
(nella foto Giovanni Bilotti)
Alla conferenza stampa dell’Ing. Giovanni Bilotti, candidato a sindaco da un cartello di sigle, civiche e non, ancora da definire, non c’era la folla che ci si aspettava. Buon segno, nel senso che va maturando il concetto che le conferenze stampa sono per gli addetti alla comunicazione e non per le tifoserie del candidato. Resta ancora da far maturare un altro concetto e cioé che si indice una conferenza stampa per confrontarsi con gli operatori della comunicazione e il confronto, tramite le domande, avviene dopo che chi ha indetto la conferenza avrà fatto le sue comunicazioni. Non si vede che rilevanza possono avere le interviste fatte prima della conferenza visto che il candidato non ha ancora parlato e non ha esternato né programmi né progetti né riserve né decisioni. Fatta questa premessa di tipo metodologico per far crescere di qualità le modalità della comunicazione, la conferenza ha visto Giovanni Bilotti confermare le ragioni della sua candidatura per come già largamente annunciate a mezzo post e video sui canali social. Al riguardo è bene annotare subito che Bilotti e il collettivo di “bravi ragazzi” che lo sostiene hanno una provata dimestichezza con gli strumenti della comunicazione digitale e l’utilizzo dei social. Ne tenga conto chi ancora è fermo ai manifesti, ai fac-simile e ai “santini”. Bilotti è stato sobrio nel tracciare il suo profilo biografico mettendo in chiaro che, pur conservando vivissimo il ricordo del padre e dei meriti che gli vengono unanimemente riconosciuti come presidente dell’Unione Ciechi, di cui si ritiene fedele custode, riconduce la sua candidatura a sindaco al suo vissuto come cittadino di Rende ed al suo impegno civile nel volontariato e nel terzo settore. Il concetto viene precisato meglio quando Bilotti, bypassando lo stucchevole chiacchiericcio sul rapporto padre-figli in politica, dichiara che la sua scelta nasce dal “basso” cioè dalle esperienze maturate a contatto prevalentemente delle fasce deboli della comunità cittadina, dai disabili ai portatori di handicap più in generale. Questo il contesto che Bilotti ha sinteticamente dato a spiegazione della sua scelta politica. Comunque la si voglia vedere questa campagna elettorale di Rende, confusa e contraddittoria negli obiettivi e nelle alleanze, vede scendere in campo un collettivo molto affiatato di “bravi ragazzi” che, per come recita uno slogan di “GenerAzione”, “vogliamo esserci”. I bravi ragazzi di “GenerAzione” sono consapevoli che Rende presenta una realtà complessa che andrà affrontata con un approccio politicamente innovativo rispetto alle pratiche e ai metodi del passato. Progresso, modernità, innovazione, inclusività, sviluppo sostenibile, sono le parole-chiave del progetto politico-amministrativo di Bilotti e del suo collettivo. Bisogna tuttavia tener presente che Bilotti e i bravi ragazzi si sono infilati in un cartello politico di sigle e di appartenenze che hanno radici nella vecchia politica. Ad oggi non è dato sapere se i partiti tradizionali di centrodestra e centrosinistra scenderanno in campo con i propri simboli o mascherati da liste sedicenti civiche. Si vedrà. Una campagna elettorale è fatta di tante incognite e di tante zone buie e nelle retrovie e nei retrobottega della politica si formano cordate di potere che non fanno comizi e non vanno in tv ma tessono orditi finalizzati ad avere in ostaggio la politica. La lotta politica è dura e spregiudicata, non conosce indulgenze e sentimenti e -come diceva nella Prima Repubblica uno che se ne intendeva, il socialista Rino Formica- la politica è ”sangue e merda”. Auguriamo ai bravi ragazzi di rendersene conto il prima possibile in modo da poter contrastare strumentalizzazioni occulte che potrebbero venire da ogni direzione. C’è una scuola di pensiero, nella confusa e contraddittoria campagna elettorale di Rende, secondo la quale Giovanni Bilotti e i bravi ragazzi di “GenerAzione” sono stati scelti a tavolino per coprire dignitosamente il fallimento di non trovare un candidato di appartenenza che fino all’ultimo, di tavolo in tavolo, il centrosinistra e i suoi cespugli non sono riusciti ad individuare. Al momento si va ai blocchi di partenza e, al di là delle previsioni che tengono banco nei bar e nei ristoranti, la campagna elettorale è tutta da giocare tenendo presente che, se il risultato non esce dalle urne al primo turno, al secondo è difficile immaginare quante e quali trasmigrazioni saranno possibili da destra a sinistra e viceversa, giusto per usare due collocazioni tradizionali. Comunque vada, auguri ai bravi ragazzi e a Giovanni Bilotti per il coraggio che hanno avuto nel “voler esserci”, e un solo consiglio: tenere alta la guardia.