Ripreso da “FATTI AL CUBO” giornale on line dell’UNICAL
Studente paraguayano aggredito nel Campus perché “parla straniero”
Un pestaggio senza motivo, ai danni di uno studente internazionale dell’Università della Calabria, aggravato anche dalla matrice razzista, “perché – come uno degli aggressori avrebbe detto – parlava straniero”, è successo nella notte tra venerdì e sabato, proprio nel Campus universitario, dopo una festa alle Maisonnettes. Il gruppo di picchiatori era formato, secondo le prime ricostruzioni, da persone esterne all’Unical. Quattro o cinque giovani, si sono accaniti contro un solo ragazzo, gettandolo a terra, facendogli perdere i sensi e continuando a colpirlo. Per fortuna sul posto erano presenti altri studenti, che hanno chiamato subito i Carabinieri e il 118. La vittima, uno studente paraguayano, è stato portata d’urgenza in ospedale, per le cure del caso. “L’Università – ha assicurato il prorettore Luigino Filice – farà tutto quanto è necessario per assistere lo studente vittima di questo grave episodio e collaborerà con gli inquirenti affinché i colpevoli vengano individuati. Siamo anche in contatto con il Consolato del Paese di provenienza dello studente, come è dovuto in questi casi”.
La notizia ha fatto il giro del web, insieme alle foto del ragazzo aggredito. Sull’episodio, condannato unanimente, registriamo la nota del gruppo “Studenti senza Frontiere”, che nel Campus lavora proprio all’integrazione degli studenti internazionali. Il gruppo esprime massima solidarietà nei confronti del collega aggredito e condanna severamente quanto accaduto. “Il campus non è, e non deve essere, scenario di violenze e brutalità come quella a cui ci riportano i fatti. L’episodio non deve restare nell’ombra o in sordina, non deve lasciare nessuno indifferente. È da mesi che i media e i social bombardano la comunità con messaggi di odio e di violenza, i risultati possono essere letti attraverso fatti di cronaca come questo. Un testimone racconta che la prima vittima dell’aggressione, lo studente riuscito a scampare al pestaggio, fosse stato scelto perché “parla inglese”. Le feste dell’università sono momenti di condivisione, integrazione e inclusione tra gli studenti, soprattutto per quelli che vivono il campus, ma non solo. È necessario difendere e tutelare tutta la comunità universitaria e lo spirito di inclusione che la anima da cinquant’anni. Cronache di violenza come questa non devono pregiudicare l’organizzazione di incontri interculturali, anzi in un momento così delicato è importante difendere e promuovere manifestazioni di socialità e inclusione. Evitare che soggetti esterni partecipino non è facile, né giusto, dal momento che l’università è uno dei luoghi per eccellenza della democrazia e della partecipazione. Allo stesso tempo la risposta deve essere forte e compatta, senza lasciare nessuno indietro: tolleranza zero nei confronti di qualsiasi atto di violenza. L’Ateneo come istituzione deve prendere posizione, schierarsi concretamente al fianco della vittima e tutelare la comunità che vive il campus”.
“Ferma condanna dell’Ateneo” – La nota ufficiale del Rettorato non si è fatta attendere. “Il rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, e il prorettore delegato al Centro residenziale, Luigi Filice, da subito in contatto con le autorità diplomatiche del Paraguay, esprimono profondo sdegno per l’accaduto, un’azione vile ai danni di uno studente inerme. L’Università della Calabria fornirà alle autorità tutto il supporto necessario affinché gli esecutori dell’azione criminosa siano assicurati alla giustizia. Lo studente ha subìto lesioni guaribili in 30 giorni ed è già in corso un’indagine mirata da parte dell’autorità giudiziaria preposta. Allo studente colpito va tutta la solidarietà e la vicinanza dell’Ateneo”.
r.f.c.