RICORDO DI RITA PISANO di Enzo Paolini
Meritoria e da condividere pienamente la decisione del Consiglio Regionale di dedicare alla memoria di Rita Pisano la sala stampa della più alta istituzione calabrese nell’ “astronave” di Reggio Calabria.
Le nuove generazioni probabilmente sanno poco di Rita Pisano e del posto che occupa nella storia politica e sociale della Calabria. La biografia ufficiale è parziale e anagrafica là dove, invece, siamo in presenza di una donna che seppe vivere con grande passione le lotte politiche dell’immediato dopoguerra per dare vita alla Repubblica e all’assetto democratico del nostro Paese.
Rita Pisano non fu soltanto sindaca di Pedace per lungo tempo realizzando un modello amministrativo che ha fatto scuola. E’ stata protagonista delle lotte per la terra a fianco dei braccianti contro il latifondo e sotto la bandiera del PCI che è stato la sua bussola politica.
Il femminismo era ancora di là da venire quando Rita Pisano si batteva in difesa delle donne e dei loro diritti senza invocare “quote rosa” e “pari opportunità”. Era una donna combattente, senza complessi verso l’universo maschile, dotata di una forte personalità che faceva valere nelle competizioni politiche e nella stessa vita di partito.
E’ stata una figura autorevole del PCI calabrese ed i suoi meriti e le sue capacità hanno trovato riconoscimento anche a livello nazionale. Rita Pisano aveva il fascino della pasionaria che lottava contro le disuguaglianze e le prevaricazioni del potere e non ebbe mai esitazione nel decidere da che parte stare.
Dopo aver intitolato a Giuditta Levato l’aula delle sedute ,con la sala stampa dedicata a Rita Pisano il Consiglio Regionale dà così compiutezza alla memoria,declinata al femminile, di una fase storica delle lotte per la terra del secondo dopoguerra.
Giuditta Levato è la bracciante che, all’età di 31 anni, fu uccisa da un colpo di fucile sparatole, nel corso di una occupazione di terre incolte, da uno sgherro al servizio dei latifondisti.
Rita Pisano e Giuditta Levato, con le loro storie fissate nelle targhe delle due aule del Consiglio Regionale, consegnano alla memoria delle generazioni future l’esempio di due donne che fecero della lotta contro le ingiustizie la ragione della loro vita.