PROTEZIONE CIVILE IN CALABRIA: CHE DIO CI ASSISTA……..
Ci eravamo interrogati,illuminati da quanto accaduto con la grande nevicata che è costata un numero incredibile e inaccettabile di vite spezzate, come sarebbe andata se la tragedia avesse colpito la Calabria.Senza concederci qualunquismi di maniera ci siamo trovati a non sapere nulla di come siamo organizzati e da chi dobbiamo aspettarci aiuto e soccorsi in caso di cataclismi che non necessariamente debbono essere pezzi di montagna che vengono giù sotto la spinta di una valanga.La Calabria ha una vocazione storica per le alluvioni,in ossequio alla definizione di “sfasciume pendulo sul mare”, ma non è al riparo,stando ai sismologi,dal rischio terremoti.Ora,piuttosto che toccarci scaramanticamente nelle parti basse per tenere lontano la paura,è il caso di interrogarci come siamo organizzati con la protezione civile che ricade nelle competenze del governo regionale. Lo avremmo dovuto fare comunque, a fronte di quanto accaduto con la grande nevicata e con i soccorsi mancati,le inefficienze, i mezzi dimenticati e quelli rimasti senza carburante.Disorganizzazione,sciatteria e burocrazia occhiuta sono costate vite umane.In Calabria,dopo la trasmissione “Presa diretta”,andata in onda su RAI3, a cura di Riccardo Iacona,dobbiamo seriamente preoccuparci.In studio c’era Carlo Tanzi, geologo del CNR, da Oliverio voluto a capo della protezione civile. Tanzi ha raccontato,nudo e crudo,in che condizioni ha trovato la”protezione civile” nell’assumere l’incarico.Mezzi speciali costati centinaia di migliaia di euro, tecnologicamente ultramoderni, sono risultati fermi sin dall’acquisto e neppure targati.Una centrale mobile operativa con impianto radio satellitare e con le più sofisticate attrezzature di comunicazione, parcheggiata e abbandonata a se stessa senza manutenzione.Era stata richiesta sulle zone terremotate di Aquila ma non si è mossa.Parcheggiati e abbandonati a se stessi anche tre “gatti delle nevi” cingolati in grado di caricare all’occorrenza,ognuno,23 persone.Non è dato sapere come è organizzata la cabina di regia che riceve le allerte “meteo” ma ricordiamo di aver letto che la rete dei computer non è attrezzata adeguatamente.Il meglio,si fa per dire, viene quando Tanzi afferma che la protezione civile è la sistemazione più agognata da ogni dipendente regionale. Chi la ottiene passa da una retribuzione base di 1.200 euro mensili a 4mila,5mila.Anche a 7 mila.Gli “straordinari” impazzano.C’è chi arriva a farsi riconoscere 400 ore di straordinario al mese.Tanzi-racconta- non ha esitato a rendere nota la situazione esistente e sono cominciati i guai. Un mezzo speciale carico di aiuti ai terremotati è stato dato alle fiamme, minacce di morte a Tanzi via telefono e l’attacco dei sindacati che non hanno gradito le vergogne rivelate da Tanzi,il quale è ben consapevole del giro di milioni e degli interessi che ruotano intorno alle commesse di costosissimi mezzi e tecnologie. Il livello politico è stato messo al corrente e anche la magistratura. Al presidente Oliverio va riconosciuto di avere resistito a chi chiedeva la testa di Tanzi ma non può bastare.Quando si chiede l’intervento della protezione civile in genere sono in gioco vite umane.C’è da sperare che il coraggio di Carlo Tanzi a denunciare e l’impatto della trasmissione Rai sull’opinione pubblica spingano chi deve intervenire a fare presto.Possibilmente prima che arrivino i carabinieri e la magistratura a fare pulizia e giustizia.In assenza e in mancanza che Dio ci assista!