ESTATE CRIMINALE- LA GRECIA IN FIAMME UN MONITO PER L’ITALIA…
Nemmeno gli dei del Partenone ce l’hanno fatta a proteggere la Grecia dal devastante incendio che ha seminato morti,feriti e danni incalcolabili.Un Paese già in ginocchio per la cura da cavallo imposta da Bruxelles e dal FMI al governo greco per risanare i conti pubblici e rimanere in Europa. Viene accreditata l’origine dolosa alla base dell’incendio che ha trovato alimento nel vento che soffiava a 80km l’ora.Ma non è tutto.
Viene fuori che, causa le restrizioni conseguenti al bilancio dello Stato, la protezione civile è stata di fatto resa ininfluente mentre il corpo dei vigili del fuoco è stato quasi dimezzato.E’ anche il prezzo che la Grecia paga all’austerità voluta e imposta da Bruxelles per ottenere gli aiuti economici richiesti per superare la crisi.
La Grecia ha una popolazione di poco inferiore agli 11 milioni di abitanti ed ha la sua maggiore risorsa economica nel turismo alle cui strutture ricettive l’incendio ha arrecato enormi danni. C’è da sperare che l’occhiuta burocrazia di Bruxelles tenga conto delle nuove difficoltà che la Grecia è chiamata ad affrontare.
Quanto accaduto in Grecia deve essere di monito all’Italia che, nonostante un debito pubblico di circa 2.500 miliardi,non versa nelle condizioni della Grecia e non ha dovuto abbattere l’organico della protezione civile e dei vigili del fuoco.In Italia esiste una corrente di pensiero,però, che sostiene essere la prevenzione e l’estinzione degli incendi estivi un business con infiltrazioni criminali.
Che sia vero,in toto o in parte, gli incendi che l’estate scorsa hanno devastato il territorio da nord a sud richiedono misure preventive e repressive di cui ad oggi si è letto poco o niente. Almeno in Calabria, dove la protezione civile di competenza regionale ha vita travagliata per i molti ostacoli che vengono frapposti all’azione di bonifica e di rilancio operativo portata avanti da Carlo Tanzi ,responsabile del servizio.
Al quale va dato atto di aver denunciato le condizioni in cui ha trovato il servizio al momento di assumerne la responsabilità, dalle negligenze parassitarie del personale alla mancanza di manutenzione dei costosi mezzi di intervento, alcuni nemmeno targati per poter circolare, fino all’apparato tecnologico di rilevazione e monitoraggio collegato al servizio nazionale.Carlo Tanzi è finito addirittura sotto processo disciplinare per aver denunciato i costi impropri del servizio a cominciare dal lavoro straordinario che arriva per alcuni a triplicare lo stipendio base.
Dalla protezione civile all’organico di quelle che si chiamavano “guardie forestali” che non è dato sapere come vengono utilizzate nella stagione degli incendi.Tace il consiglio regionale,tace la giunta regionale e il suo verboso presidente e tacciono i partiti che lamentano di aver perso le elezioni per non avere più contatto col territorio.Antico problema:assenza di cultura di governo e inadeguatezza al ruolo per incapacitùà e incompetenza.
Se le istituzioni di governo, il cui funzionamento è condizionato dalle clientele politiche , gestiscono la spesa pubblica con criteri elettoralistici ignorando le reali necessità di governo del territorio,non rimane che rivolgersi ai prefetti che, fino a prova contraria,rappresentano lo Stato e,quindi,l’interesse generale dei cittadini.Nell’ambito delle loro competenze sono chiamati a valutare se è possibile organizzare misure di prevenzione e di dissuasione degli incendi dolosi.C’è chi suggerisce l’utilizzo, come “vedette”,dei migranti che sono ospitati nei centri di accoglienza comunali e chi vedrebbe utilmente impiegato l’esercito, senza rinunciare alle possibilità che offre la teconologia delle rilevazioni a distanza, droni compresi.
Per certo non ci si può affidare alla sorte e alla sensibilità politica di chi ,già da tempo, per compiti di istituto avrebbe dovuto programmare le azioni di intervento necessarie.Per il momento sappiamo soltanto che,in caso di incendi,bisogna telefonare alll’ 800 496 496 .Quello che accadrà dopo non è dato saperlo se non che a occuparsene sarà la protezione civile. Con quali mezzi e modalità lo si verificherà al momento