SE PASSA L’AUTONOMIA FISCALE…..UNA CONGIURA CONTRO IL SUD
Tutto comincia nel 2001, quando a capo del governo c’era Massimo D’Alema,che col Titolo Quinto della Costituzione prende il via il federalismo fiscale.L’intenzione era quella di togliere spazio politico alla Lega Nord di Bossi che, con l’ampolla del Po, il Prato di Pontida e il carro armato di cartone in Piazza San Marco a Venezia,postulava la secessione del nord produttivo ed europeo dal sud parassita e “terrone” (sporchi e cattivi).Doveva essere un decentramento di poteri e di competenze alle regioni per governare meglio i territori ma ,sin dall’inizio, le regioni del nord hanno visto nel federalismo fiscale l’occasione per sottrarre risorse al sud e destinarle ai loro territori.Per riuscirci sono arrivati a tenere riunioni segrete , suggerite da quell’anima nera,al di là delle apparenze,di Giancarlo Giorgetti presidente della commissione bicamerale per il federalismo e mente strategica della Lega bossiana ieri e salviniana oggi.
Dal 2001 a oggi sono trascorsi quasi 20 anni e il federalismo fiscale ha avuto un percorso carsico fra colpi di mano, intrighi di governo e complicità di tecnici a basso costo.Si è fatto passare il principio che andavano finanziati i servizi là dove esistevano lasciando fuori chi quei servizi non poteva avere.E’ il caso degli asili nido.Andavano finanziati gli asili là dove esistevano e non dove mancavano, come nel sud, muovendo dalla miserabile conclusione che se al sud gli asili nido non esistevano era perché, evidentemente, non ne avevano bisogno. Nel 2017 l’ISTAT documentava che i divari di risorse erano fortissimi tanto che, mentre a Reggio Calabria si spendono per l’infanzia 19 euro per bambino, a Trento se ne spendono 2.450 euro.Stesso ragionamento per il trasporto pubblico locale.Si finanziavano, cioè si trasferivano risorse a quei comuni che già avevano il trasporto locale e non già a chi mancava come generalmente nel sud.E non solo.Con fertile fantasia politicamente criminogena la capacità fiscale di un comune veniva calcolata incorporandovi l’evasione che nel sud, è risaputo, raggiunge picchi esclusivi così come, per parametrare lo stato di benessere di una regione, veniva calcolato il tempo libero mediamente a disposizione di ogni cittadino e così la disoccupazione è diventata un elemento di ricchezza, calcolando ogni ora di tempo libero 6 euro e 30. Capito ?
Lo spiega dettagliatamente un libro in circolazione dal titolo “Zero al Sud” (sottotitolo: “La storia incredibile e vera dell’attuazione perversa del federalismo fiscale”) a cura di Marco Esposito,giornalista economico de “Il Mattino”, che ha esaminato 10 mila pagine di verbali e documenti del percorso politico-parlamentare-governativo del federalismo fiscale.
A leggere il libro di Marco Esposito, che soprattutto ogni sindaco meridionale dovrebbe leggere, la domanda che chi legge si pone subito è dove erano e cosa facevano i parlamentari del sud. Oggi che siamo arrivati alla svolta finale con l’autonomia fiscale, finalizzata a togliere risorse destinate al sud, appare evidente, grazie al libro di Esposito, che siamo in presenza di una congiura guidata dalla Lega per sottrarre risorse al sud, tramite il fondo nazionale perequativo, per destinarle all’economia e ai servizi dei territori “padani”.
Vorrà dire, se passa l’autonomia fiscale, che per curarsi fuori regione i meridionali dovranno pagare una quota di tasca propria, la scuola, i trasporti, gli asili nido,l’assistenza ai disabili e agli anziani non godranno più dei trasferimenti ottenuti da parte dello Stato ma subiranno una riduzione, se non un dimezzamento,conseguente all’impoverimento del fondo perequativo nazionale.
Preso atto che nei 20 anni trascorsi le deputazioni parlamentari meridionali non hanno vigilato, non hanno capito, per incapacità e ignoranza, sempre che non siano stati consapevolmente complici per servilismo e ascarismo, bisogna ora impedire che col governo Lega-5Stelle passi la congiura leghista delle regioni ricche ai danni delle regioni meridionali.
Venerdi 15 il consiglio dei ministri è chiamato a dare una prima risposta alla richiesta di autonomia fiscale di Lombardia,Veneto ed Emilia Romagna. Non si ha notizia se i parlamentari delle regioni meridionali ne sono informati e se, sputtanati come sono dai silenzi e dalle negligenze al riguardo, hanno qualcosa da dire.