MANCAVA IL DE PROFUNDIS AL “CAMPO LARGO” DEL CENTROSINISTRA

E CI HA PENSATO GIUSEPPE CONTE, IL LEADER VENUTO DAL NULLA COME RACCONTA LA SUA STORIA PERSONALE. NON E’ DATO SAPERE SE LO HA SCELTO BEPPE GRILLO O LUIGI DI MAIO MA TUTTI RICORDANO QUANDO, PARLANDO ALLA CAMERA, RIVOLTO A DI MAIO CHE GLI STAVA ACCANTO, CHIESE SE POTEVA CONTINUARE A DIRE QUELLO CHE STAVA DICENDO. STA TUTTA LI’ LA METAMORFOSI DELL’AVVOCATO CIVILISTA IN “AVVOCATO DEL POPOLO” CHE IL LOCKDOWN DEL COVID FARA’ ENTRARE NEI TINELLI DI CASA, QUASI OGNI SERA, PER LUNGHI MESI. GIUSTO, QUINDI, CHE SCEGLIESSE IL SALOTTO DI BRUNO VESPA, MELONIANO IN GINOCCHIO, PER ANNUNCIARE LO SMARCAMENTO DAL PD E LE ESEQUIE DEL “CAMPO LARGO”. SULLO SFONDO LA FIGURA DI MATTEO RENZI CHE LO TORMENTA E CHE NON PERDE OCCASIONE PER RIVENDICARE IL MERITO DI AVERLO MANDATO A CASA PER FARE STRADA AL GOVERNO DI MARIO DRAGHI. L’ALTRO TORMENTO E’ LA SEGRETARIA DEL PD CHE, AVENDO PORTATO IL PARTITO AL 25 PER CENTO NEL VOTO EUROPEO, HA ELIMINATO OGNI POSSIBILITA’ DI RITORNO A PALAZZO CHIGI. ORA BEPPE GRILLO GLI STA DIMEZZANDO IL PARTITO CON UNA SCISSIONE IN CORSO SE NON GLI VIENE CONFERMATO L’APPANNAGGIO DI 300 MILA EURO. QUANDO IL M5S SARA’ SCESO SOTTO IL 5 PER CENTO IL SUO DESTINO POLITICO SARÀ COMPIUTO E ANCHE QUELLO DI GIUSEPPE CONTE.

Articolo di Gabriella Cerami per “la Repubblica” – Estratti

Giuseppe Conte ribalta il tavolo. Quello che lui si rifiuta di chiamare campo largo e chiama campo giusto, già da tempo, era un campo minato, ma adesso è un campo esploso. Il presidente M5s sceglie Rai Uno e Bruno Vespa per dare l’annuncio: «Il campo largo non esiste più. Lo certifichiamo stasera». Per la prima volta l’ex premier è netto e poi attacca frontalmente la segretaria Pd Elly Schlein per averlo ignorato quando ha deciso di includere Renzi nell’alleanza affidando al leader di Italia viva la creazione del centro. «Ci siamo ritrovati con Matteo Renzi in mezzo al campo — dice Conte — senza venire informati. È chiaro che nel momentoin cui M5s dice che si è aperta una ferita e la risposta di Schlein è “Io non faccio polemiche” c’è qualcosa che non va. Il problema è politico ed è serio». La strategia è chiara. M5s è in piena fase costituente, il cui obiettivo è la cacciata di Beppe Grillo. Quindi l’ex premier non può minimamente dare l’impressione al popolo pentastellato di essere accondiscendente o addirittura, come va ripetendo, un «cespuglio» del Pd. Deve invece marcare un’alterità, che significa — secondo il quartier generale di via di Campo Marzio — non sprofondare a livelli minimi di consenso alleandosi con colui da sempre considerato un nemico, ovvero Renzi. Così il presidente M5s distrugge, davanti alle telecamere, anche l’intesa che si era raggiunta in Emila- Romagna, regione che andrà al voto a novembre: «Non sono disponibile ad affiancare il mio simbolo a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere, rottamare, prendere soldi dai governi stranieri. Fa lobbismo». Parole durissime che annientano l’accordo a favore di Michele De Pascale, sostenuto da Italia viva, che è già in maggioranzanella giunta regionale mentre gli stellati all’opposizione. Il leader Iv, che ancora non si era esposto sulla presentazione o meno del simbolo, anzi si pensava che i suoi candidati facessero parte di una civica, replica immediatamente: «Noi ci saremo, con il nostro simbolo e i nostri candidati. Se Conte vuole fare una battaglia contro Schlein, la faccia pure. Ma non sulla pelle dell’Emilia- Romagna, terra che già ha formalizzato la coalizione». E poi ancora: «Non mettiamo veti nei confronti dei grillini anche se hanno fatto l’opposizione a Bonaccini. Ma non siamo disponibili a subirne». Ecco la parola fine, questa volta con M5s che resta fuori e De Pascale che prova a gettare acqua sul fuoco: «Qui c’è un progetto condiviso con oltre 60 liste civiche».