CUI NON BASTA LA TRUMPIANA CRAVATTA ROSSA PER MANDARE GIÙ’ LA SCONFITTA ELETTORALE CHE LO TRAVOLGE INSIEME ALLA BOCCIATURA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA. SI PUO’ ANCHE FARE POLITICA CON LE FELPE, I ROSARI E LE CRAVATTE MA I NUMERI SONO NUMERI E NEL SUO CASO SONO IMPIETOSI. SORPRENDE CHE DALLA LEGA NON SI REGISTRANO REAZIONI MA E’ QUESTIONE DI TEMPO. PER PARADOSSO LA PIU’ INTERESSATA A TIRARE SU SALVINI E’ LA MELONI CHE TEME PER LA STABILITA’ DEL SUO GOVERNO. UN ALLEATO DEBOLE NON FAVORISCE L’AZIONE DI GOVERNO E PER LA LEGA LO SCENARIO E’ CUPO. NON SONO I MAGISTRATI “COMUNISTI” AD AVER PUNITO SALVINI NELLE URNE.
Estratto dell’articolo di Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”
[…] Ma il vero segnale che viene dal voto è il crollo della Lega. Salvini ormai è un cavallo perdente. Neppure abbracciare ieri Vannacci e oggi Bandecchi lo salva. La sua candidata, Donatella Tesei, è stata sconfitta. Il suo partito in Umbria passa dal 37% delle scorse regionali al 7, in Emilia-Romagna dal 31 al 5. Con questi numeri qualsiasi leader di partito dovrebbe rassegnare le dimissioni. Se poi si pensa al disastro dei trasporti pubblici, di cui in teoria Salvini è ministro, viene da chiedersi cosa aspettino Zaia, Fedriga e gli stessi leghisti lombardi a porre la questione.