PAOLINI A OLIVERIO:MA QUALI CATENE..?DIMETTITI:::E RICANDIDATI…..

PAOLINI A OLIVERIO:MA QUALI CATENE..?DIMETTITI:::E RICANDIDATI…..

Chi vuole, parli.-Così ha concluso la sua orazione Mario Oliverio al termine della presentazione di un rapporto Cergas Bocconi sulla mobilità sanitaria in Calabria.-E allora parlo, dicendo tre semplici cose.-La prima: non c’era bisogno di scomodare la Bocconi per qualche slide contenente dati che gli Uffici regionali e quelli delle ASP potevano fornire in tempo reale con un semplice clic. La relazione è stata abborracciata, assemblata male e con proposte finali al limite del surreale. Segno evidente della poca dimestichezza, direi della estraneità degli autori rispetto alla materia. La speranza è che non si siano spesi soldi pubblici ma che sia stata la Pfizer a finanziare (per proprie legittime convenienze) la Bocconi.-La seconda: nel merito va detto che la questione della mobilità regionale è molto semplice. Solo il burocratese o la politica politicante possono complicarla.-Ed è questa: ogni anno migliaia di cittadini vanno a curarsi fuori regione per patologie che potrebbero essere trattate nella loro città in ottime strutture pubbliche e private.-Ciò avviene perché la Regione e l’Ufficio del Commissario al piano di rientro avallano la politica dei “tetti”. Quando si raggiunge un limite di spesa impediscono alla struttura di erogare la prestazione richiesta.-Siccome ciò (ovvero il raggiungimento del limite di spesa) avviene mediamente ad ottobre da quel momento il cittadino calabrese ha due scelte: attendere l’anno successivo, contribuendo così ad incrementare la lista d’attesa, o curarsi fuori Regione, costringendo la Regione a pagare comunque la prestazione alla Regione prescelta per l’assistenza, la cura, o la diagnosi.-In ogni caso un aggravio di spesa per la Regione Calabria e un ulteriore disagio per i calabresi costretti ad emigrare o ad aspettare.-Sarebbe molto semplice abbandonare la assurda, penalizzante politica dei tetti (come peraltro prescrive il d.lvo 502/92) e consentire, oltre il limite di spesa, l’erogazione di prestazioni rese secondo standard di massima qualità ed a costi ridotti. In tal modo si avrebbe un servizio più efficace, più efficiente, meno disagevole per i cittadini e meno costoso.-Perché non si fa? Nessuno lo ha spiegato, questa mattina.-La terza. E’ apparso evidente a tutti che lo Studio Bocconi era strumentalmente finalizzato a consentire al Presidente Oliverio di pronunciare la sua invettiva contro il Governo ed il Commissario, colpevoli di non riuscire ad invertire una tendenza che sta portando la Calabria al disastro sotto tutti i profili: 300 milioni di prestazioni fuori Regione; un aumento di un terzo in pochi anni.-La situazione è sotto gli occhi di tutti anche senza gli strampalati diagrammi della Bocconi.-Oliverio dice di non chiedere potere ma rispetto. E qui non ha ragione, perché è proprio il potere che deve chiedere e pretendere, quello che spetta a lui ed al Consiglio regionale espropriato da sette anni del basilare diritto/dovere di governare la regione.-Ma a questo punto la questione si fa grottesca perché a fare ostruzionismo ad Oliverio ed a tutti i calabresi (anche a chi non lo ha votato o lo ha votato ed è delusissimo, come me) è il suo stesso partito, quel PD che regola i suoi conti interni sulla pelle dei cittadini.-Dunque, Presidente, non si incateni, ci risparmi l’ennesimo spettacolo di un qualsiasi portavoce che scende dal piano nobile e le assicura di aver “recepito le istanze” così da consentirle di dire che, in presenza di un tale atto, è necessario riaprire il lucchetto.-Faccia una cosa più seria e più forte: si dimetta inchiodando il Governo alle sue responsabilità e poi si ricandidi chiedendo ai calabresi di pronunciarsi, mediante il voto, sulla questione – importante quanta altra mai – da lei posta.-Sono anni che Renzi prima e Gentiloni poi la prendono in giro e – attraverso di Lei – prendono in giro noi.-Le hanno imposto perfino un si in extremis al referendum in cambio della sanità salvo poi, mancare alla parola data.-Ma, come sappiamo ormai tutti, quella di avere memoria cortissima soprattutto nel settore “promesse” è la caratteristica fondamentale del segretario del suo partito.-Gli eventi della politica la pongono ora davanti una occasione straordinaria, quella di mettere al centro del dibattito e di un voto non il numero di posti in un listino per nullafacenti che vogliono diventare deputati, ma una questione seria come la salute dei cittadini.-

Diversamente rimarrà – davvero – incatenato, non al lampione davanti Palazzo Chigi ma alla memoria politica dei calabresi.-

                                                                                     Enzo Paolini