Le immagini che sono seguite agli exit-pull che davano in netto vantaggio Macron su Le Pen le abbiamo viste tutti e sono più loquaci e comunicative di tutti i commenti che possono ispirare.La Francia chiamata alle urne per una scelta non facile si è pronunciata e ha puntato su ungiovane di 39 anni che ha dalla sua una solida competenza economico-finanziaria e una grande determinazione nel perseguire gli obiettivi che si propone.E’ riuscito a produrre politicamente in un anno ciò che un partito di antiche radici non produrrebbe oggi in dieci anni.Ha vinto senza avere un partito alle spalle.Chi non voleva la sua elezione ora sostiene che lo ha candidato la massoneria,le grandi banche,la finanza che conta e decide.Sarà pure vero e non ci vorrà molto per verificarlo.Vorremmo invece soffermarci su ciò che le immagini hanno comunicato nella loro studiata efficacia.Il Louvre,la piramide di Mitterand o-se si preferisce-del Codice da Vinci di Don Brown, la grande piazza ,la folla ,le bandiere col tricolore nazionale e non di partito,l’euforia collettiva e poi l’arrivo di Macron,da solo,passo fermo ed espressione distesa,il palco,le luci,il tripudio,il ringraziamento.Lo hanno votato prevalentemente giovani e anziani.Conferma i suoi impegni,non sottovaluta le difficoltà,invita tutti ad aver fiducia nel cambiamento.La Francia prima di tutto ma anche l’Europa.Finito il discorso, scena all’americana con la famiglia che gli si mette a fianco a cominciare da Brigitte,la moglie tanto discussa che continuerà a far parlare di sé e non per i 24 anni anagrafici che la separano da Macron.Non sarà premiere dame soltanto per tagliare nastri e accompagnare il marito.Qualcuno si spinge a sostenere che,di fatto,sarà lei la presidente.Ma torniamo al palco e alla folla.Oltre ai familiari,accanto a Macron, i compagni della battaglia elettorale,in prevalenza giovani.Fosse finita qui,emotivamente, non c’era grande differenza con manifestazioni analoghe in altri Paesi.Ma quando è stata intonata la Marsigliese,l’inno nazionale,e la folla ha risposto in coro,la scena non era scontata.Abbiamo provato a immaginare che fosse un trentanovenne come Matteo Renzi a essere eletto presidente e che ci trovassimo a Roma in Piazza del Popolo o a Cosenza in Piazza Bilotti.E abbiamo provato a immaginare la nostra nomenclatura,i feudatari del Pd calabrese e cosentino,diciamo Oliverio,Adamo,Guglielmelli,Censore,Romeo-per citarne alcuni-che sulle note dell’ inno nazionale mettevano la mano sul cuore e si riconoscevano nell’Elmo di Scipio.Impossibile.Assolutamente inimmaginabile.