LA SEGRETARIA SCHLEIN FAREBBE BENE A CONSULTARSI PRIMA DI FARE PRENDERE AL PD POSIZIONI CHE POI NON TROVANO LARGO CONSENSO ALL’INTERNO DEL PARTITO. E’ IL CASO DELLA INIZIATIVA DI DEDICARE UNA GIORNATA NAZIONALE A MEMORIA DI QUANTI SONO STATI INGIUSTAMENTE INQUISITI E CONDANNATI DA UNA GIUSTIZIA CHE HA FORZATO REGOLE, PROCEDURE E TESTIMONIANZE PER FARE PREVALERE LE RAGIONI DELL’ACCUSA. CASO SIMBOLICO E RAPPRESENTATIVO DI GIUDICI CHE SI SONO ACCANITI CONTRO UN CITTADINO RISULTATO INNOCENTE, IL CASO ENZO TORTORA CHE VIENE RICHIAMATO QUANDO LA MAGISTRATURA ABUSA DEI SUOI POTERI PER INFLIGGERE CONDANNE CHE POI SI PRESENTANO NON SUFFICIENTEMENTE SUPPORTATE DAI FATTI.
Claudio Bozza per il “Corriere della Sera” – Estratti
Urbanistica e giustizia riaccendono i tormenti nel Pd. A Milano, oltre 150 grandi cantieri sono ancora bloccati. Lo scorso 21 novembre, quando il centrodestra (con più pezzi di opposizione, dem in testa) aveva approvato in Parlamento il «Salva Milano», fu forte l’esultanza sia di quel «partito trasversale» sia degli immobiliaristi, fiduciosi in uno sblocco entro fine anno. Ma invece dovranno aspettare, perché l’approvazione finale al Senato andrà per le lunghe. La legge per salvare i grattacieli di Milano ha infatti sollevato la protesta di 140 accademici («Fermate questo condono») e riacceso anche forti imbarazzi nel Pd. Il partito di Elly Schlein — la segretaria fu assente per il voto alla Camera — è infatti in una posizione non facile. Tale norma salva sì un «suo» sindaco come Sala, ma sta esponendo i dem al fuoco incrociato di ambientalisti, Avs e M5S, con il leader Conte che ha tuonato: «Favorite gli affaristi». (…) Senza contare le frizioni tra gli eletti dem del Nord e quelli del Sud, con i secondi che a taccuini chiusi si sfogano: «Se avessimo promosso noi questa legge cosa avrebbero detto: “I soliti abusivisti meridionali”». L’imbarazzo, insomma, è forte. Adesso il Salva Milano è approdato nella commissione competente, guidata da Fazzone di Forza Italia. Ma tutte queste acque agitate consigliano «saggezza»: meglio attendere il 2025 inoltrato, prima di spingere verso un (rischioso) voto in Aula una norma nata come «bipartisan». In casa Pd c’è poi un lacerante fronte giustizia. In commissione, alla Camera, i dem si sono astenuti sull’istituzione di una Giornata per le vittime della malagiustizia (il 17 giugno, data dell’arresto di Enzo Tortora). «Fate pietà, davvero», si è sfogata la figlia Gaia, giornalista. E a ruota sono arrivate le reazioni dei parlamentari dem Sensi, Madia e Quartapelle: «La memoria di Tortora, e delle altre vittime di errori giudiziari, merita rispetto non tentennamenti», sperando che «il Pd possa discutere della proposta e riveda l’astensione».