IL SUD CHE “ NON PIACE” FARA’ CADERE IL GOVERNO…
A differenza di Matteo Salvini, che gioca a fare la guerra all’Europa e probabilmente è disorientato lui stesso dell’inatteso raddoppio dei consensi nei sondaggi, Giancarlo Giorgetti sottosegretario alla presidenza del consiglio nonché politico di lunga esperienza cresciuto alla scuola di Umberto Bossi, è uno con i piedi per terra.
Negli ambienti politici che contano è considerato il garante della stabilità democratica a fronte degli strappi istituzionali, delle intemperanze verbali e delle provocazioni che Salvini affida agli abili comunicatori del suo staff. E’ Giorgetti che tiene i contatti con il Quirinale e tanto basta a tenere la politica negli argini costituzionali nonostante i ripetuti tentativi di travolgerli.
Ecco perché se Giorgetti diserta una riunione di governo a Palazzo Chigi ,soltanto perchè è il suo compleanno, i media vanno in fibrillazione e si abbandonano a improbabili retroscena. Il fatto vero è che Giorgetti è consapevole delle situazioni che si vengono a creare e ne valuta i possibili sviluppi e i rischi. Si occupa da 20 anni di leggi finanziarie e deve fare un grande sforzo a parlarne con Di Maio e la Castelli ma conosce le regole della politica, delle alleanze e della tenuta di una maggioranza.
Ciò non toglie che ,trovandosi a dover rispondere in proprio alle domande di una giornalista, non si sottrae a esprimere la propria opinione sia pure con le cautele che il ruolo richiede. E così,richiesto di una valutazione politica sul reddito di cittadinanza,ha affermato con franchezza, ben sapendo che per il M5Stelle è una priorità, che l’impegno di risorse miliardarie , al di là delle parole, è una misura assistenzialista che non va nella direzione della crescita e dell’occupazione ma a beneficio di quell’Italia che “non piace” al popolo padano o, meglio all’elettorato leghista dove pesano le piccole imprese,gli artigiani e le partite iva. Il sottinteso è ,per Giorgetti e per la Lega, che meglio sarebbe stato ( o sarebbe ancora?) se le risorse fossero state destinate alle imprese per creare lavoro.
L’intervista è andata in onda su Sky e si sono avute le reazioni immediate del M5Stelle. Giorgetti , come usa in politica, ha dovuto correggere il tiro confermando il rispetto del “contratto” e del reddito di cittadinanza.Ma ha continuato Salvini a manifestare perplessità e dubbi per compiacere l’elettorato leghista e, per ribadire come la pensa la Lega sull’Italia che “non piace”-cioè il Mezzogiorno improduttivo e parassita- ha messo sul tavolo del governo l’autonomia fiscale delle regioni a guida leghista che vogliono trattenere il gettito tributario della regione a sostegno della propria economia.
Significherebbe svuotare il fondo perequativo nazionale e abbandonare le regioni del sud al loro destino e alle irrisolte emergenze , a tutto scapito di servizi essenziali che riguarderanno le scuole, i trasporti, la sanità, gli asili nido e tutti i servizi sociali. Se questo accadrà, non potranno mancare dal basso le risposte adeguate, considerato che ad oggi la rappresentanza politica e parlamentare del sud non si è fatta sentire.
E per primo a prendere posizione, volente o nolente, dovrà essere il M5Stelle considerato, a torto o a ragione, il partito di riferimento del sud improduttivo e parassita. Ne andrà della tenuta del governo. E siccome la politica è fatta di intrighi e colpi di mano o di “manina”, non è da escludere che, per incassare in tempo utile, prima che si assottiglino, i sondaggi a favore, Salvini forzi la mano e i tempi per ottenere l’autonomia fiscale con ciò ottenendo un doppio risultato: andare ad elezioni anticipate e incassare i consensi incardinati all’autonomia fiscale.
E il gioco è fatto col pretesto dell’Italia che “non piace”.