REDDITO DI CITTADINANZA-QUEL TEATRINO DELLA CARTA DI CREDITO…
Bisogna avere comprensione per Luigi Di Maio e le sue difficoltà di “capo politico” del M5Stelle con quei sondaggi che danno costantemente la Lega in crescita e il Movimento in flessione.L’ultimo,della SWG, sancisce una differenza di 10 punti, con la Lega al 34 e il Movimento al 24.
Matteo Salvini continua ad andare in giro con il giaccone della polizia e a riempire le piazze dove tiene comizi mentre Di Maio arranca stretto fra Roberto Fico da una parte e l’ingombrante Alessandro Di Battista dall’altra.
Intanto si avvicina la data del voto europeo e non è detto che il governo del cambiamento e del contratto ci arriverà nelle migliori condizioni. I problemi non mancano, TAV e autorizzazione a procedere in primis, ma non bisogna trascurare nemmeno Venezuela e Afghanistan.
Per non dire del reddito di cittadinanza e della riforma della legge Fornero che non mancano di dubbi e dei necessari approfondimenti circa il numero degli effettivi beneficiari.
Ma a Di Maio non resta che cavalcare il reddito di cittadinanza nel tentativo di recuperare terreno nei sondaggi e contenere in qualche modo l’onnipresenza e la sovraesposizione mediatica di Matteo Salvini.
Spiegabile,dunque, quel teatrino messo su, avendo come “spalla” il presidente Conte, per presentare il prototipo della carta di credito con la quale i beneficiari del reddito potranno fare i loro acquisti.
Come nei giochi di magia c’era il tavolo, l’oggetto misterioso, il drappo che lo copriva e Di Maio che “giggineggiava” come un consumato conduttore di quiz.
Alla fine, levato il drappo, ecco in una teca di vetro il talloncino giallo che dovrà dare un colpo alla povertà e alla disoccupazione giovanile.Ce lo auguriamo di cuore non fosse altro per le aspettative di tanti giovani che non colpa alcuna se questo Stato, repubblica fondata sul lavoro, ha il primato europeo della disoccupazione giovanile.
C’è discordanza di cifre se a beneficiarne saranno 2 milioni e mezzo o 5 milioni di cittadini ma saranno i fatti a dirci come è andata. Di Maio,però,poteva scegliere una modalità più sobria per annunciare la nascita della carta di credito visto che la teatralità è una modalità a rischio.Non sempre funziona e poi le riforme sociali , soprattutto quando riguardano le fasce più deboli, meritano atteggiamenti e comportamenti più seri. Un segno di rispetto per chi vive in difficoltà e deve certificarlo per avere aiuto dallo Stato. Invece, a quanto pare, siamo ancora nei trionfalismi del “balcone”, la propaganda come comunicazione mediatica, l’ambiguità nei vincoli da contratto di governo e la preoccupazione, spiegabile, per il voto del 26 maggio. La posta in palio è alta.