PD-DOMENICA SI VA AI GAZEBO MENTRE MATTARELLA PREME PER LA LEGGE ELETTORALE…..
E’ legittimo chiedersi se la sollecitazione del Capo dello Stato a Camera e Senato,tramite i rispettivi presidenti, affinchè impegnino i gruppi a rendere omogenee le regole per l’elezione delle rispettive assemblee vada messa in relazione con il voto di domenica per l’elezione del segretario del PD.Se per il capo dello Stato urge,insomma, una legge elettorale che rimuova le incongruenze e le incompatibilità che discendono dopo i pronunciamenti della Corte costituzionale, è evidente che interpreta negativamente l’atteggiamento dei partiti sull’argomento.Ovviamente Mattarella sa molto di più di quanto possa ufficialmente dire,essendo noto che trattative riservate ed esplorative sono in corso fra delegazioni dei vari partiti.Evidentemente Mattarella è informato delle resistenze che ogni partito mette in campo a tutela dei propri interessi elettorali. C’è la soglia di sbarramento che metterebbe a rischio la sopravvivenza di alcune formazioni politiche e c’è la prospettiva, accreditata dai sondaggi, che dalle urne non uscirà una maggioranza politicamente omogenea né a destra né a sinistra.Poi c’è la questione dei capilista bloccati che è la vera causa che ha prodotto la scissione all’interno del PD.Per certo la legge elettorale,pensata e voluta da Renzi,l’Italicum,non risponde più allo scenario attuale e alla percentuale di consensi cui quella legge faceva affidamento.Ciò non toglie che una scelta bisogna farla e toccherà al PD ed al suo segretario eletto fare il primo passo anche se Matteo Renzi,al riguardo, senza essere segretario,ha già sollecitato gli altri partiti a fare proposte.Mattarella cercherà in tutti i modi di ottenere la legge elettorale che la situazione richiede ma è anche consapevole che, creandosi una fase di stallo,non potrebbe impedire al PD di decidere di andare al voto con le leggi vigenti.Sull’esito delle primarie di domenica non ci dovrebbero essere sorprese. Le valutazioni che seguiranno saranno incentrate sulla percentuale dei partecipanti al voto.Sotto il milione e mezzo sarebbe un insuccesso e,soprattutto, sminuirebbe l’elezione di Renzi se il pronostico in suo favore verrà confermato.Avere fatto appello di partecipazione alle primarie anche a chi non voterà PD è una forzatura che riflette la preoccupazione di non far vincere Renzi con una percentuale alta.Ci si è affidati,praticamente, alla possibilità di coinvolgere,sull’onda della sconfitta referendaria del 4 dicembre, coloro che hanno votato contro Renzi e il “suo “referendum costituzionale.Una evidente contaminazione del voto difficile da accettare. E’ anche vero che votare nel “ponte del Primo Maggio” non incoraggia la partecipazione se non quella degli iscritti e di chi si riconosce nel PD.Forse una data calcolata con malizia.Si vedrà ma alle primarie di domenica il PD ci arriva nelle peggiori condizioni possibili.