamente finanziati appena sei mesi prima dalla fondazione che fa riferimento al suo partito. Possibile che la leader o i vertici di FdI non fossero al corrente dell’operazione? Improbabile: nel board della cassaforte siedono (o sono stati seduti) tutti i fedelissimi della fiamma magica di Giorgia: prima il cognato Francesco Lollobrigida e il mentore Ignazio La Russa, oggi la sorella Arianna Meloni, il maestro Fabio Rampelli e plenipotenziario per le relazioni istituzionali romane di FdI Luca Sbardella […].     Infine, […] mette in risalto le ipocrisie della premier che ama autodefinirsi «non ricattabile». Dopo l’inchiesta di Fanpage Meloni dichiarò infatti di aver «ripetuto decine di volte […] che non c’è spazio in FdI per posizioni razziste o antisemite, come non c’è spazio per i nostalgici dei totalitarismi del ’900 o per qualsiasi manifestazione di stupido folklore». Parole a cui seguì la sospensione delle dirigenti di Azione giovani immortalate a inneggiare al Duce e Hitler. Un’impostura a tutti gli effetti, scopriamo oggi, visto che la fondazione dove siede la sorella della moralizzatrice i razzisti e i nostalgici li finanzia in segreto.