GIOVANI STATISTI IN BALLATOIO FRA POLTRONE FIDEJUSSIONI E QUERELE…..
Si dirà che se Angelino Alfano ha potuto fare il ministro della Giustizia e quello degli Esteri,tuttora in carica, anche Toninelli può fare il capogruppo in Senato e Bonafede candidarsi a ministro della Giustizia.E’ vero ma non si è mai presa in considerazione che Alfano potesse guidare un governo e assumerne la responsabilità.Anche per Di Maio e Salvini ci si potrebbe rassegnare a un loro ruolo ministeriale ma giammai alla guida di un governo.E non per prevenzione,avversione politica, alterigia culturale,incompatibilità caratteriale.Semplicemente non sono all’altezza del compito e delle responsabilità che il compito prevede perché difettano di cultura di governo che è fatta di conoscenza,competenza ed esperienza.Un Paese di 60 milioni di abitanti non si mette in mano a chi affronterebbe con le ruspe i campi rom e con il respingimento a mare dei barconi carichi di migranti disperati.Meno che mai a un ragazzotto ingaggiato dalla Casaleggio Associati per un progetto politico di cui si conoscono soltanto i toni populisti e demagogici,privo di democrazia interna e con una rappresentanza politica selezionata sul web per cui da un call center si passa alla Camera o al Senato a legiferare.La democrazia non prevede e non obbliga a passaggi intermedi di formazione ma è certo nella responsabilità dei partiti mettere in campo una rappresentanza di qualità. Il M5Stelle ha fra Camera e Senato circa 330 parlamentari ma, fino ad oggi, ha parlato soltanto Di Maio,dominus assoluto del movimento e dei gruppi parlamentari almeno fino a quando lo vogliono Casaleggio e Grillo.Non è per malanimo ma non si può mettere il Paese in mano a demagoghi populisti eterodiretti. Va da sé che,se trovano i numeri per ottenere la fiducia,hanno diritto di governare a prescindere dalle ruspe e dal bluff del reddito di cittadinanza.Statisti non ci si improvvisa e anche a metterci tutta la buona volontà non si sfugge ai limiti che uno ha, che si tratti di congiuntivi o di linguaggio istituzionale.Dopo 60 giorni di “teatricchio” per fare insieme un governo oggi Di Maio e Salvini sono agli insulti e alla minaccia di querele.Di Maio dal ballatoio del M5Stelle denuncia il complotto,accusa Salvini di doppiezza e gli contesta di avere a cuore “le poltrone”,di non potersi liberare di Berlusconi perché i conti correnti della Lega sono in rosso e Berlusconi avrebbe finanziato con fidejussioni la campagna elettorale della Lega.Dal ballatoio padano Salvini minaccia querele nei confronti di chi sostiene che la Lega è ricattabile per le sue difficoltà finanziarie.Ecco in mano a chi abbiamo rischiato di finire in 60 giorni di trattative penosamente trascorsi.Ora tocca a Mattarella allontanare, almeno per l’immediato, un rischio così devastante lasciando eventualmente al corpo elettorale la responsabilità di farsi male da solo.