E’ UNA GUERRA “DIMOSTRATIVA” QUELLA FRA ISRAELE ED IRAN

180 MISSILI SU CITTA’ ISRAELIANE NON HANNO FATTO UN MORTO. ANZI UNO E, A QUANTO PARE, SI TRATTA DI UN CITTADINO PALESTINESE. IL MONITO DELL’IRAN E’ CHE, SE ISRAELE RISPONDE, CI SARA’ UN’ALTRA PIOGGIA DI MISSILI PIU’ MASSICCIA. NETANYAHU RISPONDE: “AVETE COMMESSO UN ERRORE, VE NE PENTIRETE”. NEL MIRINO DI ISRAELE CI SONO I LABORATORI E I SITI NUCLEARI. E’ IL “GIOCO SPORCO” AFFIDATO A ISRAELE NELL’INTERESSE DI CHI HA DA TEMERE DA UN IRAN DOTATO DI ARMI NUCLEARI. QUESTA PARE SIA LA VERA POSTA IN GIOCO.

MEDIA IRANIANI, 200 I MISSILI LANCIATI IERI CONTRO ISRAELE

(ANSA-AFP) – Teheran ha lanciato ieri 200 missili contro Israele, ha riferito oggi la tv di Stato iraniana. Le Forze di difesa israeliane (Idf) avevano parlato da parte loro di circa 180 missili sparati dall’Iran contro il territorio dello Stato ebraico, la maggior parte dei quali intercettati.

MEDIA, ‘A GIORNI SIGNIFICATIVA RAPPRESAGLIA DI ISRAELE’

(ANSA) – Israele lancerà entro pochi giorni una “significativa rappresaglia” in risposta al massiccio attacco missilistico iraniano di ieri, che potrebbe colpire gli impianti di produzione di petrolio all’interno del Paese e altri siti strategici: lo riporta Axios, che cita funzionari israeliani.

IRAN, SE ISRAELE FARÀ ERRORI RIDURREMO TEL AVIV IN CENERE

(ANSA) –  “L’Iran interrompe la sua operazione, ma se Israele intraprende nuove azioni, la nostra risposta sarà più potente”: lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. “Ora, i sostenitori di Israele hanno la responsabilità di fermare il regime, invece di perpetrare stupide interferenze”, ha aggiunto. “Siamo stati capaci di distruggere Tel Aviv e Haifa durante i nostri attacchi missilistici di ieri – ha avvertito l’ex comandante della Forza Qods Ahmad Vahidi -, ma se il regime israeliano commette un errore, potremmo cambiare idea e ridurre Tel Aviv in cenere in una notte”

IRAN, SE ISRAELE RISPONDE COLPIAMO OGNI SUA INFRASTRUTTURA

(ANSA-AFP) – L’Iran colpirà “tutte le infrastrutture” di Israele se attaccato in risposta ai suoi lanci missilistici di ieri: è la minaccia lanciata dal capo di Stato maggiore dell’esercito di Teheran, il generale Mohammad Bagheri. “Se il regime sionista, che è impazzito, non è controllato dai suoi sostenitori americani ed europei e vuole continuare questi crimini o agire contro la nostra sovranità e integrità territoriale, un’operazione come quella di” ieri sera “sarà ripetuta con maggiore intensità e tutte le infrastrutture del regime saranno prese di mira”, ha detto il Bagheri alla televisione di Stato iraniana.

L’IRAN SI VENDICA CONTRO ISRAELE PIOGGIA DI MISSILI

Estrato dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”

Il cielo d’Israele si è acceso alle sette e trentuno della sera, ore locali, quando a Tel Aviv già c’erano a terra sei cadaveri per un attentato terroristico. […] La Repubblica islamica ha lanciato 181 missili balistici in due ondate ravvicinate, puntandoli soprattutto su Tel Aviv. Una rappresaglia per l’uccisione di Haniyeh e Nasrallah, hanno fatto sapere i Guardiani della Rivoluzione, tributando a loro modo il leader di Hamas e di Hezbollah eliminati da Israele. Il bilancio provvisorio è di un morto a Gerico, un uomo palestinese probabilmente colpito dai detriti di un intercettamento, e di tre feriti a Tel Aviv per via delle schegge. Ma un’azione così non si conta, si pesa. E quel che accadrà adesso in Medio Oriente nessuno è veramente in grado di prevederlo.[…]  Tanti li hanno presi, alcuni, hanno bucato l’Iron Dome: almeno una decina sono arrivati a bersaglio, come testimoniano i video girati coi telefonini e postati sui social. Si sono sentite esplosioni a Tel Aviv, dove è stato colpito un palazzo, a Gerusalemme, nel deserto del Negev e nella pianura di Sharon. Circolano immagini di testate di missili conficcate nei solai, e di pezzi fumanti lunghi tre metri caduti in spazi vuoti. Quel che è arrivato a destinazione non era l’intero sciame: una parte consistente è stata distrutta prima di penetrare nei confini dai caccia israeliani e americani, e dai razzi lanciati dalle due navi militari Bulkely e Cole, anch’esse americane. Ci sono stati intercettamenti in Giordania e anche lo spazio aereo dell’Iraq è stato chiuso. «Abbiamo dimostrato la nostra capacità di proteggerci grazie a una combinazione esemplare del comportamento dei nostri cittadini e l’efficacia del sistema della contraerea», ha detto, ad attacco terminato, Herzi Halevi, il Capo di Stato Maggiore. «Decideremo noi quando l’Iran ne pagherà il prezzo, assaggerà le nostre capacità di portare attacchi precisi e inaspettati». Il premier Netanyahu, apparso in tv nella notte, ha usato poche parole, ma assai esplicite. «L’iran ha commesso un grande errore, la pagherà». È la promessa di una risposta imprevedibile, ma già praticamente benedetta dalla Casa Bianca. «Israele ha diritto di difendersi, lo sosteniamo in pieno», è il commento del presidente Joe Biden. «Le conseguenze devono essere ancora calcolate, ne parlerò con Netanyahu». Potrebbe essere l’occasione per il premier israeliano di fare ciò che gli strateghi della linea dura gli consigliano da tempo: colpire e smantellare i centri di arricchimento dell’uranio dell’Iran. È tutto da valutare, nessuno ha certezze.

CHE COSA FARÀ ADESSO ISRAELE?

Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”

[…]  Già nelle prime ore dopo il bombardamento iraniano la questione più discussa tra Benjamin Netanyahu e i generali ha riguardato i tempi: quale sarebbe il momento migliore per le faccende sopra il cielo di Teheran. Herzi Halevi, il capo di Stato Maggiore, sembra tirare indietro le lancette dell’orologio, allontanare la risposta immediata: «Saremo noi a decidere quando farla pagare al regime e dimostreremo le nostre capacità di sorprendere».  Il primo ministro — che considera la minaccia degli ayatollah esistenziale e fermarla la missione della vita — potrebbe avere più fretta di regolare i conti. […]  gli analisti speculano che Bibi — com’è soprannominato — stia pianificando un attacco ai centri nucleari sviluppati dalla repubblica islamica, un piano attorno a cui medita almeno dal 2009, da quando è tornato al potere e ci resta ancora. Un piano che Sa’ar non esiterebbe a sostenere. Come scrive la rivista Politico, il premier sembra convinto di avere «la possibilità unica di rimodellare il Medio Oriente». Lo ha già dichiarato, senza nominare direttamente l’Iran, dopo l’uccisione di Hassan Nasrallah, il capo dell’Hezbollah libanese. Lo ha ripetuto, riferendosi direttamente a Teheran: «Possiamo colpire ovunque in Medio Oriente». […]  gli ufficiali sono convinti che la finestra di opportunità per smantellare l’organizzazione in Libano possa richiudersi presto. Il riarmo e il riassetto dei paramilitari rappresenterebbe anche un ostacolo all’operazione contro l’Iran. Di sicuro i piani sono già pronti. Ieri mattina l’aviazione ha bombardato le difese anti-missile del regime siriano, un modo per facilitare il viaggio verso Teheran. Allo stesso tempo restano le difficoltà che in questi anni hanno spinto pure Netanyahu a rinviare l’ordine: i siti atomici sono stati scavati in profondità, per distruggerli sono necessarie le bombe bunker buster fornite dagli americani ed è probabile che senza il supporto attivo del Pentagono il raid non avrebbe successo. Sono più di 1.500 chilometri in volo e i piloti si sono già addestrati ai rifornimenti in cielo: non a caso il bombardamento del porto di Hodeida controllato dagli Houthi nello Yemen, 300 chilometri in più, è stata considerata una prova generale e la dimostrazione che la distanza potrebbe non contare.