LA CATALESSI DEL PD CON I NOTABILI AL CAPEZZALE….

LA CATALESSI DEL PD CON I NOTABILI AL CAPEZZALE….

C’è chi ha scritto che i fischi ai funerali di Genova nei confronti di Martina e della Pinotti,l’uno segretario del PD e l’altra ex-ministro della Difesa,equivalgono alle monetine che furono lanciate contro Craxi all’uscita dell’hotel Raphael a Roma. La storia ha dimostrato che era l’inizio della fine.A lanciare le monetine è fu una folla di scalmanati aizzatie manovrati da fascisti e comunisti di provata esperienza squadrista. Ora Craxi riposa ad Hammamet e comunisti come D’Alema e Bersani sono ancora in giro a cercare di restare in gioco,passando da una sconfitta all’altra.Diverso il discorso per Veltroni,detto anche l’ameriKano per il suo Kennedismo, che ha fondato l’attuale Partito Democratico proprio per chiudere,dopo il muro di Berlino, col passato e le ideologie che lo hanno connotato.

Si deve a lui, ma forse più a Massimo Cacciari, se a sinistra va riprendendo il dibattito sul “che fare?” dopo la disfatta del 4 marzo nelle urne.Martina è stato commovente nell’affermare che bisogna ripartire dai fischi di Genova per rilanciare il PD mentre la Pinotti,più cazzuta, ha accettato i fischi,lei genovese, perché consapevole dell’esasperazione dei genovesi. Gli applausi a Di Maio e a Salvini ,considerata la circostanza, sono il segno di una politica degenerata in un odio pregiudiziale e compulsivo verso chi li ha preceduti al governo del Paese.

Siamo alla giustizia di piazza, ai processi sommari ,alle responsabilità accertate per intuizione perché-come hanno affermato Di Maio e Conte-“non si possono aspettare i tempi della giustizia”. Questo per dire in mano a chi siamo finiti per cultura di governo e stato di diritto, anche se non destano sorpresa più di tanto gli arricchimenti facili dei concessionari delle autostrade, i pedaggi sempre in aumento e la manutenzione omessa perché il turbocapitalismo ,soprattutto quello criminale, vive sull’abbassamento dei costi per la massimizzazione del profitto.E se ci scappa il morto, poi si vedrà.

Ma torniamo al Pd che a Genova avrebbe avuto coi fischi il suo funerale politico.Non è morto,è in catalessi e non per la disfatta del 4 marzo ma per la composizione dei suoi gruppi dirigenti, a Roma come in Calabria.

Si contendono le macerie di un partito che tutti, a partire da Renzi, hanno contribuito a distruggere con i loro personalismi,le loro ambizioni, la libido per il potere in quanto tale.Se si rimettono insieme quelli di prima,quale che sia il compromesso, vale ancora di più il famoso anatema di Nanni Moretti in piazza del Popolo, a Roma:” Con questi dirigenti non vinceremo mai”. Si sono squagliati tutti, a cominciare da Massimo D’Alema, che nessuno rimpiange né evoca.Ma soprattutto è scomparso chi ha portato il PD alla sua dissoluzione e cioè ,lo statista di Rignano sull’Arno. Dicono che lavora ad un partito tutto suo, macroniano e ubbidiente, che prenderà forma nella Leopolda annunciata per ottobre.Per sua ammissione non parteciperà alle primarie congressuali e questa potrebbe già essere una buona notizia.Il resto lo dovranno fare i militanti, gli elettori rimasti e quelli che se ne sono andati,la vecchia storica base della sinistra allargata, ma le facce debbono cambiare. Né Zingaretti né Calenda possono essere la risposta alla voglia di resurrezione.

Meno che mai in Calabria possono essere i notabili venuti fuori  dal partito dei gerarchi e dei feudatari né i ventriloqui di chi ha occupato e ancora occupa posizioni di potere nelle istituzioni.Qualcuno lamenta che a criticare chi ha gestito il partito fa il gioco degli avversari e forse auspica una amnistia generale perché,ormai, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, e non porta da nessuna parte addebitarsi reciprocamente le responsabilità.Anche perché il dato acquisto,per giudizio unanime, è che sono responsabili tutti.

Sta di fatto che in Calabria Mario Oliverio ha la sfrontatezza di proporre la sua ricandidatura alla guida della Regione e dietro a lui scodinzolano,in cerca di scampoli di potere residuo, consiglieri senza storia che debbono, a lui e al potere che ha gestito, l’elezione in consiglio regionale e che vedono lontanissima la possibilità di essere rieletti.

Con Matteo Salvini che elegge domicilio politico in Calabria, acclamato da folle plaudenti, si aspetta che qualcuno prenda l’iniziativa di un’azione di contrasto e si guarda all’Italia del Meridione (IDM) di Orlandino Greco al quale si offre l’occasione politica di un corpo a corpo fra IDM e Lega.Si vedrà.

Alla catalessi del PD per il momento non c’è risposta politica, nemmeno dopo l’appello lanciato da Veltroni dalle colonne di Repubblica. Le feste,le assemblee fatte dai soliti notabili certificano che non hanno capito che il problema sono loro, per la loro vacuità,inadeguatezza e incompetenza. A parte i cazzi loro,dove hanno governato direttamente o per interposta persona, hanno lasciato sprechi, dissipazioni, mancati utilizzi di risorse disponibili convinti che con la chiacchiera e il politichese coprivano la loro inadeguatezza.Oggi Oliverio se la prende con la stampa “corrotta” (da chi non lo dice) che non vuole riconoscere i successi conseguiti che soltanto lui conosce.

Se,per caso o per ragioni di sicurezza,nell’anticamera della presidenza alla Cittadella, una telecamera ha filmato chi vi stazionava e riceveva, chi veniva e chi ritornava, chi usciva e chi entrava avremmo la risposta e la spiegazione della disfatta del 4 marzo e della catalessi in cui è caduto il PD.