CALABRIA SAUDITA: QUEL COMPLESSO DEI POLITICI NEI CONFRONTI DELL’UNIVERSITA’

La notizia che l’UNICAL ha scalato la classifica mondiale delle università, piazzandosi tra le prime mille, non ha avuto l’eco e la rilevanza che merita. Non si registrano al riguardo dichiarazioni, meno che mai compiacimenti, da parte del mondo politico e questo non deve stupire. “Lor signori” non hanno mai avuto un rapporto positivo col mondo della conoscenza e, più in generale, della cultura se non quella degli assessorati in cerca di consensi elettorali e,quindi, riconducibile al marketing delle carriere politiche. L’UNICAL,con la facoltà di medicina istituita e l’azienda ospedaliera universitaria (AOU) in itinere col nuovo ospedale di Cosenza , ha tracciato il percorso credibile per uscire dal disastro sanitario provocato dalla incompetenza,negligenza, cialtroneria, impunità di chi ha gestito le strutture e spesa dissipando risorse di cui nessuno è stato chiamato a rendere conto. Siamo in gestione commissariale da quasi quindici anni e non se ne vede la fine. E’ la Calabria “saudita” che prevale e schiaccia la Calabria del cambiamento e del progresso. Non bisogna dimenticare,parlando di sanità, che veniamo da un passato “recente” in cui la spesa sanitaria era affidata ad una contabilità cosiddetta “omerica”, nel senso di trasmissione orale e non scritta come appunto il poema omerico. Lo ricorderà certamente Agazio Loiero che,da presidente di giunta, dovette affrontare il problema. Rispetto alla trasmissione “omerica”, cioè dalla inesistenza dei bilanci, si è passati ai bilanci “formali” ma manifestamente inattendibili e, quindi, non approvati ed a una contabilità con doppie e triple fatturazioni. Cioè la stessa fattura pagata due/tre volte. Questa è la Calabria “saudita” dove dissipare risorse e ingrassare clientele è uno sport praticato a piene mani..Impunemente.Tutto si tiene. Il sistema “saudita” che caratterizza la Calabria lo descrive bene, nel suo libro. Assalto al pm”a pag.58, Luigi De Magistris, incauto pm che, avviando a Catanzaro due inchieste che portavano molto in alto, dopo aver combattuto e resistito per quanto possibile, ha dovuto lasciare la magistratura.
“Nei salotti si incontrano in un intreccio perverso,il politico,il magistrato,l’imprenditore,il professionista,l’avvocato,una serie di categorie professionali e hanno una grande influenza.Si vedono,si frequentano e tra l’aperitivo e il dopocena decidono sulle sorti di una regione…..”  I rapporti fra i politici e il mondo accademico, per ciò che l’università rappresenta col suo patrimonio di conoscenze e di applicazioni interdisciplinari , al di là di poche eccezioni, sono pressocchè inesistenti. Rare le occasioni in cui il mondo politico attinge alle competenze e alle professionalità presenti a livello accademico per le esigenze di programmazione e progettazione della governance regionale.E’ risaputo che parte dei fondi europei assegnati alla Calabria non vengono utilizzati per incapacità di progettazione ovvero per l’inadeguatezza dei vertici burocratici regionali .L’apparato burocratico regionale storicamente è stato massivamente occupato da galoppini e portaborse della politica politicante al di là di ogni criterio di competenza e capacità. Si veniva assunti come dattilografi e si arrivava a dirigenti ,senza ostacoli e senza problemi ,in virtù dell’appartenenza ad una cordata politica. In tal modo si realizza quella saldatura fra livello politico e livello burocratico che porta allo scempio delle risorse inutilizzate o impiegate in direzioni fallimentari. Una delle due inchieste che sono costate la carriera a De Magistris, la “Way not?”, metteva a nudo un traffico di assunzioni messo in piedi da un imprenditore disinvolto e la rappresentanza politica regionale, per cui la Regione commissionava all’imprenditore una serie di servizi lautamente pagati e l’imprenditore,per erogare tali servizi, assumeva il personale occorrente sulla base di elenchi nominativi forniti da “lor signori”.Il rischio che in questi elenchi potesse finirci un giovane di talento laureatosi in una delle università esistenti,era pressocchè inesistente.Come oggi del resto. Il personaggio di “Cetto la qualunque”,che i politici calabresi hanno fatto finta di ignorare relegandolo al cabaret politico, superbamente interpretato da Antonio Albanese, è ispirato a personaggi politici realmente esistiti e scolpiti magistralmente dal collaboratore calabrese di Albanese che conosce bene la storia politica della regione e della sua rappresentanza. Richiesto in una intervista se non marcava eccessivamente gli stilemi comunicativi del personaggio di “Cetto”, Albanese rispose ,riferendosi al suo personaggio,che “ la realtà supera la fantasia”.Del resto è passata alla storia folcloristica della regione la figura di quel presidente di USL che assumeva per chiamata ,a prescindere dalle competenze richieste,per “sistemare” familiari,compari e famigli La competenza,per “lor signori”, è un optional: se c’è,è meglio diversamente se ne può fare a meno. Questo spiega perchè, nella Calabria “saudita”,quando il livello politico fu chiamato a nominare i manager della sanità , pensò ovviamente di sceglierli in base all’appartenenza alla cordata politica e ,pur presentando questi manager bilanci passivi, beneficiavano di laute “premialità”.La competenza era un optional anche nel caso di quel “superdirigente” che, incaricato ,all’esplosione del COVID, di reperire ventilatori polmonari,avvicinato da una troupe televisiva, maramaldeggiava compiaciuto che lui di ventilatori conosceva soltanto quelli per difendersi dal caldo. Questo l’abissale vuoto di cultura di governo in cui precipitano ed operano congiuntamente livello politico e livello burocratico.La Calabria è un immenso giacimento culturale con i suoi 3 mila anni di storia ma nell’offerta turistica c’è poco o niente di questo patrimonio storico-archeologico. Quest’anno c’è un salto di qualità nei 14 eventi finanziati dalla Regione ma continuano a le sagre enogastronomiche ,volute dai sindaci e supportate finanziariamente dalla Regione, perchè finalizzate al marketing elettorale e non all’ intercettazione dei flussi turistici. Il “sapere” universitario non viene né .richiesto né utilizzato, perchè estraneo e non funzionale al clientelismo politico e alle rendite parassitarie o di posizione. Il notabilato politico ha visto come fumo negli occhi la nascita delle università calabresi fin dall’inizio, perchè la Calabria “saudita” vive e sopravvive grazie all’ignoranza diffusa delle sue classi dirigenti. Ancora oggi i giovani laureati delle università calabresi stentano a trovare lavoro e collocazione negli apparati amministrativi e si predispongono ad emigrare dove è possibile costruirsi una vita e un futuro senza doversi assoggettare a padrinati umilianti. Il 16 settembre l’UNICAL inaugurerà il nuovo anno accademico ed è annunciata una larga partecipazione di autorità e rappresentanti istituzionali.Ci saranno anche molti politici interessati a beneficiare della visibilità che offre l’evento e sarà l’unica occasione di frequentazione e di riconoscimento del ruolo.Poi ci vorrà l’arrivo di qualche leader nazionale, soprattutto se si è in campagna elettorale, per ricordarsi del campus,del suo prestigio,dei suoi docenti e,soprattutto, degli studenti perchè sono anche cittadini che votano. La “lectio magistralis” sarà tenuta da Franca Melfi, calabrese,primario di chirurgia toracica a Pisa,che ha optato per la cattedra nella facoltà di medicina dell’UNICAL e che opererà all’ospedale dell’Annunziata in attesa del nuovo ospedale da realizzare nel campus universitario. Fra le autorità è annunciata la presenza di Roberto Occhiuto, presidente della giunta regionale e commissario di nomina governativa per la sanità. Roberto Occhiuto si è laureato all’UNICAL e ne ha fatto di strada. “Gavetta” da semplice parlamentare, poi capogruppo di Forza Italia alla Camera, oggi vice segretario nazionale del partito fondato da Berlusconi e fortemente temuto da Tajani, potrebbe avere l’occasione di spiegare ai politici presenti quanto sia prezioso per i processi di crescita e di progresso della regione avere la collaborazione e l’assistenza del “sapere” universitario. Da sempre la cultura di governo si alimenta delle produzioni accademiche nelle varie discipline. Prima che venisse portata al commissariamento e al definitivo tracollo,la Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania pubblicava la rivista “SVILUPPO”, rivista di studi e ricerche messa a disposizione dei docenti dell’UNICAL per offrire loro uno strumento di comunicazione del loro lavoro e delle loro ricerche . L’interesse della Cassa di Risparmio per i temi dello sviluppo e la rivista ne stimolava lo studio e l’approfondimento in tutte le proiezioni e interconnessioni. Questo per dire che a fronte di una Calabria “saudita” che resiste ad ogni spinta di cambiamento c’è sempre stata una Calabria che ha cercato di combatterla e sconfiggerla. Ad oggi non c’è ancora riuscita ma non bisogna essere pessimisti.Le università sono punti di riferimento certi. Per chi volesse aggiungersi ai “combattenti”, il trittico su cui poggia la “Calabria saudita” è costituito dal notabilato politico vecchio e nuovo , dal clientelismo elettorale ,dal familismo amorale e ,ovviamente, dalle sub-culture di governo figlie dell’assistenzialismo e della subalternità ai governi a trazione nordista. Vedasi “spesa storica” e “autonomia differenziata”.