RIMPATRIATA SOCIALISTA A RENDE……..

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L’occasione l’ha fornita la presentazione del libro, edito da Rubbettino e curato da Gianfranco De Franco, sulla figura di Francesco Principe.Al Museo del presente c’era la folla delle grandi occasioni,oggi diffcilmente                           ripetibili,ma c’erano soprattutto tanti socialisti,teste canute della Prima Repubblica,giunti da ogni parte della Calabria e di cui non faremo i nomi perché inevitabilmente incorreremmo in omissioni.Ma più che la presenza a fare colpo era la percezione netta di un orgoglio socialista che resiste al tempo e alle ingiustizie della storia.Erano tutti lì a riconoscersi e a rilegittimarsi nel nome di Francesco Principe, un socialista che ha fatto la storia del riformismo nel Mezzogiorno e la cui memoria rimane viva  a tanti anni dalla sua morte.Oggi avrebbe avuto 99 anni.A parlare del libro    e a dare testimonianza del lungo percorso politico di Francesco  Principe sono stati chiamati  Empio Malara,architetto storico della progettazione urbanistica di Rende,Gennaro Cosentino,oggi giornalista RAI, a suo tempo segretario particolare di Francesco Principe ai tempi della presidenza della giunta regionale, Sandro Principe e Stefania Craxi che non ha voluto mancare all’appuntamento.Giacinto Marra,della Rubbettino,ha avuto il compito di illustrare il libro nell’articolazione  narrativa per inquadrare e raccontare la vita di Francesco Principe.Era presente l’autore.Empio Malara ha ripercorso,nelle fasi più significative,il lungo rapporto di collaborazione e di amicizia con Francesco Principe,chiamato a interpretarne e a realizzarne la città che immaginava, con un forte equilibrio fra cemento e verde. E’ stato Gennaro Cosentino, che lo ha conosciuto molto da vicino,col suo intervento, a tracciare in maniera completa la figura di Francesco Principe non solo nel suo ruolo e percorso politico ma anche nella sua umanità e nel rapporto diretto che ha sempre cercato col suo popolo e il suo elettorato.Sandro Principe,come figlio, premetteva che aveva poco da dire se non ringraziare tutti per la grande partecipazione e l’omaggio reso alla memoria del padre.Ha chiesto soltanto di poter mettere in evidenza una delle specificità politiche del padre che è stata quella di fare dell’ente locale,del comune, lo strumento del cambiamento sociale, della lotta alle disuguaglianze cominciando dalle arretratezze e dalla miseria di grandi masse all’uscita della seconda guerra mondiale.Portare acqua,luce e strade nelle campagne isolate è stato l’inizio di un lungo un percorso amministrativo che avrebbe avuto il suo culmine  nel vincolare 600 ettari di terreno per realizzarvi l’università. A Rende il riformismo socialista ,nella sua gradualità nell’affrontare i problemi, ha lasciato segni e risultati che fanno scuola per quanto progettato e seminato da Francesco Principe  e quanto realizzato, a seguire, dal figlio Sandro.Non poteva mancare un  riferimento emotivo alla vicenda giudiziaria che vede Rende al centro di un teorema  che avrebbe visto la criminalità infiltrarsi e condizionare l’amministrazione della città.Il teorema vede coinvolti Sandro Principe,per fatti accaduti quando non era più sindaco, Pietro Ruffolo,Umberto Bernaudo e Giuseppe Gagliardi esponenti del socialismo rendese con ruoli ricoperti al comune e alla provincia.Il teorema giudiziario si fonda sul principio che,in forza della sua indiscussa leadership politica,Sandro Principe non poteva non sapere quanto accadeva al Comune e le modalità con cui veniva gestita la cooperativa finalizzata al recupero sociale di soggetti a rischio con precedenti penali.Stefania Frasca,che ha concluso l’incontro,dopo aver dissertato di riformismo e del ruolo dei partiti nella Prima Repubblica,ha voluto manifestare la sua solidarietà a Sandro Principe collocando la sua vicenda nella storia delle persecuzioni giudiziarie che i socialisti hanno dovuto subire e dei prezzi che,con le loro famiglie ,hanno dovuto pagare  per non dire di chi ha pagato anche con la propria vita, nel clamore della mattanza giustizialista che prese il via con l’ordalia di “mani pulite”.Per concludere è stata una serata il cui significato va molto al di là dell’occasione editoriale.Il merito va alla memoria di Francesco Principe che  è valsa a far vedere che l’orgoglio socialista vive e che chi voleva prenderne patrimonio di valori ed eredità politica non è riuscito ad annientarli.