BRUTTO SEGNO SE RICOMPAIONO I “FORCONI”…….
Può anche far sorridere la messinscena dell’arresto simulato,davanti a Montecitorio,dell’ex-deputato Osvaldo Napoli combattivo esponente di Forza Italia ed oggi consigliere comunale a Torino. I manifestanti pensavano di avere braccato un deputato in carica ma questo è un dettaglio che non cambia nulla rispetto alle implicazioni dell’accaduto. A entrare in scena un “commando”,un drappello, una ventina di persone,dunque, del movimento dei “forconi”, quello che bloccò tempo addietro il transito per la Sicilia creando grande scompiglio nel traffico dell’autostrada SA-RC, interprete di una protesta politicamente non connotata ma pur sempre protesta. Non era protesta di popolo ma voleva accreditarsi come tale, espressione di insofferenza e indignazione verso la politica e la sua rappresentanza nelle istituzioni. Chiusa quella vicenda,dei “forconi” se ne erano perse le tracce,fino a questa ricomparsa davanti a Montecitorio per eseguire (simulare) un arresto in piena regola, in applicazione dell’art.294 del codice penale, che prevede appunto l’arresto e una condanna da 1 a 5 anni per chi si rende responsabile,con la violenza o con altri mezzi, di impedire l’esercizio dei diritti politici a uno o più cittadini della Repubblica. Se abbiamo ben capito, con la folcloristica messinscena si voleva protestare contro il parlamento per non essere andati al voto anticipato dopo il risultato del referendum sulla riforma costituzionale. Un modo molto discutibile di intendere e interpretare la sovranità popolare.Forse è il caso di ricordare che i governi sono votati e legittimati dal parlamento e il parlamento è votato dal corpo elettorale. Governi eletti direttamente dal “popolo sovrano” non sono previsti.Tuttavia sarebbe miope non vedere nell’arresto caricaturale dei “forconi” il segno dei tempi e cioè la ricerca dello scontro frontale con la politica e con chi la rappresenta.Cavalcare i populismi, parlare alla”pancia” del Paese comporta dei rischi che è da irresponsabili sottovalutare.E’ pur vero che le rivoluzioni non le hanno mai fatte i popoli,sovrani o sudditi che siano, ma le elites borghesi illuminate che hanno saputo coinvolgere masse popolari.Il popolo,di per sé, si è sempre entusiasmato alle forche e alle ghigliottine di chi le ha alzate per abbattere un regime ma non è stato mai protagonista e artefice del proprio futuro. Fatta questa avventata e semplificatoria interpretazione della storia, vorremmo richiamare l’attenzione sulle concitate, smodate, rancorose e volgari dichiarazioni di voto dei rappresentanti del M5S ,lasciando da parte quelle della Lega che restano confinate nel folclore e nella lamentazione pre-politica. L’osservazione non riguarda il merito delle critiche e delle contestazioni mosse al governo ed ai ministri dai parlamentari del M5S ma il modo.Siamo molto al di là della sceneggiata da ballatoio o della rissa al mercatino rionale. La violenza verbale tradisce un odio e un rancore sociale che lasciano intravvedere foschi e rischiosissimi scenari.Mettendo insieme violenza verbale,rancore sociale,settarismo ,assenza di cultura di governo, ambizioni di giustizialismo sociale , si mette insieme una miscela esplosiva che non promette nulla di buono.C’è di che preoccuparsi seriamente piuttosto che battibeccarsi inutilmente nei talk show televisivi.