RASSEGNA STAMPA – IL PROBLEMA DELLE LISTE DI ATTESA PER I CITTADINI BISOGNOSI DI CURE

RISCHIA DI ESPLODERE IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE. DA QUI LA PREOCCUPAZIONE DEL GOVERNO E LA DECISIONE DI UN DECRETO LEGGE PER AFFRONTARE IL PROBLEMA. MA SERVIREBBE CIRCA UN MILIARDO E LE CASSE PUBBLICHE SONO VUOTE. CI SAREBBERO DISPONIBILI 300 MILIONI MA NON BASTANO. ALLORA SI DECIDE PER UN DISEGNO DI LEGGE CHE HA TEMPI PIU’ LUNGHI DEL DECRETO LEGGE. INTANTO SI VA AL VOTO E POI SI VEDRA’.

Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

Molto resta ancora da capire, ma una parte delle nebbie potrebbe dissiparsi oggi. Il taglio delle liste d’attesa in sanità è un tema su cui la premier Giorgia Meloni punta molto, e sarà dunque al centro di un nuovo «confronto tecnico politico». Il punto di partenza è che l’ambizioso decreto legge a cui sta lavorando da tempo il ministro Orazio Schillaci pare destinato a trasformarsi in un disegno di legge, quindi con un iter parlamentare più lungo. Nelle versioni circolate nell’ultimo mese si tratta infatti di un maxi provvedimento, «mezza riforma sanitaria» come si dice in FdI. Prevede infatti, per usare le parole di Giorgia Meloni sul palco di piazza del Popolo, di «costruire un meccanismo nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa, che non esiste». Ma anche «soluzioni per effettuare visite e prestazioni sanitarie, che si faranno anche sabato e domenica, abolire il tetto di spesa per l’assunzione dei medici, coinvolgere di più gli specializzandi, sanzionare i dirigenti sanitari che non rispettassero gli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa, premiandoli se lo fanno». […] Il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, […] non sembra dell’avviso di rintracciare nel bilancio più di 300 milioni, all’incirca un quarto di quanto si stima sarebbe necessario: «Anche perché è impossibile», spiega qualcuno vicino al ministro. E dunque, appunto, si apre una doppia strada, descritta dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato: «Gli strumenti possono essere quelli della decretazione che come sapete hanno cogenza immediata e quindi nell’arco di 60 giorni poi possono essere convertiti in legge, oppure il disegno di legge veloce» […] Un’ipotesi possibile è quella di un decreto che andrà in Consiglio dei ministri domani che contenga le misure a costo zero o comunque entro i 300 milioni indicati dal Mef. Le «criticità politiche», in effetti, esistono. Nella Lega sono molti a essere convinti che il problema delle liste d’attesa abbia origini, e soluzioni, diverse. Massimo Garavaglia è il presidente della commissione Finanze e ha una lunghissima storia di amministratore delle finanze pubbliche. Lui, pur essendo per il momento ancora estraneo alla partita, ha una convinzione: «Il problema delle liste d’attesa è assai più di organizzazione che non di risorse da iniettare nel sistema». […] Dal Pd Antonio Misiani scuote la testa: «L’ipotesi di varare a pochi giorni dal voto un decreto legge per tagliare le liste di attesa ha un chiaro sapore elettoralistico e, peraltro, rischia di naufragare per lo scontro sulle coperture tra i ministri Giorgetti e Schillaci».