CITTADELLA REGIONALE: “QUESTIONE MORALE” IN SALSA SANGIOVANNESE…..

CITTADELLA REGIONALE: “QUESTIONE MORALE” IN SALSA SANGIOVANNESE…..

Non accade di frequente,sia pure nello scadimento progressivo delle istituzioni di governo, che un assessore “dimissionato” per il coinvolgimento in una indagine giudiziaria venga compensato e “risarcito” con un incarico di vice-capo di gabinetto alla presidenza e 88 mila euro di compenso annuale.Ma tant’è. E’ accaduto nella cittadella regionale di Germaneto imperante Giordano Mario Oliverio, statista che dona lustro e prestigio alle sue radici in quel di San Giovanni in Fiore.L’assessore “dimissionato” è la Barbalace, perchè coinvolta, sia pure per una ipotesi di reato marginale, in una indagine giudiziaria che riguarda fatti accaduti quando lei  aveva competenze amministrative nell’assessorato all’Agricoltura. Si vedrà e ci si augura che ne esca indenne ma il problema di questo incarico lautamente retribuito, in una postazione delicatissima quale il gabinetto della presidenza della giunta regionale, si pone .Si comprende che i tempi della giustizia sono lunghissimi e che l’estraneità a fatti criminosi possa venire a distanza di anni ,con danni irreversibili, ma se sono state chieste le dimissioni alla Barbalace vuol dire che emergeva una incompatibilità che non si risolve certo trasmigrando nella segreteria particolare di Oliverio. Evidentemente è stata una soluzione che si è resa necessaria.Può darsi che la Barbalace sia stata coinvolta nella vicenda giudiziaria per aver assecondato le sollecitazioni di qualcuno e non per una convenienza personale.Può darsi.Rimane da chiedersi se ragioni di opportunità non richiedessero maggiore cautela, anche per rispetto alla magistratura, nel “sistemare” la Barbalace.Ancora più grave la decisione di Oliverio se la Barbalace è stata nominata vice-capo gabinetto con un capo, Pignanelli, anche lui indagato. In attesa che la magistratura faccia in fretta per definire la posizione di entrambi, resta l’approccio alla “questione morale” di Gerardo Mario Oliverio in salsa sangiovannese. Se per la legge Severino un politico deve lasciare se condannato in primo grado, non si comprende perché un assessore regionale, dimissionato perché indagato , debba essere lautamente risarcito. Per non dire dell’apparato burocratico in generale che non paga mai ,godendo di una impunità che non si sa a quale titolo viene concessa ai “colletti bianchi”. Si vedano i numeri dei colletti bianchi sanzionati negli altri paesi dell’Unione Europea e li si confronti con quelli dell’Italia. E qualcuno spieghi perché.