I “SENZAVERGOGNA” DEL PD….DURI A SPARIRE
Se pensano di liberarsi di ogni colpa con il rituale del congresso straordinario i “senzavergogna” del PD sbagliano calcoli e dimostrano di non aver capito cosa implica la caduta delle teste che la ghigliottina del 4 marzo ha giustiziato.Non bastassero i numeri a rappresentare la portata della sconfitta, passando il PD calabrese da 11 parlamentari del 2013 ai 3 di oggi, quanto accaduto lo spiegano meglio i flussi elettorali, cioè lo spostamento dei voti da uno schieramento all’altro,da un partito ad un altro.Si dà il caso che il maggiore apporto al successo del M5Stelle lo ha dato proprio il PD con la fuga dei suoi elettori (16%) che non si sono più identificati nel vaniloquio dei cambiamenti annunciati e mai eseguiti.Se, a livello nazionale, la rottamazione mancata ha fatto perdere progressivamente a Renzi consensi fino a farlo precipitare al 18 per cento,in Calabria Mario Oliverio rappresenta plasticamente la degenerazione del Pd da partito di governo a partito di potere in versione neodemocristiana.I segnali di questa progressiva degenerazione si erano avuti con buon anticipo, a cominciare da quel sondaggio in cui oltre l’80 per cento dei calabresi si dichiarava insoddisfatto dello statista di San Giovanni in Fiore.Ma lui, dal decimo piano della cittadella regionale e con l’anticamera piena di clientes in attesa di essere ricevuti, dava una valutazione diversa della situazione e annunciava una fase due che non c’è mai stata.Ossessionato dal commissariamento della Sanità ha sprecato quattro quinti della legislatura a fare la guerra al commissario Scura contribuendo a precipitare la sanità calabrese a livelli da quarto mondo.Pensava di rendersi credibile annunciando di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi ma è finita con una pietosa marcia indietro perché a Roma gli hanno spiegato che non si protesta contro il governo di cui politicamente,per appartenenza,si è espressione anche come governatore della Calabria.Messinscene a parte, la sua inutilità e incapacità è nei risultati conseguiti , nelle bonifiche mancate,nella collusione opportunista con la burocrazia, in quel parlarsi addosso ignorando problemi e soluzioni e affidandosi alla vecchia politica delle parole vuote e degli annunci.Uomo di governo e di intrighi politici, Oliverio si deve accontentare dell’elezione scontata della Bruno Bossio che certamente gli deve riconoscenza per aver essere stata eletta-nominata due volte senza mai sottoporsi al voto diretto.Ma non è certamente questa la sua colpa maggiore quanto quella di aver fatto del PD un partito di clientele e di rendite di posizione.Dopo la ghigliottina del 4 marzo Oliverio tace, convinto di far rientrare il suo fallimento in quello nazionale del PD .Il solito Guccione,che lo conosce bene, non ha perso tempo per intestargli la sconfitta annunciata ed auspicare un nuovo corso di profonda rigenerazione da affidare al neo eletto Antonio Viscomi.Intanto Renzi ,per quel che può valere, rifletta sulle responsabilità che ha per aver dato credito,fiducia e spazio a coloro che in primis avrebbe dovuto rottamare.Nella disfatta i conti tornano e il PD paga pegno anche per le malefatte delle ultime amministrative a Cosenza con lo stravolgimento di regole e statuto. Ma non bisogna illudersi.I “senzavergogna” del PD sono duri a sparire.A parte le rendite accumulate con la politica non hanno mai avuto un lavoro, una professione,un mestiere,un’attitudine ed è comprensibile che difendano i privilegi acquisiti “,usqua ad sanguinem”, cioè costi quel che costi.