SE NELLA TRIPARTIZIONE DEI POTERI LA MAGISTRATURA NE FA PARTE A TUTTI GLI EFFETTI

BISOGNAVA AVERE UNA QUALCHE CAUTELA A TRATTARLA COME UNA “COSCA” IN LOTTA CON IL POTERE LEGISLATIVO E CON QUELLO ESECUTIVO. LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, PER QUANTO CONDIVISIBILE, E’ STATA ELABORATA COME PROVVEDIMENTO PUNITIVO DELLA SOLERZIA DEI GIUDICI NELL’APPLICARE LA LEGGE ANCHE NEI CONFRONTI DELLA POLITICA. LE TOGHE DIVENTANO “ROSSE” QUANDO A DESTRA QUALCUNO RESTA IMPIGLIATO NELLA OBBLIGATORIETA’ DELL’AZIONE PENALE MENTRE LA TOGA RESTA NERA (CIOE’ NEUTRALE E POLITICAMENTE SUPER PARTES) QUANDO -SEMPRE A DESTRA- LA MAGISTRATURA ASSOLVE. AL DI LA’ DEL VITTIMISMO DI COMODO, GLI AVVISI DI GARANZIA SONO DOVUTI IN PRESENZA DI UNA DENUNCIA CIRCOSTANZIATA. GARANTISMO A PARTE, SARA’ UN SERVIZIO ALLA DEMOCRAZIA SE GLI AVVISI DI GARANZIA PORTERANNO ALLA VERITA’ SUL RILASCIO DEL GENERALE LIBICO, ACCLARATO RESPONSABILE DI TORTURE E STUPRI NEI CAMPI DI PRIGIONIA DEI MIGRANTI, INSEGUITO DA UN MANDATO DI CATTURA DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE DELL’AJA E VOLUTAMENTE IGNORATO DAI MINISTRI DEL GOVERNO IN CARICA.

Da corriere.it

La premier Giorgia Meloni è indagata per favoreggiamento e peculato in relazione al caso Almasri. L’ha annunciato la stessa premier sui social

Donzelli: «Non ci faremo intimidire»

«Solidarietà agli indagati». Così Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di fratelli d’Italia, commenta la notizia dell’avviso di garanzia alla premier Giorgia Meloni, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e ai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio sul caso Almasri. «Non ci faremo intimidire. Faremo la riforma della giustizia», dice l’esponente FdI.

Calenda: «Governo disastroso ma indagine surreale»

«Su Almasri il Governo italiano ha combinato un disastro, raccontando un mare di balle agli italiani. Dopodiché che un Presidente del Consiglio venga indagato per un atto che risponde evidentemente ad una «ragione di Stato» (mai ammessa) è surreale e non accadrebbe in nessun altro paese occidentale. Si saldano così due errori e si riacutizza lo scontro tra poteri dello Stato. Non un bello spettacolo». Lo scrive Carlo Calenda sui social.

Renzi: «Meloni cavalca l’avviso di garanzia»

«La scelta di rimpatriare il criminale libico è una scelta politicamente sbagliata, compiuta da Giorgia Meloni e da questo Governo. Sono stato tra i primi a definirla, in Aula, una follia. Penso che sia un errore clamoroso e marchiano sotto il profilo POLITICO. Sul punto di vista giudiziario, invece, non mi esprimo. Non tocca a me giudicare e sono sinceramente garantista. Quindi non faremo a Giorgia Meloni quello che lei ha fatto a noi e alle nostre famiglie. Per noi la Presidente del Consiglio è innocente come chiunque è innocente fino a sentenza passata in giudicato. Noi non attacchiamo sul piano giudiziario: noi facciamo politica. E ho l’impressione che Giorgia Meloni voglia cavalcare questo avviso di garanzia – che è un atto dovuto – per alimentare il suo naturale vittimismo. La gestione della vicenda Almasri per noi non è un crimine: è peggio, è un errore». Lo scrive su X il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

Tajani: «Sembra una ripicca»

«Sono dalla parte di Giorgia Meloni, di Piantedosi, di Nordio e di Mantovano. Difendo la separazione dei poteri e condanno scelte che suonano come una ripicca per la riforma della giustizia». Lo scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Salvini: «Vergogna, riforma subito»

«Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della giustizia, subito!». Lo scrive sui social Matteo Salvini.