GOVERNO-LA ZUFFA POLITICA SUL PONTE CROLLATO MENTRE SI CONTANO MORTI FERITI E SFOLLATI…
Non fosse che per una questione di opportunità per le vittime e di bon ton istituzionale,Luigi Di Maio dovrebbe contenere il suo istinto compulsivo di buttare tutto in propaganda e lotta al nemico.Anzicchè prefigurare gli interventi necessari e i tempi di realizzazione per ripristinare collegamenti e flussi di traffico, compito specifico di chi governa, si cercano i responsabili della tragedia come se fosse operazione di facile esecuzione.Ma andiamo per ordine.
Nell’immediatezza della tragedia Luigi Di Maio va davanti alle telecamere e addebita alla società concessionaria della gestione e manutenzione dell’autostrada la responsabilità dell’accaduto.L’allarme, a quanto pare c’era stato, ma è stato sottovalutato.Chiamare in causa la concessionaria Atlanta, responsabile della gestione del ponte Morandi, è politicamente corretto. Ci mancherebbe.Ma Di Maio è andato oltre inserendo un elemento che alza di molto lo scontro politico perché Di Maio fa il nome della famiglia Benetton, che controlla la concessionaria della gestione del ponte, e annuncia che il governo andrà fino in fondo perché, a differenza degli altri partiti,il M5Stelle non ha preso soldi dai Benetton.
E sarà certamente vero ma non si può essere vaghi su chi ha preso soldi.Nel mirino c’è Matteo Renzi che,secondo Di Maio, all’euforico ministro della Giustizia quando era a capo del governo inserì “nottetempo” la proroga della concessione ai Benetton in un provvedimento del governo.Per tutta risposta Renzi dà del “bugiardo” e dello “sciacallo” a Di Maio ma il problema resta.
Di Maio deve dire chi ha preso i soldi dai Benetton, quali campagne elettorali sono state finanziate,chi ne ha beneficiato.Si affidi all’euforico ministro alla Giustizia,Bonafede, e sia la magistratura a fare verità e giustizia.
Invece vuole fare giustizia direttamente Di Maio, al di là dei necessari accertamenti, decretando la revoca della concessione,saltando procedure , vincoli e conseguenze.
Qualcuno ha spiegato che la revoca delle concessioni,al plurale, metterebbe in crisi tutto il sistema del traffico bloccando tutti gli investimenti in infrastrutture che le concessionarie sono tenute a realizzare.Di Maio fa leva sui morti e sulla commozione di tutto il Paese per spostare il problema sul terreno della lotta politica.Chi nel governo dispone di un livello più alto di cultura di governo,giuridica ed economica,fa osservare che non si può mettere in crisi l’intero sistema dei trasporti senza avere verificato in maniera meno generica chi deve rispondere della tragedia e con quali modalità.
E’ fuori discussione che chi ha sbagliato deve pagare ma è quanto mai scoperto che si fa sponda sulle responsabilità della concessionaria per colpire i governi di centrosinistra e quello di Renzi in particolare.
Vedremo se anche questa tragedia, usata selvaggiamente e cinicamente dal sistema mediatico,scomparirà dai radar dell’informazione e della magistratura o si colpirà in alto come pare si debba colpire.Ma quando si vuole colpire in alto sappiamo bene come va a finire.Di Maio fa discorsi da pizzicagnolo,affermando che gli italiani pagano il pedaggio per l’utilizzo dell’autostrada e chi deve curarne la manutenzione non vi adempie, a fronte di profitti miliardari.Messa così chi può dargli torto ? Se si vanno,però,a leggere gli articoli della concessione si comprende che Di Maio non ha compreso la complessità del problema.Continua a fare propaganda politica, evocando giustizia immediata per i responsabili, sapendo che nei tinelli italiani nessuno la pensa diversamente.Tropo scontato e troppo facile. Ma non è la soluzione del problema e nemmeno la forma istituzionale più contrita per onorare le vittime.