Pioveva a dirotto su Roma capitale e la sindaca Virginia Raggi, sconsolata ,percepiva a distanza gli improperi dei cittadini romani alle prese col temporale e con le buche rese invisibili dall’acqua che le riempiva.Nei palazzi della politica si lavorava a ritmo serrato dopo lo start del Capo dello Stato con lo scioglimento delle Camere.In uno di questi palazzi si lavorava alla rinascita di una nuova DC in versione centrista con due pezzi da 90 della Prima Repubblica come Clemente Mastella e Pierferdinando Casini e con Ciriaco De Mita rappresentato dal nipote Giuseppe.A seguire altre figure e personaggi della Prima Repubblica consumati giocatori sul campo delle campagne elettorali.In un altro palazzo, meno affollato,la formazione politica Alleanza Popolare,rappresentata fino a qualche mese fa da Angelino Alfano, consumava il rito fratricida delle scissioni multiple e dell’avventura elettorale con nuovi posizionamenti.Aveva iniziato Angelino Alfano che, con buon anticipo, si era chiamato fuori annunciando che non si sarebbe ricandidato e che non aspirava a incarichi di governo.Spiegazioni dell’inaspettata decisione poche o nulle salvo il calcolo che fanno in molti che dalle urne non uscirà nessuna maggioranza e che si tornerà al voto.Più verosimile l’ipotesi, dopo la prova negativa nelle elezioni siciliane,che Alfano guardi a Strasburgo e a Bruxelles ma questo si capirà meglio vedendo in che direzione Alfano esplicherà il suo annunciato impegno politico nelle elezioni di primavera.Dopo Alfano è stata la volta d Maurizio Lupi,numero 2 di AP,che si è sganciato dichiarando di guardare a Forza Italia senza escludere una lista autonoma.Alla fine sembra abbia deciso di andare a fare la “quarta gamba” di Berlusconi in un contenitore centrista di variegate esperienze con Fitto,Quagliariello,Tosi,Zanetti e altri.Quel che restava di AP era nelle mani del sottosegretario calabrese Antonio Gentile e del ministro della Salute ,Beatrice Lorenzin, impegnati a schierarsi col PD con una lista di supporto che avrebbe puntato all’1 per cento senza escludere ottimisticamente il superamento della soglia di sbarramento del 3 per cento di consensi. A incoraggiare interessatamente il progetto si prodigava Matteo Renzi ,impegnato a mettere su una coalizione di centrosinistra quale che sia purchè il PD non resti da solo ad affrontare l’alleanza di centrodestra su un versante e il M5S su un altro.Fuori non cessava di piovere e la pioggia rendeva più tesa l’atmosfera intorno al tavolo dove Antonio Gentile e Beatrice Lorenzin giocavano la loro partita di poker politico.Sia l’uno che l’altra nei giorni precedenti si erano mossi separatamente per garantirsi una opzione di riserva.La Lorenzin trattava con gli sherpa di Renzi e Gentile con gli sherpa di Berlusconi.La partita che si giocava era dunque sulla leadership di quel che rimaneva di AP,diversamente fuori col paracadute renziano o berlusconiano.E’ stata più abile la Lorenzin e la cosa sorprende poiché al sottosegretario calabrese è stata sempre riconosciuta grande capacità di manovra e di mediazione,avendo saputo ottimizzare al Senato,condizionando la sopravvivenza dei governi,il proprio voto unitamente a una sparuta pattuglia di senatori vaganti da uno schieramento all’altro.La Lorenzin mette sul tavolo la decisione di confluire nella lista di Casini, Mastella e De Mita ottenendo per AP una visibilità di primissimo rilievo col suo nome nel simbolo della lista.Racconta chi c’era che Gentile non ha fatto una piega,è seguito un silenzio che è sembrato lunghissimo,scandito dalla pioggia che rigava i vetri delle finestre.Gentile prese a far finta di sfogliare gli appunti che aveva davanti , si aggiustò gli occhiali sul naso,unico segno di un nervosismo controllato,e si mostrò compiaciuto di quanto comunicato dalla Lorenzin.Gli era chiaro, se mai ne avesse dubitato,che la Lorenzin,a sua insaputa,aveva condotto trattative separate e nessuno lo aveva informato.Era anche convinto che i giochi erano chiusi e lui era fuori se non per ruoli gregari e comunque subordinati.Con una smorfia che voleva sembrare un sorriso si dichiarava entusiasta di questa apertura del PD a valorizzare,tramite la Lorenzin,la partecipazione di AP alla coalizione ma restavano da definire i dettagli che poi dettagli non erano.Fra i dettagli le candidature e le posizioni in lista garantite.Nessuna obiezione alla visibilità della Lorenzin nel simbolo ma l’offerta andava completata con le candidature e i seggi assicurati.Nel poker politico che si stava giocando questo era il rilancio di Gentile, nel convincimento che non ci sarebbe stato accordo e lui poteva rompere,ovvero sganciarsi,senza subire l’umiliazione di essere stato fatto fuori. Non tanto dalla Lorenzin ma da chi aveva ordito la trama, nel PD e fuori dal PD,per isolarlo e metterlo ai margini.La richiesta di Gentile,di candidature e posizioni garantite,andava manifestamente oltre l’improponibile ma faceva comodo anche alla Lorenzin che poteva chiamarsi fuori e dare per avvenuta la sua confluenza nella lista fiancheggiatrice del PD. A Gentile,consumato giocatore di poker politici,non è rimasto che chiamarsi fuori per inconciliabilità delle posizioni ma era,in effetti, un prendere atto che i giochi erano chiusi prima ancora di sedersi al tavolo.Ora il problema era come uscirne politicamente col minor danno possibile.Rientrato nello studio di sottosegretario ha chiamato gli interlocutori berlusconiani coi quali era in trattative già da tempo.Si passava a esaminare la possibilità di una candidatura in Forza Italia ma avrebbe fatto troppo rumore e sollevato non poche obiezioni dentro Forza Italia.Da escludere una candidatura nella lista di Maurizio Lupi,sarebbe stata una umiliazione.Non restava che replicare il gran gesto di Angelino Alfano, cioè rinunciare a candidarsi ma con l’impegno a sostenere Forza Italia e Silvio Berlusconi.Era la sua risposta alla Lorenzin e a Matteo Renzi che lo avevano giubilato.A differenza di Alfano,però, Gentile ha scelto Forza Italia e non ha rinunciato preventivamente a possibili incarichi di governo.Il che la dice lunga e richiede una lettura più attenta della dichiarazione di Berlusconi che fa riferimento alla storia politica di Gentile e alle maturate esperienze di governo che Forza Italia saprà come valorizzare. Intanto Forza Italia valorizzerà per certo il seguito elettorale di Antonio Gentile, i parlamentari e i consiglieri regionali al seguito,guardando a quell’8 per cento che in Calabria Gentile aveva realizzato per AP e fatto valere nelle trattative di governo.Ci saranno probabilmente contraccolpi a livello locale con gli esponenti di Forza Italia ma c’è il tempo per riassorbirli.Fermarsi per un giro, come ormai stanno decidendo in parecchi,non è un dramma.L’importante è non sciogliere l’esercito e mantenere le posizioni, sia che si torni al voto nello stesso 2018 sia che a uscire dalle urne sia una maggioranza possibile con Forza Italia imprescindibile.Per certo la Lorenzin e Gentile si rivedranno e sarà un’altra partita a poker.