LA CALABRIA DEGLI INCHINI E DEI BACIAMANI…..
Dire che il baciamani al superlatitante, catturato dai carabinieri a San Luca dopo 23 anni di latitanza, ha provocato un disgusto diffuso e generalizzato non depotenzia l’impatto simbolico che mediaticamente si è realizzato.Inutile girarci intorno.Non si tratta di stare con lo Stato o con l’antistato.Troppo facile ,non serve coraggio per complimentarsi con la “brillante” operazione condotta dai carabinieri, bisogna fare qualcosa di più.Soprattutto se si è uomini delle istituzioni.Gli inchini imposti nelle processioni ai portatori di madonne davanti alle abitazioni dei boss,insieme al baciamani di San Luca e alle acclamazioni di popolo quando lasciano le questure per andare in carcere,pongono un problema ben più serio che riguarda tutti perché rappresentano l’esaltazione dell’illegalità e della violenza che sono alla base dell’attività mafiosa.Baciare le mani del boss e non applaudire i carabinieri fa la differenza.Ora la domanda che ci dobbiamo porre è che cosa viene fatto da chi,dove,in quale forma per contrastare la subcultura del crimine e dell’appartenenza mafiosa, con i suoi rituali di sangue e le dimostrazioni di potenza.Sappiamo quello che fanno i magistrati supportati da polizia,carabinieri e guardia di finanza pagando con una vita blindata il loro servizio allo Stato ma,se passiamo al livello politico,troviamo la giaculatoria delle dichiarazioni di circostanza,dei luoghi comuni che non portano da nessuna pare, della inadeguatezza a cogliere la gravità del fenomeno.Perchè se è grave il baciamani servile al boss di San Luca ben più grave è vedere filmati dai carabinieri uomini politici che,in campagna elettorale,vanno a bussare ai portoni dei boss per ottenere benedizione e voti.Allora bisogna cominciare da qualche altra parte,da un utilizzo strategico dei mezzi di comunicazione alla scuola,divulgando la cultura e i valori sottostanti alla lotta contro le mafie comunque si chiamino.La foto del baciamani a San Luca,spiegata nella gravità del suo significato, dovrebbe avere una diffusione di massa con l’implicita sollecitazione a schierarsi.Chi non è con lo Stato e con le forze dell’ordine che danno la caccia ai boss sta dalla parte dell’antistato. Non ci sono vie di mezzo.Deve essere una scelta netta e consapevole, senza attenuazioni sociologiche che appartengono ad un altro tipo di analisi.Superato il disorientamento e l’umiliazione iniziale,quanto accaduto a San Luca deve servire a comprendere che bisogna creare intorno a magistrati e forze dell’ordine un consenso ed un incoraggiamento così largo e condiviso da poter ridurre a residuo tribale il ripetersi di un eventuale baciamani al boss.Purtroppo così non è e non è dal livello politico che ci si può aspettare iniziative e impegni in questa direzione.Basta leggere le dichiarazioni rilasciate in giro e si comprende come da quella parte,oltre a uno scontato e rituale apprezzamento per magistrati e forze dell’ordine, non c’è alcuna consapevolezza del problema che abbiamo di fronte. Intanto ,tanto per schierarci, stiamo dalla parte dei carabinieri che ,con gioia e legittimo entusiasmo,hanno festeggiato la cattura del boss.Ad maiora.